“The Great White Way” in caricatura

Articolo pubblicato il: 5 Gennaio, 2022


Al Hirschfeld con i suoi disegni ha raccontato la vita di Broadway lungo tutto il secolo scorso
Broadway
Un’illustrazione del musical “Guys And Dolls”, anni ’50

Al Hirschfeld con la sua arte della caricatura ha raccontato il mondo dello spettacolo di Broadway per quasi tutto il Novecento.

In Europa la caricatura non è mai stata interpretata con la stessa nobiltà con cui negli Stati Uniti ha raggiunto un posto centrale nel mondo dell’editoria e delle discipline visive. Ritenuta da noi una disciplina secondaria, appannaggio di artisti di strada e minori, non ha avuto autori di qualità come invece è accaduto e accade tutt’ora in America. 

Se osserviamo il tratto grottesco che nella prima parte del Novecento era presente in alcune opere di Orson Lowell o addirittura di Norman Rockwell, o nei fumetti di Chester Gould e di Al Capp, capiamo immediatamente come il pubblico statunitense fosse abituato e predisposto a segni moderni e alternativi, molto distanti dagli stili classici del vecchio continente.

Il maestro David Levine

E infatti David Levine – che dagli anni ’60 fino ai primi anni del Duemila ha ritratto in caricatura grandi scrittori e personaggi pubblici su prestigiose riviste come “Esquire” e “New York Review of Books” – è considerato un vero e proprio maestro dell’illustrazione e alla sua opera sono state dedicate mostre in tutto il mondo.

Ma Levine è solo il più famoso di una schiera di artisti americani dediti alla caricatura. Nel mondo dello spettacolo – ad esempio – Al Hirschfeld è stato importante quanto Levine per la letteratura. 

Sconosciuto dalle nostre parti, Hirschfeld ha catturato con le sue matite le mille luci di Broadway “The Great White Way”, i musical, i film e gli attori per tutto il Ventesimo secolo e fino al Ventunesimo, anche grazie alla sua longevità (1903-2003).


Rang Tang
Un’illustrazione di Hirschfeld del 1927
Un secolo di illustrazioni

Nato a St. Louis, Missouri, nel 1903, si trasferì a New York all’età di dodici anni. Dopo gli studi americani, si recò a Londra e Parigi per perfezionarli e tornò in patria giusto in tempo per ritrovarsi in una stagione emozionante, a cavallo delle due guerre: erano gli anni del Jazz, dell’Art Déco, delle riviste Pulp. Il cinema era in continua crescita, così come la radio e gli spettacoli di Broadway. Un’incredibile energia pervadeva la società statunitense e una nuova generazione di artisti era pronta ad assorbirla.

Al Hirschfeld incarnò perfettamente questo spirito e grazie a lui l’arte della caricatura non fu più solo tagliente, sarcastica ed aspra, ma divenne divertente, gioiosa e vivace.


Hirschfeld
Stan Laurel e Oliver Hardy, 1928
Una grande popolarità

Nel 1943 si sposò con l’attrice tedesca Dolly Haas e due anni più tardi nacque la loro figlia Nina. Da allora Hirschfeld iniziò a nascondere nei suoi disegni il nome della figlia, creando un vero e proprio gioco con i suoi ammiratori che ogni settimana trascorrevano ore a cercarlo tra i tratti acuti e netti delle sue opere. Ogni domenica per più di settant’anni, infatti, le pagine degli spettacoli del “New York Times” furono illustrate dai lavori di Hirschfeld.

Questo gli portò un successo incredibile, tanto che i suoi “Nina” divennero così popolari che furono persino adottati come esercizio di addestramento dall’esercito degli Stati Uniti (con grande fastidio di Hirschfeld). I piloti di bombardieri utilizzavano le illustrazioni come mezzo per migliorare le loro capacità di rilevamento. Se fossero stati in grado di trovare il nome nascosto in ogni illustrazione, sarebbero stati sicuramente in grado di rilevare bersagli nascosti.


Al Hirschfeld
Una composizione con molti personaggi dello spettacolo, anni ’80

La gioia degli artisti

Drammaturghi, ballerini, stelle del teatro e del cinema. Tutti sono stati immortalati dalla dinamica e allegra matita di Hirschfeld e tutti lo hanno considerato un onore. Nell’industria dello Show Business – nota per essere piena di cinismo e rivalità – lui aveva il talento di individuare la gioia negli artisti che ritraeva. «Tutti sembrano interessanti in un disegno di Hirschfeld – dichiarò Arthur Miller – perché Hirschfeld trovava tutti interessanti».


West Side Story
“West Side Story”, anni ’60

Broadway
“The Sound of Music”, musical del 1965

Un volto familiare a Broadway

A Broadway era un volto familiare sia alle prove degli spettacoli che alle prime serate. Per paura di disturbare gli altri spettatori, perfezionò una tecnica per disegnare al buio. Era capace di sedersi tranquillamente tra il pubblico e disegnare senza che nessuno si rendesse conto che lo stava facendo.

Sobrio, mai offensivo, nella sua lunga vita artistica produsse più di diecimila opere, restituendo in pieno lo spirito di Broadway. Ha raccontato così una storia tutta americana che ha attraversato il secolo scorso per intero, dalle prime opere che ritraevano Stan Laurel e Oliver Hardy al musical West Side Story, da Liza Minnelli ai Sopranos


Al Hirschfeld
Whoopy Goldberg in un ritratto del 1984

Al Hirschfeld è morto nel 2003 a 99 anni. L’anno dopo, nel giorno in cui avrebbe compiuto 100 anni, ha ricevuto il massimo riconoscimento del mondo dello spettacolo: il Martin Beck Theatre è stato ribattezzato Al Hirschfeld Theatre. A sottolineare ancora una volta, e per sempre, come con la sua opera abbia creato un vasto ritratto delle arti dello spettacolo americano.


Hirschfeld
Al Hirschfeld al tavolo di lavoro nel 1999 (© Alan Behr/ Courtesy Al Hirschfeld Foundation)

Scopri le altre sezioni del mio sito:

Qui trovi gli ultimi articoli nella sezione “Dialoghi”

Qui trovi le ultime interviste nella sezione “Racconti”


Condividi l'articolo su: