Mario Sughi
Articolo pubblicato il: 1 Luglio, 2021
Una monografia appena uscita propone gli ultimi dieci anni di carriera dell’artista e illustratore
È appena uscito un catalogo che presenta gli ultimi dieci anni di produzione artistica di Mario Sughi, pittore e illustratore italiano che vive e lavora a Dublino.
Il titolo del libro è semplicemente “Mario Sughi”, edito da Vanillaedizioni, casa editrice specializzata in arte.
La curatrice è Melania Gazzotti, professionista che si occupa da molto tempo di immagini sia a livello editoriale che museale.
Non l’ho mai incontrata di persona ma conosco molto bene il suo lavoro: negli ultimi anni ha curato “Ponzi/Zagnoli: una storia americana”, mostra (a New York) e catalogo dedicati ai due grandi illustratori, “Mattotti: Covers for The New Yorker”, raccolta delle copertine realizzate da Lorenzo Mattotti per il settimanale americano dal 1993 a oggi, e “Italian Types” libro di Corraini Editore che racconta come i migliori designer italiani hanno influenzato la grafica degli Stati Uniti. Insomma, progetti di alta qualità che sottolineano non solo la professionalità e la competenza di Melania Gazzotti, ma anche la passione che nutre per il mondo della comunicazione visiva.
nerosunero
Adesso è il turno di questo libro dedicato a Mario Sughi, artista dalla doppia anima. Da una parte è pittore, dall’altra – con la firma “nerosunero” – illustratore.
Questo mi ha colpito moltissimo, perché di solito chi è pittore non è, anzi non vuole essere, considerato illustratore. E di contro, l’illustratore non viene riconosciuto pittore.
Mario Sughi supera decisamente questo ragionamento e – interrogato da Melania Gazzotti sull’argomento – afferma: «Dei grandi illustratori ammiro una certa sfrontatezza, una sorta di spericolatezza. Deve essere per via della loro grande preparazione tecnica nel disegno che riescono a volte con più successo dei pittori a mettere in discussione e liberarsi di tutte le regole anche più intoccabili della composizione. Dei grandi pittori ammiro, invece, la capacità di trasmettere l’unicità e la bellezza del loro sguardo sulle cose».
Quindi pur essendo figlio d’arte – suo padre era il pittore Alberto – Sughi attraversa indistintamente campi artistici che per molti suoi colleghi devono rimanere separati. E questo è dimostrato anche dalla sua tecnica di pittura digitale che non viene vissuta come una “diminutio”, ma anzi come un valore aggiunto. D’altronde anche David Hockney negli ultimi anni ha prodotto lavori in digitale di grande valore artistico.
Copertine d’autore
Ho visto per la prima volta un’illustrazione di Mario Sughi sulla copertina del libro “Persone normali” di Sally Rooney (Einaudi), e distrattamente ho pensato si trattasse di un dipinto di Alex Katz, il grande maestro americano. La stessa somiglianza artistica l’ho poi notata su altre copertine da lui disegnate: ancora Sally Rooney, David Nicholls, Domenico Starnone.
Poi, pian piano, iniziando a studiare e conoscere il lavoro di Sughi, quella somiglianza tecnica è scomparsa. Il lavoro di nerosunero ha acquisito una propria forte personalità ed è rimasta una similitudine nel contenuto delle opere.
Raccontare le persone
Quello che più interessa a Mario Sughi come soggetto dei suoi lavori (anche questo è in comune con Katz), sono le persone. Così tanto da evitare quasi del tutto paesaggi o dettagli, se non con la presenza di donne o uomini. Coppie, giovani, professionisti inseriti in cornici metropolitane, naturalistiche o visitatori di musei e gallerie intenti a contemplare opere d’arte, quasi a creare un gioco di rimpalli col dipinto stesso.
Appare chiaro in queste immagini, ma anche nell’utilizzo della palette cromatica, che Sughi ha studiato l’arte di David Hockney e dei suoi ritratti degli anni ‘70 (“Mr and Mrs Clark and Percy” su tutti).
I colori poi nel corso degli anni sono cambiati, attenuando la brillantezza ma mantenendo comunque una nota accesa.
Negli ultimi tempi i lavori di Sughi illustratore, quindi di nerosunero – sono aumentati nel settore editoriale, andando anche a illustrare alcune pagine del quotidiano Domani. Una splendida notizia per chi, come me, ama l’illustrazione e la considera un linguaggio visivo diretto e molto potente per implementare la comunicazione giornalistica.
Mario Sughi abbatte le barriere tra arte e illustrazione: quello che conta è il messaggio visivo, l’opera, poco importa che sia pubblicata su un giornale o esposta in un museo.
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