Klein, De Martiis e la Roma del dopoguerra

Articolo pubblicato il: 9 Novembre, 2022


A Roma la mostra fotografica “William Klein ROMA Plinio De Martiis”. Un doppio sguardo artistico e senza retorica sugli anni ’50 della Capitale

Il Mattatoio di Roma ospita fino al 26 febbraio 2023 la mostra “William Klein ROMA Plinio De Martiis”. Si tratta di un progetto a cura di Daniela Lancioni e Alessandra Mauro, promosso da Roma Culture e organizzato da Azienda Speciale Palaexpo con la collaborazione di Contrasto.

Personalità a confronto

La mostra presenta un inedito accostamento tra William Klein, fotografo di fama mondiale scomparso lo scorso settembre, e Plinio De Martiis, leggendario gallerista romano la cui eccezionale attività di fotografo è ancora poco nota al grande pubblico. Gli scatti dei due personaggi catturano alcuni aspetti della Roma degli anni Cinquanta, in particolare la vita nelle sue periferie. Anche se con stili diversi, entrambi mostrano un’attenzione particolare per la condizione umana.


Plinio De Martiis ROMA
Due ritratti di periferia romana. Foto di Plinio De Martiis. Courtesy Fondazione Gramsci Onlus © Eredi Plinio De Martiis

ROMA William Klein
“Capellona + Tram”, Roma, 1956 © foto William Klein

Klein l’artista

William Klein, nato a New York nel 1926 da genitori emigrati dall’Ungheria, si distingue sin da giovane per le sue spiccate capacità creative. Già direttore artistico del giornale del liceo, ha una curiosità fortissima che lo spinge ad approfondire tutte le arti: dal cinema alla pittura, dalla letteratura alla fotografia. La svolta arriva a Parigi negli anni ’40 dove – grazie a uno scambio culturale – frequenta l’università della Sorbonne e inizia a dipingere con ottimi risultati.

Dalla pittura alla fotografia il passo è breve. Attraverso la macchina fotografica Klein riesce a catturare ciò che più gli interessa: il movimento. Nel 1954 torna a New York e produce una serie di scatti che rappresentano una novità estrema nel mondo della fotografia. “Life is good & good for you in New York” è il libro che raccoglie questo primo, importantissimo progetto. Immagini che raccontano la metropoli americana come non si era mai vista: le pagine stentano a contenere l’energia dei personaggi e dei luoghi immortalati. Ritmi frenetici, scatti rubati, sequenze di pagine che ricordano il movimento cinematografico della macchina da presa.

Da qui partono i progetti in cui Klein racconta le città attraverso le sue fotografie e che lo faranno conoscere e amare in tutto il mondo. Roma, Tokyo, Mosca e poi Parigi sono progetti e libri da lui stesso progettati e disegnati anche graficamente.


William Klein
“Semaforo rosso a piazzale Flaminio”, Roma, 1956 © foto William Klein

Un americano a Roma

“Roma”, da cui sono tratte le fotografie esposte all’ex Mattatoio di Roma, è del 1959. Chiamato nella Capitale per lavorare come assistente di Federico Fellini nel film “Le notti di Cabiria”, quando la produzione del film slittò, il giovane Klein ne approfittò per raccontare la città che perlustrò, dal centro alla periferia, in compagnia di guide illustri come Fellini, Alberto Moravia, Ennio Flaiano, Pier Paolo Pasolini.


William Klein
“In Vespa”, Roma, 1956. A destra: “Commemorazione di una giovane donna morta”, Roma, 1956 © foto William Klein

Klein vede gli antichi monumenti, trascorre le domeniche a Ostia, capisce la crisi degli alloggi e la periferia che avanza. Nelle sue immagini avvertiamo la meraviglia di un ragazzo americano che scoprendo una città bellissima e complessa, scopre anche il suo talento e la capacità di diventare un grande fotografo.

Il lavoro romano fu pubblicato in un libro che uscì nel 1959 edito da Feltrinelli ed è stato riproposto recentemente da Contrasto.

De Martiis il gallerista

Figura completamente diversa da Klein, ma altrettanto affascinante e originale, Plinio De Martiis è stato il fondatore della leggendaria Galleria La Tartaruga di Roma. E quindi è stato anche l’animatore della vita culturale e sociale di Roma negli anni ’50, da lui stesso definiti “Gli anni originali”, che sfociarono poi nella “Dolce Vita”.


ROMA Plinio De Martiis
Foto di Plinio De Martiis: Courtesy Fondazione Gramsci Onlus © Eredi Plinio De Martiis

Giovanissimo, aveva partecipato attivamente alla Resistenza e nel Dopoguerra era stato funzionario del Partito Comunista. Poi – prima di entrare nel mondo dell’arte in maniera prorompente – De Martiis lavorò come fotoreporter per diverse testate nazionali, tra cui i quotidiani “l’Unità” e “Il Mondo”, il settimanale “Vie Nuove” e il mensile “Noi donne”. Nel triennio che va dal 1950 al 1953 realizzò moltissimi reportage che documentano le condizioni di vita nella periferia romana. Un’attività – quella della fotografia – intensa e analitica, passata in secondo piano rispetto al ruolo che De Martiis ha avuto nel mondo dell’arte romana e nazionale.


Plinio De Martiis
La periferia romana negli anni ’50. Courtesy Fondazione Gramsci Onlus © Eredi Plinio De Martiis

Adesso, anche grazie a questa mostra e all’accostamento al grande maestro William Klein, il lavoro fotografico di De Martiis può essere riscoperto in tutta la sua qualità artistica.

Un accostamento per nulla azzardato, perché per entrambi gli autori vale l’affermazione di Klein sul significato della fotografia: «La macchina fotografica giustifica la mia presenza di perenne straniero, intruso e curioso. Forse è così che tutti si sentono in una grande città ed è così che si deve vivere: straniero tra gli stranieri, tutti ugualmente attori di una continua e affascinante festa mobile». Quella festa mobile della Roma del dopoguerra di cui proprio Plinio De Martiis fu creatore e pigmalione.


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