Quando il grafico si mette alla prova

Articolo pubblicato il: 17 Settembre, 2021


L’Art director Nino Brisindi racconta come crea “illustrazioni di design” per i suoi progetti editoriali
11/9 Cover def libro

Nino Brisindi, uno degli Art director del Gruppo Gedi, ha curato la grafica di un libro sull’11 settembre, da poco uscito in occasione del ventennale dell’attentato alle Torri Gemelli di New York.

Come tutti i lavori di Nino, anche questo è di alta qualità. Ma la copertina è l’elemento che ha catturato subito e maggiormente la mia attenzione. Si tratta di una cover grafica che colpisce al primo sguardo e che – in pochi segni – racconta esattamente il contenuto del libro. L’illustrazione l’ha realizzata lo stesso Art director e fa parte di quelle immagini che non vengono eseguite da illustratori ma da grafici, e quindi seguono molto più le regole della grafica piuttosto che quelle dell’illustrazione. Ripercorrendo il percorso professionale di Nino Brisindi, mi sono reso conto che ha una particolare sensibilità per la realizzazione di questo tipo di immagini.

Gli ho chiesto quindi un testo in cui ci racconta il processo creativo che lo ha portato a questa cover. Nino, che in passato è già intervenuto in questo sito (un suo articolo su Bob Noorda lo trovate qui), ha redatto un articolo preciso ed esaustivo, proprio come la sua copertina, aggiungendo anche alcune curiosità su lavori precedenti. Eccolo di seguito:


Lavori privilegiati

Se sei un grafico, lavori per un giornale, e sei abbastanza fortunato, può capitarti il privilegio di lavorare su una copertina. In genere basta decidere tra due possibilità: fotografia o disegno. Semplice: la prima passa da un’agenzia fotografica, la seconda da un illustratore.

Può succedere però che una serie di circostanze si sovrappongano e le due strade siano impraticabili. Magari l’argomento di cui si parla è astratto e non è facile trovare una fotografia che possa rappresentarlo. Oppure i tuoi illustratori preferiti sono impegnati a fare altro, o semplicemente il budget per il numero che stai chiudendo è già in rosso.

In casi come questo, uno degli approcci possibili è mettersi alla prova affidandosi ai punti di forza della grafica. La ricerca della sintesi, la sottrazione dei segni, l’ossessione di trovare il modo per dire di più con meno elementi, la riduzione cromatica. Funziona così per il progetto di un logo, o per un manifesto; perché non dovrebbe funzionare per una copertina?

Alla ricerca dell’originalità

Quando Angelo Rinaldi, art director e vicedirettore di Repubblica, mi ha chiesto a luglio scorso di lavorare su un libro di 320 pagine per ricordare i vent’anni dell’11 settembre, la copertina sembrava già risolta da sé: avevamo centinaia di foto di grande impatto a disposizione, la difficoltà sarebbe stata semmai sceglierne una.

Man mano che il lavoro andava avanti però ci siamo resi conto che la fotografia non sarebbe stata la scelta migliore: si trattava di immagini storiche che avevamo visto mille volte, e di certo avremmo visto ancora in tutte le edizioni commemorative su carta, web, sui social, in tv. Sentivamo il bisogno di un tocco di originalità, laddove non era obbligato il dovere di cronaca, ma un disegno emblematico e inedito sarebbe stato più efficace.


9/11/2001 Cover Times
La soluzione sotto gli occhi

Così mi sono messo a cercare le immagini grafiche dell’11 settembre sui libri e in rete, per iniziare a farmi un’idea sommaria di cosa era già stato fatto.

Mi sono fermato ai primi risultati, perché non dicevano molto di più della copertina dell’inserto del Times che era lì appesa da vent’anni alla parete del mio studio: le due torri, trattate con un effetto grafico di posterizzazione, campeggiano a tutta pagina, prendendo il posto della doppia elle nel titolo in basso “The intelligence failure”.


L’informazione che passa dal segno

Le Torri gemelle erano allora, e sono ancora oggi, l’emblema dell’11 settembre, il cuore di quell’occidente detestato dagli attentatori. Impossibile quindi ignorarle, ma anche difficile farci qualcosa di nuovo. Ho pensato quindi a quali altri elementi forti della storia – traducibili in informazione grafica – potessero aggiungere significato alla copertina. Per esempio questi due: la bandiera americana, simbolo del Paese colpito ma anche dei suoi valori e del suo stile di vita. Poi l’aereo di linea, un Boeing 767, per la prima volta usato per un attacco terroristico, reso così spettacolare e terrificante come mai prima.

Ho disegnato quindi la sagoma delle torri in due sole dimensioni – coerenti nelle proporzioni ma semplificate in rettangoli, anche se nella realtà erano smussate in cima – e ho usato i motivi grafici della bandiera americana come campitura, le stelle per la Torre Nord, le strisce per la Torre Sud. Ho aggiunto la grande antenna, per connotare più efficacemente il profilo del World Trade Center. Infine, il Boeing 767 in rotta di collisione con la Torre Nord, con una scia rossa per suggerire la virata che tutti abbiamo visto mille volte nei video amatoriali dell’attacco.


11/9 layout cover
Il layout presentato da Nino Brisindi a Angelo Rinaldi

Un colpo da maestro

Mi sembrava funzionasse, e così sono salito al settimo piano per far vedere la bozza ad Angelo. “Sì, potrebbe essere. Hai provato a togliere quella parabola della virata e tracciare un filo orizzontale lungo tutta la copertina, compresa la quarta?”. Come sempre, aveva ragione: al profilo verticale delle due torri si contrapponeva, in orizzontale, la traiettoria minacciosa dell’aereo. Diretta e inarrestabile, proprio come il corso della storia che ha cambiato l’America.


Cover 11/9 stesa
La copertina definitiva nel formato steso

Infine, qui di seguito, Nino Brisindi commenta e spiega il processo creativo che ha applicato a altre copertine realizzate negli ultimi anni:


Nino Brisindi

Mozart alla Scala di Milano

Per uno speciale dedicato alla stagione della Scala di Milano che inaugurava con il Don Giovanni di Mozart, abbiamo pensato a una citazione della locandina di un film del 1979 di Joseph Losey, versione cinematografica dell’opera, con il basso-baritono Ruggero Raimondi nei panni di Don Giovanni e le musiche dirette da Lorin Maazel. L’effetto ottenuto sovrapponendo in trasparenza un glifo tipografico richiama una stoffa damascata, tipica dei costumi teatrali.


RCasa & Design cover
Quando i designer cucinano

A volte l’idea arriva ricercando un cortocircuito tra aree apparentemente lontane.

Lavorando sull’associazione designer-cucina-cibo, la Egg Chair di Arne Jacobsen, pietra miliare del design danese, diventa un uovo in padella, con il tuorlo al centro.


Design Nino Brisindi

Design
Designer in vacanza

La cover story di questo numero dell’inserto Design di Repubblica raccontava delle vacanze dei designer, impegnati lo scorso agosto a preparare un Salone del Mobile eccezionalmente posticipato a settembre.

Dopo diverse prove non convincenti – tra cui un cartellino “do not disturb” appeso alla maniglia di una porta di albergo e una donna che si tuffa da un trampolino-matita – ho pensato a una grande matita che spunta dal mare.

Dopo averla vista, Angelo Rinaldi mi ha proposto di arrotondare la parte immersa, trasformandola in una boa. Qui sopra, le varie prove e, a sinistra, la cover finale.


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