Il Salotto buono di New York
Articolo pubblicato il: 19 Agosto, 2023
A Williamsburg un laboratorio creativo che riunisce alcuni tra i migliori talenti italiani nella metropoli Usa
A metà tra un hub creativo e un simposio tra amici, è da poco nato a New York, nel propulsivo quartiere di Williamsburg, Salotto.
A fondarlo – e viverlo – un gruppo di professionisti italiani trapiantati nella metropoli americana, uniti dalla stessa visione artistica e di vita, esattamente a metà tra il dinamismo a stelle e strisce e la convivialità del loro paese d’origine.
Chi fa Salotto
Gabriele Rossi – che con Giorgia Lupi e Simone Quadri ha fondato Accurat, eccellenza mondiale nel mondo del data design – ne rappresenta l’avamposto statunitense e da Salotto gestisce e coordina il lavoro del team italiano per i clienti americani.
Lorenzo Fanton è un designer e art director dal percorso professionale eterogeneo e importante. Prima Fabrica – laboratorio creativo internazionale di Benetton – poi un’esperienza in Australia e infine l’arrivo a New York. Dove ha lavorato nello studio di Stefan Sagmeister, in seguito con Ogilvy & Mother e per tre anni come senior designer in Pentagram. Attualmente è free lance.
Gabriel Zangari è Managing Director della filiale di New York di DGI – Design Group Italia. Si tratta di uno studio di design multidisciplinare con sede a Milano, dove è stato fondato 55 anni fa. Con un team di 75 professionisti, DGI offre servizi di digital product design, service design, space design, brand design, product design e ingegneria.
Vittorio Perotti è il fondatore di Yohoho Studio, agenzia che si occupa di brand, pubblicità e progetti digitali tra Milano e New York. Innovazione e sperimentazione sono le parole chiave alla base dei progetti che escono da questo studio moderno e flessibile.
Emiliano Ponzi, illustratore e artista, si è trasferito a New York nell’agosto 2022. Chi segue questo sito conosce molto bene il suo lavoro che coinvolge tutti i campi della comunicazione visiva, dall’editoria alla pubblicità, dall’animazione all’arte contemporanea.
La multidisciplinarietà di Salotto
Giulia Zoavo è grafica e illustratrice. Amante della cultura pop e dello stile urbano, le sue immagini sono vettoriali, dinamiche e colorate. I suoi lavori per clienti privati e per agenzie sono accompagnati da una costante ricerca artistica. In questo modo unisce le due anime del designer, quella commerciale e quella artistica. Vanta collaborazioni prestigiose, in primis quella con lo studio Sagmeister&Walsh.
Fabio Tridenti è un creative director. Si è formato a Milano dove ha lavorato per Young & Rubicam, una tra le più importanti agenzie pubblicitarie del mondo. Dopo un’esperienza a Dubai è arrivato a New York. Le sue campagne pubblicitarie, all’insegna dei colori forti e spesso molto ironiche, hanno vinto molti premi internazionali.
Marco Rosella è regista e designer specializzato in animazione e mixed media. Lavora in 2D, 3D e realtà aumentata e le sue collaborazioni con brand esclusivi e importanti come NBC, Netflix, Spotify sono l’esempio concreto di come Rosella riesca a governare allo stesso modo tutti gli elementi della grafica animata.
Alfredo Chiarappa è regista, fotografo e artista visuale. Ha realizzato reportage fotografici e cortometraggi riuscendo a trattare temi sociali senza rinunciare all’aspetto artistico del suo lavoro. Le sue opere sono state selezionate e proiettate nei maggiori festival cinematografici indipendenti. “The Performance” è il lungometraggio che ha diretto insieme a Caterina Clerici nel 2022.
Filosofia da Salotto
Per sapere di più sulla filosofia e i programmi futuri di Salotto, raggiungo via Zoom tre dei fondatori: Lorenzo Fanton, Gabriele Rossi ed Emiliano Ponzi.
Mi raccontano che l’origine di Salotto è da ricercare nel periodo della pandemia, esattamente a giugno del 2021. Fu allora che alcuni degli attuali componenti dello studio affittarono una casa nella Valle dell’Hudson per continuare a lavorare ma allo stesso tempo stare insieme tra amici. L’esperimento funzionò, lasciando a tutti la voglia di trovare un posto dove ripeterlo in pianta stabile a New York, una volta tornati a casa.
L’occasione capitò quando si liberò un negozio su strada nell’edificio dove abitano Vittorio Perotti e Giulia Zoavo. Lo battezzarono “il Covo” e fu lì che proseguirono l’esperienza dell’Upstate. Rendendosi conto che intorno a quella situazione gravitavano tantissime persone interessanti. Insomma, quello che sembrava un semplice co-working, si stava rivelando una miniera inesauribile di rapporti sociali e professionali all’insegna della creatività e della comunicazione visiva.
La scelta di Williamsburg
Con l’arrivo di Emiliano Ponzi, lo scorso anno, nasce l’esigenza di trovare un posto più grande, in grado di accogliere e ospitare nel migliore dei modi i professionisti che lo vivono. Il loft di Williamsburg, quartiere tra i più dinamici della metropoli, diventa subito il luogo perfetto per proseguire un percorso nato dal caso in maniera organica. Presto si capisce che è la risposta perfetta per la domanda della comunità creativa italiana di fare rete, incontrarsi e confrontarsi.
L’atmosfera è informale ma elegante, grazie anche agli splendidi mobili forniti da Flou, da subito sponsor dell’iniziativa.
Spirito internazionale
Gabriele Rossi racconta la vocazione internazionale di Salotto che si sovrappone perfettamente con la filosofia di Accurat. Nata come società italiana, con tutto il valore aggiunto della cultura made in Italy, Accurat da subito si rivolse in modo spontaneo a un pubblico mondiale, principalmente americano.
Anche Lorenzo Fanton percepisce Salotto come la naturale continuazione del suo percorso professionale. D’altronde già quando frequentò Fabrica – l’hub creativo di Benetton – la sua creatività era rivolta al mondo internazionale e si fondava sulle sinergie tra creativi. Proprio come adesso.
Emiliano Ponzi mi fa notare che tutti i professionisti che frequentano Salotto hanno delle specificità ben precise, ognuna diversa dalle altre, e per questo nascono spesso collaborazioni tra di loro.
Il primo evento
Il primo grande appuntamento “pubblico” di Salotto si è svolto a luglio scorso, con una performance live del comico Luca Ravenna. Un evento nato per caso, in seguito al fortuito incontro tra Giulia Zoavo e Ravenna, in tournée a New York. La designer gli ha proposto di fare uno show a Salotto e lo stund-up comedian non si è fatto pregare, riempiendo il loft di Williamsburg di pubblico italiano ed entusiasta.
La scelta di fare esibire Luca Ravenna gratuitamente – mi spiega Rossi – è alla base della filosofia di Salotto, il cui scopo non è monetizzare ma creare link tra persone.
Ponzi e Fanton aggiungono che New York è una città carica di energia che funziona per microcomunità che ti aprono il loro mondo democraticamente e meritocraticamente.
In queste micro comunità (all’interno della comunità degli italiani, c’è la micro comunità dei designer italiani, o degli art director, o dei registi e così via) non c’è competitività, al contrario di quanto si possa pensare circa la vita nella metropoli americana. Anzi, è interesse comune delle persone che si conoscono creare una rete che può sfociare – prima o poi – in collaborazioni professionali.
Salotto futuro
I prossimi mesi di Salotto si prospettano pieni di impegni: l’otto novembre inaugurerà la mostra di Steven Guarnaccia in occasione dell’uscita del nuovo libro pubblicato da Corraini editore. E poi, a gennaio, sempre Corraini presenterà “Il grande libro dei Sedicesimi”, volume cult su cui la casa editrice mantovana punta moltissimo. E tanti altri progetti e collaborazioni sono sul punto di essere definiti per il 2024.
Insomma, i protagonisti di Salotto presentano a distanza di cinque secoli la stessa capacità maturata nelle grandi botteghe rinascimentali di permeare con la loro creatività mondi – e in questo caso anche culture – diversi per tracciare un segno che resterà nel tempo.
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