Anita Klinz

Articolo pubblicato il: 3 Gennaio, 2023


Un libro di Luca Pitoni racconta la vita professionale e privata della prima art director italiana
Anita Klinz

È appena uscito “Ostinata bellezza – Anita Klinz, la prima art director italiana”, un volume di Luca Pitoni pubblicato da Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori dedicato alla designer che – insieme alla svizzera Lora Lamm – ha rappresentato il mondo creativo femminile nella Milano degli anni ‘60.

È un gran bene – oltre ad essere un ottimo segnale per il movimento grafico italiano – che di questo libro si sia iniziato a parlare già da qualche tempo, addirittura da prima che venisse distribuito nelle librerie. Le cose belle, spesso, hanno un’aura che ne anticipa l’arrivo, esplicitata attraverso il passaparola, il crescente interesse verso l’argomento trattato, la riconosciuta autorevolezza degli autori.


Non solo per addetti ai lavori

“Ostinata bellezza – Anita Klinz, la prima art director italiana” è un libro splendido ma – attenzione – non è solo per un pubblico di addetti ai lavori o amanti del design. È un volume che – attraverso la parabola di una professionista – racconta un’epoca, un mestiere e soprattutto una storia intima. La vicenda personale di una donna che ha scelto di amare il proprio lavoro sopra ogni cosa.


Mondadori
Un ritratto di Anita Klinz al lavoro in Mondadori

Contributi d’autore

Luca Pitoni è graphic designer, giornalista professionista e docente di progettazione editoriale. Nel 2017, insieme a Davide Di Gennaro, ha fondato lo studio Tomo Tomo, una delle realtà italiane più interessanti nel campo della comunicazione visiva. È l’autore di questo volume originale e completo, che ha sicuramente preso forma grazie alla sua grande passione per i libri e i giornali.

Pitoni si è avvalso della collaborazione di Livia Satriano, conosciuta nel mondo social grazie alla sua creatura “Libri Belli”, ricercatrice e massima esperta in ambito editoriale. E i contributi di Mario Piazza e Leonardo Sonnoli concorrono ulteriormente alla completezza di un’opera unica e singolare.


Klinz
La collana “I Gabbiani”, Il Saggiatore, 1964-1980. Klinz ne ha curato i volumi fino al 1969

Ma chi era, dunque, Anita Klinz?

Istriana di nascita ma milanese di adozione (arriva in città nel 1945, a poco più di vent’anni), sarà la prima donna a diventare art director in un mondo – quello editoriale italiano degli anni ‘50 e ‘60 – estremamente tradizionale e appannaggio di figure dirigenziali esclusivamente maschili.

Nel 1951, dopo brevi esperienze lavorative in campo grafico, approda alla casa editrice Mondadori. Qui conosce Bruno Munari – allora direttore artistico del giornale “Epoca”, ne rimane affascinata («Maestro di vita e di fantasia creativa», lo definisce) e ne impara la lezione. Inizia quindi un percorso che la porta a creare capolavori visivi ormai parte della storia della grafica italiana e che hanno reso riconoscibile oltre il tempo la produzione di quegli anni dell’azienda milanese.


Anita Klinz
Collana Maigret illustrata da Ferenc Pinter e progettata da Klinz

Anita Klinz
Ancora una collana editoriale per Il Saggiatore

L’epoca d’oro dell’editoria italiana

La grande fiducia che Alberto Mondadori ripose in lei, le permise di diventare dirigente del gruppo con il ruolo di “art director” e con un ufficio grafico ricco di elementi brillanti scelti direttamente dalla stessa Klinz.

È l’epoca d’oro dell’editoria e di Anita Klinz; è l’epoca d’ora di una Milano che vede proprio negli anni ‘60 la nascita di un movimento grafico/artistico che la farà diventare senza alcun dubbio la patria del design europeo. Un periodo dorato che sempre più – negli ultimi tempi – è raccontato e mostrato, basti pensare anche alla bellissima mostra su Saul Steinberg tenutasi in Triennale a Milano tra il 2021 e il 2022.


Libri Klinz
La grande creatività di Anita Klinz in queste due copertine Mondadori (collana “Il Tornasole”)

Il volume racconta tutta la carriera di Klinz, con un supporto iconografico completo. Le immagini d’archivio la ritraggono al lavoro, in occasioni festose o in solitudine nella sua amata isola di Giannutri. E poi gli scatti dei suoi lavori realizzati per questo volume da Louis De Belle. Sono centinaia le copertine: tipografiche (probabilmente le preferite da Anita Klinz), con fotografie, con illustrazioni.

Un panorama incredibile ed esaustivo di una professionista ossessionata dall’idea di «Lasciare il segno» e convinta che l’eccellenza nel risultato fosse il fine ultimo del suo lavoro.


Mondadori
Quattro copertine Mondadori per la collana “Narratori Italiani”

Fragile e decisa

Ma a mio avviso il valore aggiunto di “Ostinata bellezza” – oltre ovviamente alla ricostruzione di una vicenda professionale sconosciuta ai più – è quello di raccontare la storia di Anita Klinz anche dal punto di vista umano. Personaggio complesso con fragilità altissime e un carattere chiuso e roccioso. Fragilità che Klinz nascose sempre dietro il decisionismo che il suo ruolo di donna-dirigente le imponeva in una società di certo non abituata a una figura di questo genere.


Ostinata Bellezza
Due copertine di libri per Mondadori

Lasciare il segno

I testi conclusivi di Mauro Piazza e Leonardo Sonnoli riportano il libro a una dimensione scientifica, sottolineando il grande contributo creativo di Anita Klinz allo sviluppo dell’industria editoriale italiana. E l’estetica costante dai primi lavori al settimanale “La vispa teresa” fino alle ultime esperienze come art director di “Duepiù” e “Grazia”. Uno stile rigoroso e chiaro che Klinz riesce a veicolare persino sui quotidiani che progettò sul finire degli anni ‘70: Il “Mattino di Padova” e “Il giornale di Bergamo”.

Quando si chiude il libro – quest’opera imprescindibile di Luca Pitoni – si hanno gli occhi pieni delle meraviglie grafiche di Anita Klinz. E si ha il cuore leggero, pensando a questa donna che, tra solitudine e rigore, è riuscita davvero a consegnarci un’eredità importante. 

In poche parole, è riuscita a lasciare il segno.


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