Michele Jocca, il designer dei cartelli stradali

Articolo pubblicato il: 22 Luglio, 2023


Su Artribune la storia del fumettista che disegnò la segnaletica stradale italiana e che è recentemente scomparso

Alex Urso – artista, curatore e giornalista, da sempre attento ai temi della comunicazione visiva – ha scritto per il magazine d’arte Artribune la singolare storia di Michele Jocca, scomparso agli inizi di luglio e considerato il “padre” della segnaletica stradale italiana. Pubblichiamo una parte dell’articolo e il link ad Artribune, dove si potrà leggere il testo integrale. Si ringraziano l’autore e la testata per la gentile concessione.


Jocca Cartelli stradali
Gli appunti di lavoro di Michele Jocca

Ci sono artisti di cui conosciamo le opere pur non avendone mai sentito il nome. Michele Jocca è probabilmente parte di questa categoria. Maestro “silenzioso” del disegno italiano, a lui si deve l’ideazione dei cartelli sparsi lungo le strade del Paese: immagini sintetiche e descrittive, che in poche linee e figure stilizzate condensano informazioni fondamentali per la viabilità e la sicurezza urbana. Nato a Calascio, in provincia dell’Aquila, nel 1925, Jocca è scomparso lo scorso 9 luglio a 97 anni, in una clinica di Roma dove era ricoverato da tempo.


Michele Jocca fumettista
I personaggi dei fumetti creati da Jocca
Artista pacifista

I primi due decenni di vita di Michele Jocca sono caratterizzati da un viavai tra la sua terra d’origine e la Capitale. Trasferitosi a Roma insieme alla famiglia negli anni Trenta, torna in Abruzzo nel 1943. Qui, nel piccolo borgo di Calascio, cerca riparo dai bombardamenti che stavano mettendo in ginocchio le principali città del Paese. Renitente alla leva e per questo perseguitato dalle forze dell’ordine, l’artista ritorna a Roma dopo pochi mesi. Vivendo per diverso tempo nascosto in casa, scampando alla pena di morte.


Dall’architettura ai fumetti

Risalgono alla fine del conflitto le sue prime incursioni da professionista nel mondo del disegno artistico: grazie alla conoscenza con un giornalista del Messaggero, Jocca avvia alla fine degli anni Quaranta una serie di collaborazioni con case editrici minori di cui illustra le copertine e le pagine interne.

Degne di menzione sono le storie scritte per Carosello: per il celebre programma televisivo pubblicitario lavora fino all’iscrizione alla facoltà di Architettura, abbandonata ben presto per dedicarsi ai fumetti (sono suoi i disegni per le riviste Crestarossa, Bambola e Amichetta). 


Il resto dell’articolo di Alex Urso lo trovate sul sito di Artribune, qui.


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