Saul Steinberg a Milano

Articolo pubblicato il: 28 Luglio, 2021


La mostra in Triennale sarà l’occasione per conoscere meglio l’artista americano e il suo rapporto con l’Italia

“Saul Steinberg” è il titolo della mostra che si terrà in Triennale Milano dal 15 ottobre 2021 fino al marzo dell’anno successivo.

Quando nel 2004 iniziai a lavorare a La Repubblica, alla Domenica di Repubblica per la precisione, incontrai Angelo Rinaldi, storico Art director del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari

A lui devo moltissimo. Ero entrato nel mondo della grafica editoriale relativamente da poco tempo, dopo i miei inizi in pubblicità e comunicazione aziendale. Mi ero occupato di magazine minori e poi ero entrato nella redazione del quotidiano Il Manifesto, dove ero rimasto un anno. Giusto il tempo per capire che l’adrenalina delle redazioni, della chiusura quotidiana del prodotto cartaceo, faceva per me.

L’arrivo nel Gruppo L’Espresso (si chiamava ancora così) rappresentò un momento molto importante, in cui in me convivevano entusiasmo, responsabilità e ansia.

Cominciai a lavorare a strettissimo contatto con Angelo Rinaldi. Io portai un bagaglio professionale di nuovi software di grafica, tutti quelli che avevo utilizzato in quindici anni di professione freelance in agenzie pubblicitarie. Angelo mise sul piatto tutto il resto: il rapporto con i colleghi e con la direzione di un giornale, la capacità di impaginare sotto pressione cambiando i layout anche all’ultimo minuto, una cultura visiva vastissima che da subito condivise con me.


Steinberg New Yorker
“View of the World from 9th Avenue”, copertina del New Yorker del 29 marzo 1976
Mostri sacri

In particolare, ricordo che mi fece conoscere e rimasi folgorato da due illustratori americani. Il primo era David Levine, artista newyorchese famoso per le sue caricature di scrittori pubblicate su Esquire e sulla New York Review of Books. In Italia Angelo Rinaldi aveva utilizzato i suoi lavori su La Stampa, giornale di cui era stato Art director prima di approdare a La Repubblica. Mi colpì tantissimo lo stile classico ma attuale, la tecnica a china elegante che, riprodotta sulla carta del quotidiano, non perdeva nulla del fascino originale.

Il secondo artista che Rinaldi ammirava incondizionatamente era Saul Steinberg.

Il suo tratto grottesco e personale mi arrivò diretto. Principalmente attraverso l’utilizzo della china e della linea, riusciva a illustrare gli argomenti più disparati sempre in maniera puntuale ed esaustiva. Imparai presto a conoscere la sua opera: le sue cover per il New Yorker sono fondamentali nella storia della grafica editoriale.


Tra Europa e Stati Uniti

Nato in Romania nel 1914, arrivò giovanissimo in Italia dove studiò e si laureò in architettura presso il Politecnico di Milano. A seguito delle leggi razziali, fu costretto a partire per gli Stati Uniti, dove dopo qualche anno ottenne la cittadinanza. Cominciò da subito a lavorare per il New Yorker, legando indissolubilmente il suo nome alla gloriosa testata e alla città americana, dove morì nel 1999. Per il settimanale di New York realizzò 85 copertine e circa 650 illustrazioni.

Famosissima la cover del 29 marzo 1976 dal titolo “View of the World from 9th Avenue” in cui Steinberg disegna il resto del mondo visto da Manhattan a rappresentare New York e Manhattan stessa come il centro del mondo. Un’immagine divenuta iconica e stampata successivamente su libri, poster, t-shirt e borse.

Ma l’Italia fu sempre presente nella sua vita: finita la Seconda guerra mondiale ci tornò più volte, vi lavorò moltissimo e mantenne contatti e amicizie con intellettuali e artisti italiani.


Saul Steinberg a Milano
Senza titolo, 1965 © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

Saul Steinberg
Senza titolo, 1949-54 © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

L’evento in Triennale

Proprio per questo, e per il legame particolare di Steinberg con la città di Milano, il 15 ottobre 2021 inaugurerà una mostra in Triennale Milano dal titolo semplice e diretto “Saul Steinberg”

L’evento è a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari e realizzato insieme alla casa editrice Electa. Lo stesso Italo Lupi, insieme a Ico Migliore e Mara Servetto, ha progettato l’allestimento. La mostra durerà fino a marzo 2022, e presenterà molti disegni a matita, a penna, a pastello. Ma anche opere realizzate con timbri e ad acquerello, maschere di carta, stoffe, collages, a documentare la intensa e multiforme attività artistica di Steinberg. E ancora, originali dei giornali e dei libri su cui Steinberg pubblicò le sue opere.

Molti di questi materiali sono stati donati direttamente alla Biblioteca Nazionale Braidense dalla Saul Steinberg Foundation.


Saul Steinberg a Milano
Galleria di Milano, 1951 © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

Saul Steinberg in Triennale prende spunto dagli anni di formazione dell’artista a Milano (1933-1941) per fornire testimonianza del suo rapporto con l’Italia. Saranno anche esposti i disegni che Steinberg realizzò negli anni ’70  e che raffigurano la città lombarda della sua giovinezza. Quella di cui scrisse: “L’aria di Milano era ottima, allora, e la luce bellissima, e vedevo una cosa che non avevo mai visto, lo svegliarsi tranquillo e silenzioso di una città: gente a piedi, gente in bicicletta, tram, operai”.

Un appuntamento da non mancare per conoscere, studiare e apprezzare un artista incredibile che ha dato moltissimo alla grafica moderna. E, per quanto mi riguarda, per tornare un po’ indietro negli anni, a quando ho iniziato a lavorare nei giornali.


Saul Steinberg
Via Ampere 1936, 1970 © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

Saul Steinberg a Milano
Woman Seated, 1950-51 © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

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