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Articolo pubblicato il: 19 Maggio, 2021


È uscito il nuovo progetto grafico del magazine femminile del Gruppo Gedi firmato da Francesco Franchi

Che lavoro imponente e incredibile è il numero speciale di D-La Repubblica delle Donne, uscito in edicola sabato 15 maggio in occasione dei 25 anni del giornale. 544 pagine firmate dalla direttrice Valeria Palermi e inquadrate nel nuovo progetto grafico di Francesco Franchi realizzato proprio per questo anniversario. Una vera prova muscolare, in anni in cui la contrazione del mercato editoriale ci ha abituati a foliazioni sempre più ridotte e con qualità in caduta libera.

Paragoni eccellenti

Già dalle prime pagine, dall’editoriale iniziale della Palermi, è impossibile non pensare al famoso September Issue di Vogue America, quando la direttrice Anna Wintour per il numero di settembre del 2007 disintegrò ogni record editoriale e pubblicitario confezionando un volume di 840 pagine. Un’esperienza raccontata anche in un documentario – divenuto ormai un classico – che vinse il Sundance Film Festival 2009 nella sua categoria.

Insomma, un’impresa titanica sia da un punto di vista dei contenuti (che ripercorrono questi cinque lustri ripresentando i personaggi, le battaglie, le mode e i pensieri femminili che li hanno caratterizzati), sia per quanto riguarda la grafica.

D-La Repubblica delle Donne
Una doppia pagina che ricorda le grandi interviste pubblicate dal 1996 ad oggi
Una nuova idea di giornale

Ma «Attenzione – ammonisce Franchi, al telefono dalla redazione milanese – perché il difficile arriva adesso. Paradossalmente è più semplice fare un numero unico speciale e roboante di 500 pagine che poi continuare le settimane successive mantenendo un livello qualitativo alto, costruendo il giornale in maniera diversa. Un periodico di questo genere ha necessità di essere curato nei minimi particolari, ha bisogno di idee sempre nuove e di una coerenza dello sfoglio che lo renda uniforme. Ogni singola pagina deve essere lavorata fino a che non si raggiunge il risultato migliore».

Francesco Franchi progetta il nuovo D come fosse la sua personale Bibbia grafica e  contempla tutti gli elementi classici del suo percorso professionale: le “faccine” di Marta Signori che ritraggono gli autori delle rubriche fisse, i fili tipografici che incorniciano i layout, le font customizzate partendo dal classico ed elegante Bodoni, le illustrazioni dei suoi collaboratori di sempre.

«D’altronde – aggiunge – per me non ci sono differenze tra IL del Sole 24 ore, Repubblica, Robinson o D. L’unica differenza è di scala, per il resto il mio lavoro di progettazione è il medesimo».

Il nuovo carattere tipografico

Quando nel 2017, insieme all’Art director Angelo Rinaldi, firmò il progetto grafico del quotidiano La Repubblica sotto la direzione di Mario Calabresi, Franchi creò anche la font Eugenio, chiamata così in onore del fondatore del quotidiano, Eugenio Scalfari.

La fonderia con cui la elaborò fu Commercial Type di Christian Schwartz e Michael Reyes, la stessa che oggi lo ha affiancato per creare Eugenia, la nuova font alla base del magazine femminile. Un carattere tipografico elegante, leggibile e riconoscibile. 

La cover

Schwartz è anche l’autore della copertina – totalmente tipografica e lavorata in rilievo con verniciatura lucida su base opaca – di questo numero speciale. Copertina che cromaticamente rende omaggio alla prima, storica cover di D, maggio 1996, direttrice Daniela Hamaui, con la modella Stella Tennant, recentemente e prematuramente scomparsa, fotografata da Mikael Jansson.

D-La Repubblica delle Donne
A sinistra la cover disegnata da Christian Schwartz. A destra il sommario con la miniatura della prima copertina del 1996

Chiedo a Francesco se è stato difficile proporre e far accettare alla direttrice una copertina totalmente tipografica. «Assolutamente no – mi risponde – anzi è stata una scelta obbligata. Essendo un numero celebrativo, non avevamo un argomento in particolare da mettere in evidenza e tantomeno un personaggio o una modella. Di conseguenza la scelta di sottolineare l’anniversario è stata naturale, così come è stato naturale rivolgermi a Christian Schwartz con il quale collaboro sin dai tempi di IL».

Coordinando l’ufficio grafico della redazione e coadiuvato da Giovanni Cavalleri di Paper Paper Studio, Franchi crea un percorso grafico che mette insieme il passato, il presente e il futuro di D, mostrando copertine e reportage storici (un lavoro enorme di ricerca iconografica) ma proponendone anche di nuovi. 

Le foto

Fondamentale la figura della Photo editor Manila Camarini. Bellissimi infatti sono il servizio fotografico da Procida di Marta Giaccone, il portfolio giapponese di Nicolas Boyer, gli scatti di moda di Toby Coulson e Jan Welters, i ritratti del regista Stefano Sollima firmati da Mattia Balsamini.

D-La Repubblica delle Donne
L’apertura dell’articolo su Procida di Maurizio Fiorino. Foto di Marta Giaccone

D-La Repubblica delle Donne
Portfolio fotografico sul Giappone di Nicolas Boyer

D-La Repubblica delle Donne
Il regista Stefano Sollima ritratto da Mattia Balsamini

E veniamo alle illustrazioni. Partendo dagli imprescindibili tre moschettieri che da tempo accompagnano il lavoro grafico di Franchi: Maria Corte, Agostino Iacurci e Anna Parini.

Dalla Spagna con colore

La spagnola Maria Corte è presente nelle pagine di Francesco già dai tempi di IL-Idee e Lifestyle de Il Sole 24 ore. Dal 2008 al 2016 questo magazine è stato il laboratorio creativo del graphic designer di Saronno: qui ha cominciato a dare forma alla sua idea di comunicazione visiva e qui ha iniziato a collaborare con Maria Corte, artista dal tratto estremamente d’impatto e riconoscibile, ma anche morbido e che di conseguenza le permette di accompagnare articoli di forte attualità e difficili da illustrare. In questo caso i disegni e le sfumature di colore dell’artista catalana accompagnano infatti un dossier di Mara Accettura sul Gender, in un momento in cui il dibattito sul ddl Zan è centrale nella vita sociale italiana. 

Dai muri delle città alle gallerie d’arte

Agostino Iacurci è invece passato dai muri che colorava e continua a colorare come street artist alle pagine di Repubblica prima, Robinson poi e adesso D. Senza disdegnare le gallerie d’arte che hanno ospitato un paio di sue mostre personali. Talento poliedrico e istintivo, le sue grandi e morbide campiture di colore si sposano perfettamente con le rigide geometrie degli impaginati di Franchi.

Una milanese a Barcellona

Anna Parini, milanese ma di stanza a Barcellona, utilizza il segno vettoriale per creare immagini nette che centrano subito l’argomento che illustrano. Poco viene lasciato all’immaginazione e alle suggestioni, il concetto è diretto così come la sua palette cromatica. Questo le permette di essere apprezzata molto anche all’estero dove, tra le sue collaborazioni, spicca addirittura una copertina realizzata per il New Yorker (14 gennaio 2019).

Special Guest

A questo tris d’assi si aggiunge Emiliano Ponzi, fuoriclasse dell’illustrazione italiana e internazionale, chiamato a disegnare un’ipotetica giornata tipo di una ragazza del futuro. Il tratto e l’utilizzo del colore di Ponzi, pur essendo in continua evoluzione, sono unici e hanno fatto scuola per un’intera generazione di giovani illustratori.

D-La Repubblica delle Donne
Illustrazione di Maria Corte

D-La Repubblica delle Donne
Illustrazione di Agostino Iacurci

D-La Repubblica delle Donne
Illustrazioni di Anna Parini

D-La Repubblica delle Donne
Illustrazioni di Emiliano Ponzi

Insomma un numero da collezione pieno di articoli, foto e illustrazioni da studiare fino in fondo. Ma soprattutto un numero che apre la strada a un nuovo ciclo del magazine. E se il buongiorno si vede dal mattino, il nuovo D-La Repubblica delle Donne ha grandi possibilità di dare una nuova spinta al settore dell’editoria al femminile.


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