La Nuova Ecologia
Articolo pubblicato il: 4 Agosto, 2021
Emiliano Rapiti, Art director del mensile di Legambiente, ci racconta come nasce una copertina
Mi ha sempre affascinato capire come nascono le copertine dei magazine. I percorsi creativi di chi le immagina e realizza, le esigenze editoriali da seguire per rispettare il target dei lettori e gli argomenti di cui trattano. In questo sito abbiamo già parlato di Jacobin (l’articolo è qui) e di Internazionale (qui). Oggi è il turno della testimonianza di Emiliano Rapiti, Art director de La Nuova Ecologia, che ha scritto questo testo per raccontare la genesi dell’ultima cover che ha creato.
La Nuova Ecologia è il mensile di Legambiente. Nato nel 1980, è il primo (e più longevo) magazine a trattare i temi legati all’ambiente e alla sostenibilità.
Ne curo la grafica dal 2006 e negli ultimi anni ho intensificato l’utilizzo dell’illustrazione per le copertine. Si tratta infatti di un linguaggio visivo che arriva diretto ai lettori donando al magazine un’immagine diretta, moderna e esplicativa della materia trattata.
Il numero di settembre 2021
L’argomento della storia di copertina del numero di settembre è la sostenibilità ambientale degli eventi di massa, sportivi e non. Parliamo quindi di calcio, concerti, fiere, manifestazioni sportive che hanno anche un impatto ambientale notevole. Le criticità maggiori sono nei consumi (bottiglie e imballaggi in plastica), nella gestione dei rifiuti, nell’energia per alimentare gli impianti, nella mobilità pesante (spesso privata) per raggiungere i luoghi dell’evento.
Un argomento stimolante, piuttosto nuovo, e abbastanza difficile da rappresentare visivamente. Impossibile farlo con una foto, forse con un collage, la cosa migliore è quella di affidare il visual della copertina ad un illustratore. Da qui è cominciata la ricerca di un tratto che potesse restituire al meglio la complessità dell’argomento.
Cercavo uno stile giocoso, quasi fumettistico ma non bambinesco, per poter rappresentare un piccolo mondo immaginario dove eventi e sostenibilità convivessero in modo naturale. Quando mi sono imbattuto nel portfolio dell’illustratore Jacopo Rosati, non ho avuto dubbi che fosse lui il più adatto.
Nei suoi lavori ho trovato esattamente quello che cercavo: un tratto semplice ma non banale, ricco di particolari, estremamente chiaro. La costruzione generale si basa su immagini dense, spesso in isometria e con soluzioni cromatiche minimali (oltre al nero raramente usa più di due/tre colori).
Sin dal primo brief, dopo uno scambio di mail, Jacopo è stato molto propositivo. Ha letto le indicazioni e aveva già in mente un concept.
La prima proposta
La prima bozza inviata aveva già parecchi degli elementi che mi aspettavo da una sua illustrazione, ovvero la composizione isometrica, la ricchezza di particolari ed un concept interessante.
Pur ritenendo la proposta valida, confrontandomi con il direttore Francesco Loiacono abbiamo convenuto che fosse opportuno concentrarci su una sola struttura anziché quattro, ed inserire altri elementi che rimandassero in maniera più didascalica all’immaginario della sostenibilità ambientale, ma anche all’azione sportiva in modo che il messaggio arrivasse al lettore in modo chiaro.
Visto l’argomento inedito occorreva essere quanto più possibile diretti. Come sport abbiamo scelto il calcio perché è l’evento più diffuso e a settembre la stagione sarà appena iniziata.
La seconda proposta
Jacopo ha sviluppato in maniera eccellente le indicazioni e già dalla seconda bozza il risultato è stato ottimo.
Si è concentrato su un solo impianto sportivo, ha costruito un micro-mondo perfetto dove c’è dentro praticamente tutto: lo sport, il pubblico, l’efficienza energetica dentro e fuori dal campo con pale eoliche, i pannelli solari, bus elettrici, treno, mobilità leggera, ed elementi decorativi divertenti (i fiori sopra gli spalti).
È bello perdersi nella serie di dettagli costruiti ad arte e tutti perfettamente leggibili in un piccolo miracolo di equilibrio formale.
Altra sorpresa è arrivata con la proposta cromatica, inaspettata. Un accostamento di colori molto funzionale e moderno. Oltre al nero Jacopo ha utilizzato soltanto verde chiaro e rosa (molto simile a quello della carta della Gazzetta dello Sport). In prima battuta avevo il timore che il direttore bocciasse il rosa, che ritenesse troppo smaccato il riferimento al noto quotidiano. Sbagliavo, la proposta è stata accolta con grande entusiasmo.
Ora restava soltanto da chiudere la parte tipografica. Anche qui il lavoro si presentava abbastanza inconsueto per lo meno per gli standard della rivista.
L’impostazione di Jacopo infatti separava gli elementi di titolazione (titolo e sommario), spingendoli quasi fuori dalla composizione. L’alternativa era chiedere a Jacopo di ricavare spazio per poterli riunire, ma ho preferito accettare la sfida e sistemarli alle estremità come una sorta di cornice dell’illustrazione stessa.
Alla fine credo che il risultato sia buono, il titolo e il sommario sono perfettamente visibili lasciando il centro visivo al disegno.
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