La bellezza svelata di Piero Gemelli

Articolo pubblicato il: 13 Ottobre, 2021


Una mostra al Pan di Napoli ripercorre il lavoro editoriale e artistico del fotografo

“La bellezza svelata”, la mostra di Piero Gemelli inaugurata qualche giorno fa al Museo Pan di Napoli, si apre con una dichiarazione d’intenti netta. Ad accogliere il visitatore, infatti, due autoritratti che l’artista dipinse giovanissimo e che ci introducono a quello che sarà il soggetto preferito di tutto il suo percorso professionale: il volto.

Architetto e fotografo

Gemelli, studi di architettura a Roma negli anni ’70, in quella Valle Giulia testimone di inquietudini sociali, approda velocemente e inaspettatamente al mondo della fotografia.

Prima con la fotografia industriale e poi con un ritratto di Luciano Lama, storico segretario della Cgil. Poiché i percorsi del destino sono strani, il ritratto di Lama finì sulla copertina del giornale Capital. Grazie a questo colpo di fortuna – la vita di Piero Gemelli cambiò.

Il ritratto di un politico di sinistra, partigiano e comunista, spalancò a Gemelli le porte del mondo della moda. L’arrivo a Milano, le prime foto alle modelle e – con un endorsement di Oliviero Toscani, che apprezzò da subito le sue doti professionali – il salto fino negli Stati Uniti per Vogue America.


Piero Gemelli Mostra Pan Napoli
Tatjana Patiz (Vogue, 1986) e, a destra, il ritratto sdoppiato di Monica Bellucci (1996)

Mostra Pan Napoli
Il ritratto “spezzato” di Carla Bruni (1995)

Oltre la moda

All’apice della carriera, il percorso di Gemelli torna sui suoi passi, riprendendo e ampliando le sue radici architettoniche, creative e grafiche. Non a caso, uno dei suoi maestri durante la giovinezza romana fu Ferro Piludu, maestro troppo velocemente dimenticato della grafica italiana.

I suoi volti, i suoi servizi di moda, non hanno più per soggetto soltanto le modelle ma si arricchiscono di sculture e disegni. La sua ricerca va oltre l’editoria sfociando risoluta nell’arte.


Piero Gemelli
Ritratto surrealista (1989). A destra una creazione per Vogue Uomo (1992)

Guardare è cercare di capire

Scrive Riccardo Falcinelli nel testo che accompagna il catalogo della mostra (Editori Paparo): “Da un punto di vista pragmatico la foto di moda nasce per promuovere abiti e stili di vita, la malinconia sembra quanto di più lontano dal suo linguaggio. Eppure quel sentimento sta lì, trascende la semplice foto: c’è tutto quello che chiediamo a una pagina di Vogue, ma c’è anche qualcosa in più. Del resto Gemelli non ha mai puntato alla foto bella, il senso dell’arte è altrove. Guardare è cercare di capire”.


Mostra fotografia Pan
Alejandra Alonso in un bellissimo scatto del 2017

È la ricerca di qualcosa, del sentimento oltre l’estetica, che guida la vita professionale di Piero Gemelli e che lo porta a sondare tutti i campi della comunicazione visiva.


Gemelli Piero Mostra
Piero Gemelli davanti al doppio autoritratto (1992 circa)

E ancora una volta, durante l’inaugurazione della Mostra di Napoli, il suo sguardo discreto si poggia sulle sue opere con la stessa curiosità di quando le immaginò. Fino a tornare al doppio autoritratto della prima sala, opera di gioventù ancora acerba agli occhi dell’artista ormai affermato. Pudicamente Gemelli si chiede se ha fatto bene ad esporlo. 

Ma per il visitatore la risposta è ovvia: è il naturale inizio di un percorso artistico nato proprio grazie a quello sguardo.

“La bellezza svelata”, a cura di Maria Savarese con Maria Vittoria Bavarelli, è visitabile presso il Palazzo delle Arti di Napoli fino a fine novembre.



Scopri le altre sezioni del mio sito:

Qui trovi gli ultimi articoli nella sezione “L’Espresso”

Qui trovi le ultime interviste nella sezione “Dialoghi”


Condividi l'articolo su: