Addio Lega

Articolo pubblicato il: 3 Ottobre, 2021


Addio Lega. È questo il titolo del numero 42 de L’Espresso e si riferisce agli ultimi accadimenti politici che coinvolgono Matteo Salvini.

L’inchiesta per droga del suo spin doctor Luca Morisi. I contrasti con Giorgetti. Il voto amministrativo. Il leader della Lega è sotto assedio e pensa al piano B: fondare un nuovo partito, tutto suo.

Per interpretare visivamente questo tema abbiamo scelto una fotografia di Augusto Casasoli dell’agenzia A3. Il bianco e nero e lo sguardo rubato di Matteo Salvini rendono in pieno la gravità della situazione in cui si trova il “Capitano” leghista.


Un numero pieno di illustrazioni

Il numero 42 de L’Espresso è pieno di illustrazioni, tutte bellissime e diverse l’una dall’altra. Come ho scritto più volte, l’illustrazione è l’immagine a cui si ricorre più spesso quando un articolo giornalistico è difficile da illustrare con fotografie. E in questo numero le illustrazioni hanno risolto graficamente parecchie pagine. Andiamo a vederle nel dettaglio, scoprendone gli autori e il dietro le quinte della lavorazione.

Intrigo internazionale

Nella Prima Pagina, la sezione de L’Espresso dedicata all’attualità, alla cronaca e alle inchieste, troviamo un articolo di Floriana Bulfon. Il testo racconta il vertice a Dubai tra i capi dei cartelli che governano il traffico della droga in tutta Europa. Le uniche immagini che avevamo a disposizione erano foto segnaletiche dei boss criminali irlandese, olandese e spagnolo. Foto piccole e di cattiva qualità da utilizzare come documento giornalistico ma con cui non avremmo potuto ipotizzare alcuna apertura di articolo. Ecco quindi che ricorrere ad una illustrazione era l’unica strada da percorrere.

Una volta deciso il linguaggio visivo – l’illustrazione appunto – dovevamo capire il professionista cui affidarla. Serviva un segno che potesse illustrare un tema come il crimine internazionale e un’idea creativa in grado di interpretare l’articolo in maniera concettuale e diretta.

La scelta dell’illustratore

Il momento in cui con Alessio Melandri, Emiliano Rapiti e Martina Cozzi – l’ufficio grafico de L’Espresso – mi confronto sulla scelta dell’illustratore da chiamare, è uno dei miei preferiti della vita redazionale. Ragioniamo su quale può essere la “matita” più adatta per un tale argomento, tiriamo fuori dall’archivio i portfolio che ci sono stati inviati e li visioniamo e valutiamo insieme.

A dir la verità, in questo caso è stato molto semplice. Abbiamo contattato infatti Christian Dellavedova, illustratore con cui cercavamo di collaborare da parecchio tempo e che in questo sito ha già raccontato come nasce la copertina illustrata di un magazine (qui).

Christian era libero da consegne impellenti e finalmente siamo riusciti a lavorare insieme. Gli abbiamo inviato l’articolo e, dopo un paio di giorni, ci ha proposto tre bozzetti, tre variazioni sullo stesso tema: crimine organizzato internazionale e accordi tra boss di diversi cartelli della droga.


L'Espresso prove
Una delle tre proposte di Christian Dellavedova

Prove illustrazione
La proposta “matrimoniale” di Christian Dellavedova

Illustrazione L'Espresso
Il bozzetto di Christian Dellavedova scelto per l’impaginato definitivo

Le matite presentate da Christian Dellavedova erano tutte valide, ognuna con un’idea forte e immediata. Abbiamo scelto la proposta che interpreta la rete criminale come fosse il gioco da tavolo Risiko, dove al posto dei carri armati ci sono macchine della polizia. Sul tabellone, inoltre, vediamo proiettili e l’ombra minacciosa di una pistola.


L'Espresso 42 Dellavedova
Mafia internazionale sullo schema del Risiko. È l’idea di Christian Dellavedova

Il definitivo messo in pagina è splendido: si capisce subito di cosa tratta l’articolo e l’astrazione grafica non rende l’argomento meno serio di quanto sia realmente. La palette cromatica è moderna e la lavorazione delle ombre con i retini rende l’insieme ancora più gradevole. Ci abbiamo messo del tempo per riuscire a lavorare con Christian, ma il risultato ottenuto è veramente pregevole.


Il secondo sfoglio del giornale

Arriviamo poi alla sezione Idee de L’Espresso, curata da Sabina Minardi, il secondo sfoglio del giornale in cui si trovano temi più freddi e meno legati all’attualità rispetto alla prima parte del giornale. Quindi cultura, letteratura, filosofia, spettacoli, storie, approfondimenti.

La sezione si apre con un’intervista di Gigi Riva al filosofo francese François Jullien in cui si contrappongono due sistemi di potere: la democrazia e la dittatura. La democrazia vincerà sulla dittatura perché si basa sulla forza del logos e non sulla paura. Siamo nel più puro concettuale e quindi – ancora una volta – nella necessità di ricorrere a un’illustrazione per visualizzare l’articolo.

Abbiamo chiesto a Andrea Calisi di interpretare l’intervista di Gigi Riva. Andrea è un talento puro, capace di variare stile e tecnica di disegno senza far venire meno l’altissima qualità. I suoi disegni possono arrivare in redazione su supporto cartaceo, realizzati a mano, o in formato digitale via mail!


L'Espresso 42 Calisi
Democrazia vs dittatura nell’illustrazione di Andrea Calisi

Il definitivo – stavolta arrivato per posta elettronica – è bellissimo: da una parte la democrazia, colorata e aperta al dialogo, dall’altra la dittatura, cupa e minacciosa. La composizione dell’immagine come sempre tiene conto dell’ingombro testo (titolo, sommario e firme) e rende la vita facile a noi grafici che abbiamo uno spazio deputato per posizionarlo senza inficiare l’illustrazione.


Alla ricerca delle origini

Proseguendo nello sfoglio, sempre nella sezione Idee troviamo un testo di Michela Marzano tratto dal suo libro di imminente uscita “Stirpe e vergogna”. Marzano confessa che il nonno era uno squadrista fascista e si interroga quindi sulle nostre radici, sul diritto e la libertà di raccontarle, anche quando non le condividiamo o ci fanno male.

Un altro argomento complesso, da raccontare in forma evocativa più che descrittiva. Ed è proprio quello che ha fatto Lavinia Fagiuoli, realizzando un’illustrazione che con la poesia trasferisce il messaggio del brano di Michela Marzano.


L'Espresso 42 Fagiuoli
Lavinia Fagiuoli illustra il testo di Michela Marzano

Il centro dell’immagine – anche cromatico – è la cornice in cui sono inscritte due figure riconoscibili come militari fascisti. Il rosso le rende drammatiche in contrapposizione con i colori tenui del resto del disegno e della ragazza che regge la cornice stessa. Il colore è parte integrante di un’illustrazione e del concetto che si vuole trasmettere: in questo caso è molto evidente.


L’inquietudine del matrimonio

Siamo ancora nella sezione Idee, con l’articolo di Stefano Vastano in cui si racconta “Anne e i fantasmi” romanzo di Laura Freudenthaler, tra le voci giovani più originali della tradizione letteraria austriaca. È la storia di un matrimonio in crisi che, tra reale e immaginario, sfocia nell’inquietudine tra allucinazioni, fantasmi e introspezione della protagonista.


L'Espresso 42 Ponzi
L’illustrazione di Emiliano Ponzi per l’articolo di Stefano Vastano

Per illustrarlo, come non pensare a una delle “famose” donne di Emiliano Ponzi, che hanno in sé eleganza e magnetismo? I colori – ancora una volta – direzionano il mood dell’immagine, rendendola angosciante, così come i petali disegnati sulla stoffa della camicia che prendono il volo spinti da una misteriosa corrente d’aria.


Le Storie chiudono il giornale

Last but not least, arriva l’ultima sezione del giornale: le Storie. Di solito sono tre e raccontano vicende, personaggi e tendenze nazionali e internazionali. Stefania Di Pietro scrive della riscoperta della Slow life: dal lavoro allo shopping, addio ai ritmi frenetici. Attraverso eventi e guru dell’andamento lento, si cerca un modello quotidiano più pacato.


L'Espresso 42 Gastone
Francesca Gastone interpreta la “Slow life”

Per illustrare la Slow life, mi sono ricordato dello splendido disegno realizzato da Francesca Gastone per il Contest Mimaster e di cui già ho scritto qui.

Francesca Gastone è laureata in architettura al Politecnico e poi ha lavorato in Brasile, a San Paolo, e a Hong Kong. Le figure umane che utilizza (in questa illustrazione inserendole in un giardino Zen) vengono dal suo archivio di immagini costruito in anni di attività come architetto. Adora i libri illustrati, in particolare quelli di Bruno Munari.

L’Art director deve avere una memoria visiva sempre attiva e pronta a tirare fuori soluzioni per ogni situazione: in questo caso l’immagine era già pronta, perfetta per l’argomento, solo in attesa che arrivasse il suo momento.


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