God Save the Queen
Articolo pubblicato il: 8 Ottobre, 2021
La vita e le opere della regina Elisabetta II in un sorprendente libro di Ivan Canu
Nel mondo delle immagini, il passaggio dalla dimensione di illustratore a quella di autore non è facile né automatico. Non sempre chi ha il talento del disegno ha anche quello del racconto. E non è detto che tutti gli illustratori abbiano l’esigenza di creare un prodotto realizzato interamente da loro.
È un po’ come nella musica, dove esistono gli autori – che compongono canzoni esclusivamente per altri – i cantautori – che si scrivono le canzoni da soli – e gli interpreti – che cantano motivi creati appositamente per la loro voce.
Come diventare autori
Mi capita spesso di parlare con giovani illustratori e sentirli scalpitare alla ricerca di un progetto che possa renderli “finalmente” autori. Ma per diventarlo è necessario lavorare e studiare moltissimo. Compiere un percorso che possa portarli a una completezza creativa tutta da costruire e conquistare.
Ancora: se dovessi spiegare a un giovane come si diventa artista a tutto tondo – ammesso e non concesso che abbia qualche consiglio valido da trasmettere – gli direi di guardare sempre oltre. Di studiare, di essere curioso, di fare mille esperienze lavorative. Dopo anni, probabilmente tutto questo vissuto gli tornerà indietro sotto forma di mestiere, di lucidità creativa, di entusiasmo e improvvisamente si sentirà pronto per creare qualcosa di completo. Sarà diventato un autore.
Un libro fresco di stampa corrobora la mia tesi. Si tratta di “God Save the Queen – Le opere e i giorni di Elisabetta II Windsor” e l’autore è una vecchia conoscenza di questo sito, Ivan Canu.
Canu è uno degli illustratori italiani più attivi in campo editoriale: pubblica per magazine e quotidiani nazionali e internazionali. Ha realizzato molti libri con numerose case editrici. È fondatore e direttore del Mimaster, scuola di illustrazione di Milano, ed è stato anche art director e graphic designer. Laureato in lettere, indirizzo Storia dello Spettacolo, ha lavorato per anni nel mondo della critica teatrale curando la parte grafica e diventando poi direttore del magazine Hystrio.
Un percorso di formazione e lavorativo articolato, non lineare, che lo ha fatto diventare un professionista completo. Il suo bagaglio culturale, stilistico e tecnico è ampio e gli consente di risolvere ogni commissione con soluzioni sempre diverse e sorprendenti.
La regina pop
Un gioco continuo di rimandi grafici, storici e pop rende questa pubblicazione un capolavoro editoriale, uno di quei volumi che – ogni volta che si sfogliano – svelano nuovi particolari da scovare e ammirare. Quasi una sfida interattiva con il lettore, in cui quest’ultimo fatica a stare dietro alla creatività dell’autore e a indovinare tutte le caleidoscopiche rivisitazioni grafiche della regina.
“God Save the Queen”, edito da Centauria, è il primo libro di cui Canu ha curato sia le immagini che i testi. La protagonista – la regina Elisabetta II – viene studiata, analizzata e riproposta attraverso lo sguardo autoriale dell’artista sardo.
E così troviamo la sovrana inglese in versione punk, interpretata in stile Gilbert & George, alla Milton Glaser o alla Roy Lichtenstein. Ma anche mentre attraversa Abbey Road a Londra, proprio come sulla copertina dell’omonimo disco dei Beatles. Oppure da bambina – quando nel 1929 apparve sulla copertina di Time – ma stavolta Ivan Canu la disegna come Shirley Temple.
E cosa dire, infine, delle infografiche? Un gioco nel gioco, decine di ulteriori informazioni restituite al lettore in forma grafica. Le dimore dei Windsor, i viaggi reali, i 14 primi ministri che si sono succeduti durante il regno di Elisabetta II. Tutto è divertimento ma al contempo tutto è serio, in un libro pieno di notizie e testi dettagliati.
Canu inventa un modo personale di raccontare i personaggi attraverso le illustrazioni, i testi, e la cura del particolare.
È proprio questo che intendo per maturità artistica, per essere autori. Riuscire a raggiungere un proprio linguaggio di comunicazione talmente personale e diretto da diventare universalmente riconoscibile. Come detto, un passaggio né facile né automatico ma senz’altro raggiungibile attraverso il sacrificio, la determinazione e la passione verso il proprio lavoro.
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