Fai attenzione, arriva Awand
Articolo pubblicato il: 3 Agosto, 2022
Una rivista vera, di carta e inchiostro, che approfondisce il mondo dell’arte e della cultura visiva
“Awand” è una rivista cartacea trimestrale, a tiratura limitata, che indaga il mondo delle arti e della creatività. Nato nell’autunno 2021, il magazine deve la sua nascita a Antonio Cornacchia, consulente di comunicazione visiva di base a Monza ma di origine pugliese.
Grafico, art director, giornalista: Antonio Cornacchia ricopre più figure professionali e proprio per questo si occupa di tutti i tipi di media – tradizionali e non – è free lance creativo per aziende, enti, istituzioni e sviluppa progetti artistici.
Uno strano nome tutto italiano
Il nome della rivista – “Awand” – non è un termine anglosassone, tutt’altro. In dialetto barese significa letteralmente “agguanta”, “afferra”, e in senso figurato significa “fai attenzione”. Ed è proprio l’attenzione, la ricercatezza, il valore che Cornacchia riversa nel suo prodotto.
Attraverso accurate interviste ai protagonisti dell’arte visiva “Awand”, numero dopo numero, traccia una mappa della creatività in Italia. A mio avviso è proprio nei contenuti che questa rivista si discosta da altri modelli editoriali. I personaggi scelti non sono mai banali, ognuno un’eccellenza nel proprio campo.
Copertine da collezione
Gli illustratori la fanno da padroni, svelando la passione di Cornacchia per il mondo delle immagini disegnate. Ogni numero del magazine ha una copertina illustrata, così come sta facendo anche “Review”, il mensile culturale de “Il Foglio“, altro giornale che predilige assegnare le cover agli illustratori.
Ogni rivista quindi presenta all’interno un approfondimento sull’autore della copertina, attraverso l’intervista e un portfolio selezionato della sua opera. Guido Scarabottolo, Igort, Gabriella Giandelli e Lorenzo Mattotti sono i Maestri che hanno illustrato i primi quattro numeri di “Awand”. Un poker di fuoriclasse.
Non solo illustrazione
Ma il mondo dell’arte trattato su “Awand” non è solo quello delle illustrazioni. Si parla di satira e giornalismo, ed ecco l’intervista ad Altan, talento schivo e chirurgico nelle sue analisi della società. C’è il mondo del teatro con Emma Dante e Elio De Capitani. La letteratura con Carmen Pellegrino e Andrea Donaera. La poesia di Chandra Livia Candiani e Maria Borio. E ancora la fotografia, con interviste a Ferdinando Scianna o a Chiara Fossati con la sua ricerca sul mondo dei giovani. La musica, con personaggi eclettici e ricercati: Teho Teardo, Julie’s Haircut, Cristina Donà.
Sono solo alcuni degli artisti presenti su “Awand” ma rendono bene il profilo che Cornacchia e i suoi collaboratori hanno scelto per la rivista: qualità e originalità e non la ricerca del personaggio famoso. Anche per questo le domande che la redazione rivolge agli intervistati spesso ruotano intorno alla differenza tra arte mainstream e di nicchia, arrivando ad affermare – questa la teoria di Igort – che tale separazione non esiste più.
Grafica perfetta
Infine un plauso per il progetto grafico, anch’esso opera dell’onnipresente Antonio Cornacchia. Così come dovrebbe sempre essere – ma purtroppo non sempre lo è – il design di “Awand” è la cornice perfetta per i suoi contenuti.
Nessun personalismo grafico né stranezze creative: l’impaginato rinuncia a qualsiasi inutile orpello per dare la massima attenzione (come da nome della rivista) ai contenuti, interviste e portfolio. Ne esce un prodotto di estrema eleganza che aiuta il lettore a entrare direttamente in sintonia con i personaggi analizzati e le loro opere.
“Awand” è edita da Squilibri ed è in vendita in queste librerie o ci si può abbonare direttamente qui.
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