Tutto il genio di Altan

Articolo pubblicato il: 26 Agosto, 2021


Il disegnatore veneto analizza da decenni vizi (molti) e virtù (molto poche) degli italiani
Altan migranti
L’emergenza migranti spiegata da Altan

Altan e le sue vignette (ogni settimana su L’Espresso e La Repubblica) da decenni fotografano l’Italia senza mai scadere di creatività e umorismo.

Tempo fa un collaboratore al quale avevo chiesto di apportare una modifica – peraltro piccola – ad una sua illustrazione, sentì minacciata la sua autorialità ed esplose al telefono. «Io sono un artista – mi disse – e non posso cambiare le mie creazioni per i vostri capricci. Sono sicuro che ad Altan non hai mai chiesto di modificare un suo disegno!».

Questa frase è fondamentale per capire come funzionano i giornali e i rapporti con i collaboratori degli stessi giornali. Analizziamola nei vari aspetti.


Al servizio dell’informazione

Primo: nei giornali le modifiche non sono mai capricci. Ogni scelta viene ponderata in nome della migliore informazione da dare ai lettori e – essendo la redazione una struttura gerarchica – i cambiamenti vengono richiesti dalla direzione (direttore o ufficio centrale), che ovviamente ne ha facoltà. 

Secondo: i collaboratori esterni sono tali proprio perché non lavorano all’interno della redazione e quindi non fanno parte dell’organigramma della testata. Ogni collaboratore ha il suo giornalista di riferimento che lo chiama per commissionargli l’articolo o l’illustrazione o la fotografia, e con il quale si confronta per capire bene ciò che si andrà a fare. Quindi, in pratica, la catena è questa: durante la riunione generale il direttore spiega cosa vuole e poi i redattori a loro volta trasferiscono ai collaboratori le esigenze del giornale.

Artisti o professionisti?

Nel mio caso, io mi occupo di gestire i rapporti con i collaboratori che realizzano le illustrazioni. Li cerco, li seleziono, li chiamo (o gli scrivo) e gli commissiono il lavoro. Questi collaboratori sono professionisti e non artisti. La grande differenza tra questi due mestieri è che il primo ha una committenza (per l’appunto il giornale) mentre il secondo può svincolarsi da qualsiasi regola.

Quindi, tendenzialmente, se chiedo una modifica su un’illustrazione, la modifica viene eseguita. Per completezza d’informazione devo anche dire che con gli illustratori lavoro a stretto contatto, step by step, e quindi è raro che chieda modifiche.


Altan coppie
Nessuna pietà nelle coppie di Altan

Altan bambini
I bambini sono spesso protagonisti delle vignette di Altan

Poi ci sono gli Autori e qui veniamo al terzo punto, ad Altan. Gli Autori – a metà tra professionisti e artisti – rappresentano un valore aggiunto per ogni testata e tendenzialmente non viene chiesto loro cosa fare.

Seguono l’attualità e la interpretano attraverso le loro lenti che per lo più combaciano con la visione del giornale e della comunità di lettori che lo acquista. Poi – chi con periodicità fissa, chi quando vuole, chi su sollecitazione della redazione – inviano il loro contributo.

Altan, artista globale

È vero: non ho mai chiesto a Francesco Tullio-Altan (questo il nome per intero) di cambiare una sua vignetta. Né – credo – capiterà mai. Perché Altan non metterebbe mai il giornale in una situazione del genere.

Altan sì, è un artista. Artista globale, che parla ad adulti e bambini, creando fulminanti vignette o storie lunghe con personaggi ormai noti a tutti.

La Pimpa ha allevato e continua ad accompagnare nella loro infanzia generazioni di bambini. Trino, il personaggio che esordì su Linus nel 1973 e che parlava con Dio. Kamillo Kromo, cucciolo di camaleonte che non distingue i colori. Ada, fumetto recentemente riproposto da Coconino Press.



Altan preti
Anche il clero passa sotto la lente di Altan

Altan vignette
La pandemia nelle vignette di Altan

Ma è la realizzazione di vignette che Altan ha creato e continua a creare per i giornali la punta di diamante di una produzione visiva iniziata quasi sessant’anni fa. Un lavoro che non ha mai avuto cali di qualità e di umorismo.

Attraverso queste immagini, il disegnatore veneto ha accompagnato la società italiana, svelandone tic, paure, ossessioni, depressioni. Politica, economia, cultura, società: la vita degli italiani viene esaminata in ogni suo aspetto. Anche i politici entrano a far parte di questo teatro, diventandone personaggi: Berlusconi e Salvini sono gli ultimi esempi di questa suo modus operandi.

Da anni Altan pubblica due vignette a settimana sul quotidiano La Repubblica e una a settimana su L’Espresso: un numero immenso.

Vederne anche solo una parte – comunque cospicua – alla mostra personale che il museo Maxxi di Roma gli ha dedicato nel 2019 è stato un viaggio sorprendente e immersivo nei vizi (tanti) e nelle virtù (abbastanza poche, a dir la verità) degli italiani.


Altan Berlusconi
Lo spettacolare Silvio Berlusconi disegnato da Altan

Altan Lega
Il ministro Salvini nell’interpretazione di Altan

In ogni immagine una battuta diretta, chirurgica, che coglie nel segno il cittadino normale, il politico di turno o il periodo storico che viviamo. Gianmaria Tammaro su Rivista Studio gli ha chiesto da dove nasce una buona battuta. Altan ha risposto così: «L’umorismo ha bisogno di una sorpresa. Non importa se grande o piccola. La sorpresa, a volte, ti strappa una risata. Ti spiazza. Ti fa vedere il mondo da un altro punto di vista. E ridendo puoi imparare».

Il mondo di Altan

I personaggi disegnati da Altan sono sempre gli stessi: una donna avvenente, una coppia, bambini, pensionati, operai. Uno spaccato della società italiana. Proprio a questo riguardo Ezio Mauro, grande direttore de La Repubblica dal 1996 al 2016, scrisse: “Altan ha inventato l’uomo che ritaglia le frasi del potere e le traduce nel banale della sua vita, le converte in un valore d’uso, adattandole alle sue vicende private, minime e insignificanti. Attraverso questo passaggio, le frasi del linguaggio pubblico svelano il loro significato grottesco, incapaci come sono di modellarsi sulla vita reale […]”.

È per questo – immagino – che non capiterà mai che chiederemo ad Altan di modificare una sua vignetta: sarebbe un po’ come modificare la nostra natura.

Tutte le immagini ®Altan/Quipos


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