Il magazine Freudiano

Articolo pubblicato il: 8 Marzo, 2023


È appena uscita “Parapraxis”, rivista americana che tratta di psicanalisi con un design contemporaneo
Ok Mag
La cover del primo numero di “Parapraxis”

“Parapraxis” è un nuovo magazine che tratta di psicanalisi, di Freud e della società moderna.

“Paraprassia” è un termine che – in psicologia e psichiatria – indica un movimento, azione o espressione verbale inadeguati, errati o involontariamente omessi. Quindi interpretabili secondo il concetto psicanalitico di «atto mancato».

Ma è tutt’altro che un atto mancato “Parapraxis”, un nuovo magazine statunitense che tratta proprio di psicanalisi.


Approccio moderno e sorprendente

Pur essendo un prodotto californiano (di Oakland, per la precisione), è vicino alla sfera editoriale di “n+1”, rivista letteraria di Brooklyn molto cool, e approccia la secolare teoria e pratica della psicanalisi in modo moderno e sorprendente.

A cominciare dal progetto grafico – bellissimo – realizzato dallo studio di design canadese Loki.


Parapraxis Magazine
I problemi di famiglia – si sa – sono pesanti

Parapraxis Mag
Doppia pagina di apertura di un articolo sulla famiglia

Magazine Freudiano

Hannah Zeavin, 32 anni, autrice, professoressa e storica della psicoanalisi, ha fondato il magazine e insieme al vicedirettore Alex Colston, 31 anni, afferma di voler indagare e scoprire la dimensione psicosociale delle nostre vite. Approfondire quindi questioni sociali, politiche e personali in relazione a violenza e conflitto, genere e sessualità, razzismo ed esperienza diasporica, assistenza e benessere.

Pubblicata dalla The Psychosocial Foundation, “Parapraxis” ha un approccio critico e consapevole dei limiti del pensiero di Freud e delle moderne istituzioni psicoanalitiche. 

Presenta recensioni, articoli segnalati, editoriali sulla cultura e sui movimenti sociali e saggi di approfondimento.


Parapraxis
Colori forti e fotografie d’impatto

Psicanalisi per tutti

Ma la grande novità del magazine – oltre all’ambizione di ringiovanire il pensiero psicoanalitico di sinistra – è quella di rivolgersi a un pubblico più generale. “Parapraxis” vuole diventare la prima rivista popolare che tratta la scienza della psicanalisi.

Proprio per questo il layout grafico scarta da tutte le riviste scientifiche in circolazione e vira decisamente nel settore dell’editoria indipendente candidandosi decisamente a vincere premi e segnalazioni nell’ambito della comunicazione visiva.

Foto di altissima qualità, impaginati colorati e font ultra moderni sono alla base del progetto grafico, all’insegna della freschezza e della grande leggibilità.

Ogni soluzione visiva – e ce ne sono molte – non è mai fine a sé stessa ma è sempre al servizio del messaggio. Per intenderci, il “famolo strano” – grande nemico del design editoriale sperimentale e male spesso tutto italico – è bandito da queste pagine che, pur trattando temi pesanti, fanno della grafica l’arma in più per catturare l’attenzione del lettore.

L’identità visiva di “Parapraxis” è un progetto completo e uniforma perfettamente il magazine cartaceo con il sito on line e i device digitali, anch’essi moderni e di semplice fruizione.


Web Site
“Parapraxis” in versione mobile

La famiglia prima di tutto

La rivista – che si pone come luogo di dibattito teorico sul significato e sul ruolo della psicoanalisi oggi – presenta in ogni numero un tema che viene introdotto dal direttore nell’editoriale e poi analizzato nei suoi vari aspetti. 

Il primo mito che Freud cercò di smantellare fu quello della famiglia sana. Cento e qualche anno dopo, la famiglia di Freud e altre invenzioni psicanalitiche ci agitano ancora. Sembra davvero che non riusciamo a vivere con la famiglia reale e immaginaria e, allo stesso modo, non possiamo ancora vivere senza di essa. Il primo numero di “Parapraxis”, quindi, verte proprio sulla famiglia.


Magazine
L’aspetto cromatico è molto importante nel layout grafico di “Parapraxis”

Freud Magazine
Foto e ingombri di testo moderni e leggibili

Arrivare alla verità

Ogni numero di “Parapraxis” si conclude con un’analisi di un errore storico – teorico o pratico – della tradizione psicoanalitica, commesso dallo stesso Freud o da coloro che in suo nome hanno pensato e praticato.

“Di errore in errore” – scrisse infatti Freud – “si scopre tutta la verità”. Questa è la luce guida della rivista ma in questo primo numero sembra che gli autori di errori ne abbiano commessi davvero pochi. Evidentemente la verità – almeno quella editoriale – è già stata raggiunta.


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