Addio Italo Lupi, maestro della grafica

Articolo pubblicato il: 30 Giugno, 2023


Muore a 89 anni uno dei designer italiani più conosciuti e apprezzati al mondo
Italo Lupi
Un ritratto di Italo Lupi

Il grande designer Italo Lupi, uno dei padri fondatori della grande grafica italiana, è morto nella sua casa di Milano lasciando un’eredità professionale come pochi hanno saputo fare.

«Un buon design è semplice, comprensibile da tutti, libero da complicazioni non necessarie, che risponde in maniera precisa alle necessità per il quale è stato creato e per le quali deve essere usato». La frase è proprio di Italo Lupi e la amava ripetere ai suoi studenti e – attraverso i suoi progetti – a tutti noi.


Il mestiere di grafico

Da queste parole è evidente come Lupi fosse discendente diretto di Albe Steiner, che rese il mestiere di grafico nobile e fondamentale per una crescita della società equa e democratica. Il grafico doveva progettare con un solo obiettivo: tendere al miglioramento delle condizioni sociali del cittadino. La grafica diventava così non più meramente estetica ma anche, soprattutto, politica.

Talento precoce

Nato a Cagliari nel 1934, studiò al Politecnico di Milano – città che non lasciò più – e, dopo una breve esperienza di insegnamento come assistente di Pier Giacomo Castiglioni, ad appena ventisette anni si dedicò al lavoro di consulente-immagine presso l’Ufficio Sviluppo de La Rinascente.

Erano gli anni in cui in quell’ufficio lavorava anche Lora Lamm che – insieme ad Anita Klinz – fu una della prime art director italiane, in un’epoca in cui il ruolo della donna era ancora poco considerato a livello professionale.

I lavori grafici de La Rinascente fecero epoca, restituendo perfettamente l’immagine del “miracolo economico” e di una città – Milano – che stava diventando centrale nell’economia nazionale ed europea.

Gli anni de La Rinascente

Italo Lupi scrisse di quegli anni: “L’Ufficio Sviluppo de La Rinascente era un polo di attrazione per tutto un mondo intellettuale e professionale. C’era Giulio Carlo Argan che veniva a trovare Morello, c’era Aldo Ballo, c’era il fotografo Libis, c’era Adriana Botti, Iliprandi, Amneris, Latis, c’erano tutti i grandi fotografi e i grandi grafici. Noi lavoravamo all’ultimo piano e sporgendo la mano potevamo toccare le guglie del Duomo: un luogo la cui bellezza mi è rimasta scolpita negli occhi. Era un posto che dava un certo orgoglio, anche professionale. La Rinascente era all’epoca al culmine della brillantezza intellettuale e professionale, esagerando un po’, come alla Olivetti, dove tutte queste intelligenze lavoravano assieme” (da “L’Architetto” n.5, settembre-ottobre 2019).


Italo Lupi riviste
Due copertina della rivista “Shop”

Progettare riviste

Dopo questa esperienza la sua carriera di consulente d’immagine decollò, portandolo a grandissimi successi, basati tutti sulla pulizia e riconoscibilità dei suoi progetti.

Disegnò riviste pioneristiche come “Shop” (’71-’72), “Zodiac”, il leggendario house organ dell’azienda Olivetti, fortemente voluto da Adriano Olivetti stesso (‘70-‘73), “Abitare”, il mensile di architettura e design, a più riprese, la prima volta dal 1974 fino al 1986 e poi dal 1992 al 2007 dopo una parentesi di cinque anni a “Domus” sotto la direzione di Mario Bellini.


Addio Italo Lupi
Tre bozzetti di copertine per “Domus”

Progettare gli spazi

Fu un grande maestro nella progettazione degli allestimenti espositivi. Qui univa la sua passione e preparazione architettonica a quella grafica, e la sua artigianalità, il rigore e l’eleganza diventarono la sua inconfondibile firma. Si occupò nel 1968 della XIV Triennale e nel 1970 della X mostra del Compasso d’Oro al Castello Sforzesco di Milano. Dal 1979 al 1988 si occupò della comunicazione visiva della Triennale di Milano, dall’identità ai cataloghi, dai manifesti alle esposizioni. E poi ancora tantissimi eventi, tra cui le Olimpiadi invernali di Torino (2006), le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia (2011).


Italo Lupi Manifesti
Tre manifesti: per lo stadio San Siro (1990), per Domus (1988) e per la Triennale di Milano (1985)

Riconoscimenti internazionali

Nell’ambito della grafica pura, Italo Lupi creò alcuni dei logomarchi italiani più famosi al mondo: Fiorucci, Miu Miu, la Triennale di Milano, Museo Poldi Pezzoli, Tokyo Design Center.


Addio Italo Lupi
Il marchio di Fiorucci è del 1970

Lupi ricevette durante la sua lunga carriera molti premi e onorificenze: due Compassi d’Oro (1998, 2006), il Lifetime Achievement Award (2014), il German Design Award (2011), la Medaglia dell’International Design Award di Los Angeles (2012). Nel 2015 il Politecnico di Milano gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Design della Comunicazione.

Nel 2014 è uscito per Corraini editore “Autobiografia Grafica”, un volume di quasi 400 pagine in cui Italo Lupi racconta il suo percorso professionale in maniera approfondita e definitiva grazie anche a un apparato iconografico completo.


Italo Lupi Grafico
I marchi per Miu Miu e per il Museo Poldi Pezzoli

Il ricordo di Emiliano Ponzi

Emiliano Ponzi, eccellenza dell’illustrazione italiana, ha lavorato spesso con Italo Lupi. Ecco il suo ricordo: “Stavo presentando la mia prima monografia, “10×10” da Corraini 121 in via Savona. Sarà stato il 2010. Un signore distinto viene verso di me e si presenta: «Piacere Italo».

Parlammo brevemente di linee, forme e regole compositive, di riferimenti e di venerati maestri. Una persona dalla grande curiosità, dall’occhio sempre acceso verso qualcosa che solleticava il suo interesse.

Abbiamo lavorato diverse volte assieme da quel momento, mi ha sempre dato una grande libertà, si è sempre comportato con quel rispetto raro e prezioso verso l’altro, le opinioni e il talento altrui che solo i giganti portano in cuore. Una persona dalle straordinarie capacità professionali e umane.

Una delle ultime volte che ci ho parlato mi chiamò per dirmi che mi voleva candidare per L’AGI (Alliance Graphique Internationale), altro segno della sua grande generosità e voglia di condividere. Ho altri ricordi ma questi sono i più vivi, porto con me un’idea di Italo come di una persona che avrei voluto frequentare di più, avrei voluto imparare di più sulla sua idea di mondo, avrei voluto ascoltare più storie, più esperienze lavorative, più difficoltà e come le ha risolte.”


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