Jacobin / 1
Articolo pubblicato il: 15 Giugno, 2021
Alessio Melandri * ci racconta le illustrazioni del nuovo numero di Jacobin (prima parte)
* Alessio Melandri è l’Art director di Jacobin Italia, appassionato di illustrazioni.
Ho iniziato a leggere e seguire il giornale Jacobin dal primo numero, ancora prima di incontrare l’Art director Alessio Melandri. Da subito ho notato una cura nella grafica e un utilizzo delle illustrazioni inusitati nel panorama editoriale italiano.
Qualche tempo dopo quel primo numero, le strade professionali mie e di Alessio si sono incrociate e abbiamo iniziato a lavorare insieme per L’Espresso. Erano i primi mesi del 2019. Da allora ci confrontiamo continuamente su grafica e illustrazione, e spesso capita che alcuni illustratori disegnino sia per L’Espresso sia per Jacobin.
Alessio su Jacobin ha grande libertà di manovra: il magazine non è generalista e quindi – non dovendo raggiungere un pubblico vario, ma piuttosto settoriale e di nicchia – può permettersi scelte creative ardite. Inoltre tutto il giornale è accompagnato da illustrazioni e quindi ne utilizza molte per ogni numero.
Nell’ultimo numero, uscito in questi giorni, gli illustratori sono tantissimi e tutti validi. Ho chiesto ad Alessio di presentarli e parlarci di loro e del loro impegno per Jacobin. Ecco il risultato (che dividerò in due parti, vista la lunghezza dell’articolo che denota una grande passione da parte dell’Art director per il suo lavoro).
«La più bella astuzia del diavolo è persuadervi che egli non esiste». È con questa frase di Charles Baudelaire che si apre il nuovo numero, l’undicesimo, di Jacobin Italia, una rivista trimestrale che vuole affermare uno stile radicale ma non minoritario, plurale, che cerchi di parlare a una platea vasta, che ha come discriminanti il rifiuto del sovranismo di matrice nazionalista e del riformismo liberale.
La nascita di Jacobin Italia
Il primo numero esce in libreria il 15 novembre del 2018, pubblicato da Edizioni Alegre, una casa editrice cooperativa, dedita alla pubblicazione di opere di orientamento marxista. Già dalla prima uscita Jacobin Italia fa una scelta netta e precisa sulla narrazione per immagini degli articoli: nessuna foto. Solo illustrazioni e artwork digitali per accompagnare gli articoli più importanti. Le illustratrici e gli illustratori diventano così autrici e autori che interpretano con il loro immaginario, i loro colori, il loro stile e la propria sensibilità i vari temi affrontati.
Il nuovo numero
Il titolo di copertina di questo nuovo numero, “Il nemico invisibile”, ci porta dentro l’argomento affrontato nelle 140 pagine di cui si compone la rivista: come vivono, inquinano e sfruttano gli uomini e le donne più ricche del mondo?
Negli ultimi vent’anni i ricchi sono diventati sempre più ricchi, eppure anche le più moderate proposte di tassazione dei patrimoni per redistribuire la ricchezza sono bollate come pericolose dai vari governi. Nel passato la violenza di classe dei pochi sui molti era considerata un ordine naturale. Oggi, le élites ricorrono a narrazioni diversive e dispositivi sottili per nascondere le forme di comando e sfruttamento.
“Il nemico invisibile” è fortemente rappresentato dalla bellissima illustrazione di Bianca Bagnarelli.
Il serpente da sempre stimola l’immaginario umano. Si distingue per la sua astuzia che esercita una forza di seduzione e viene spesso rappresentato come figura leggendaria.
Qui il serpente evoca l’invisibile, e rappresenta la classe dominante come silenziosa e strisciante sulla nostra società. Bianca riesce a cogliere l’argomento con una sintesi perfetta, rappresentando il serpente mentre è intento a formare una “S”, il simbolo del dollaro, il simbolo del capitalismo. La scelta del contrasto cromatico riesce a donare ancora più forza al concetto, così il giallo che richiama la ricchezza si staglia sul fondo nero che trasmette tensione e profondità alla composizione.
La cover di Bianca Bagnarelli
Bianca Bagnarelli, classe 1988, fumettista e illustratrice, disegna regolarmente per le pagine del New Yorker e del New York Times. Specializzata nel “fumetto breve” ha pubblicato diverse short story. È co-fondatrice di Delebile, etichetta indipendente che pubblica fumetti di giovani autori italiani e internazionali.
Il numero 11 di Jacobin Italia è particolarmente ricco di illustrazioni. Oltre a Bianca Bagnarelli ben 12 illustratori e fumettisti si sono cimentati nella difficile arte di accompagnare il lettore dentro l’articolo, fornendogli i primi strumenti, le prime suggestioni, la giusta chiave per entrare al meglio nell’argomento affrontato.
Un collettivo di illustratori
Alcuni illustratori collaborano con Jacobin Italia sin dai primi numeri e ne costituiscono un collettivo importante. Una fucina di idee, con continui scambi di suggestioni, lavorando per contrastare razzismo, sessismo, discriminazioni e con l’intento di portare l’illustrazione a forme più alte di inclusività.
Tra questi Antonio Pronostico, autore anche della copertina del numero 7, “La cura”, interamente dedicato al corona virus e alla pandemia, è tra gli illustratori che più sta emergendo in Italia e non solo. Autore della fortunata graphic novel Sniff, con la sceneggiatura di Fulvio Risuleo e pubblicata da Coconino Press, da diversi anni illustra per importanti riviste nazionali, ed è tra i principali autori anche de L’Espresso che recentemente l’ha intervistato (l’intervista la trovate qui).
Colore e linea la sua forza, romanticismo e spontaneità il suo obiettivo. Tra surrealismo e distorsione onirica spesso dona agli articoli una maggiore profondità.
L’illustrazioner di Pron
In questo numero di Jacobin Italia Pronostico ha illustrato l’articolo di Francesca Coin, “L’ordine naturale del mercato” che affronta il conflitto di classe e come la classe dominante riesce a sfruttare legittimamente i lavoratori in un contesto democratico. Utilizzando la tavoletta grafica e abbandonando momentaneamente le sue matite, Pronostico immagina lo “sfruttatore” come un rapace che, con facilità e istinto predatorio dettato dalle leggi del mercato, ghermisce un rider, contemporaneo esempio dei lavoratori sfruttati.
FINE PRIMA PARTE
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