Dàme, la pancia delle donne

Articolo pubblicato il: 30 Dicembre, 2021


È nato un nuovo magazine indipendente dedicato al mondo femminile e alla comunità LGBTQIA+
La copertina del primo numero di “Dàme”

La nascita di un nuovo magazine è sempre una buona notizia. Se poi è pubblicato da Frab’s, la novità assume anche particolare interesse. Perché Frab’s (“magazine” nella veste di negozio in cui trovare le migliori riviste indipendenti nazionali e internazionali; “publisher” come casa editrice e distributore) è sinonimo di qualità, ricerca e sperimentazione, passione. 

“Dàme” – questo il nome della nuova rivista indipendente – è fondata da Sara Augugliaro e pubblicata da Frab’s Publishing. Nasce come progetto di laurea della stessa Augugliaro per il corso di Moda del London College of Fashion – University of the Arts, London.


Femminismo contemporaneo

Il tema principale del magazine è il corpo delle donne (compresa la comunità LGBTQIA+) alla ricerca della normalizzazione e dell’accettazione delle diversità fisiche, di genere, di razza. Una scelta femminista che però vuole essere contemporanea: le lotte del passato hanno raggiunto molti obiettivi – politici negli anni ’60, di liberazione sessuale nei ’70, sociali negli anni ’80 e ’90 – ma le discriminazioni non sono scomparse.

Si parla dunque di “Body Positivity” come movimento sociale per liberare le donne dagli standard predefiniti dei media. La bellezza non può essere un principio utilizzato per decidere se una persona è valida o meno. Insomma, lo scopo di “Dàme” è normalizzare le diversità.


Una doppia pagina del magazine

Daisy Collingridge, artista britannica

La pancia delle donne

Il primo numero del magazine è dedicato alla “pancia”, da quella piatta delle sportive a quella delle donne incinte fino a quella presentata in copertina con morbidi rotoli di grasso. 

All’interno del giornale – nell’elegante progetto grafico di Andrea Augugliaro (peccato però non sia una donna a curarlo) – ventri femminili fotografati, descritti e illustrati da artiste e attiviste, ma anche la storia della pancia tra arte, religione e letteratura firmata da Jennifer Guerra. E poi i temi legati al corpo: ciclo mestruale, identità di genere, sessualità, obesità con le ansie che si porta dietro. Il tutto descritto con grande normalità perché proprio il raggiungimento della normalità è lo scopo di questo progetto.


“MySecretCase”, brand italiano di Sex Toys

Il progetto fotografico “Hello I’m Nora” di Emily Stein

Il mercato dei Sex Toys viene raccontato e analizzato attraverso il case history di  “MySecretCase”, brand fondato in Italia nel 2014 da Norma Rossetti

La fotografa Emily Stein con il suo lavoro “Hello I’m Nora” documenta come la bellezza non ha età: Nora, una donna di 73 anni, si mostra di fronte all’obiettivo fotografico con naturalezza e pienamente a suo agio, quasi a incarnare il mondo cui dovremmo tendere.


Belle di faccia
Mara Mibelli con Chiara Meloni e il loro progetto “Belle di faccia”

Belle di faccia

L’illustratrice e attivista Chiara Meloni, intervistata da Holly Brookes-Smith, spiega la sua battaglia contro la grassofobia in un paese ancora molto, troppo discriminatorio. Il progetto “Belle di faccia” – pensato insieme a Mara Mibelli – sottolinea le micro aggressioni che le donne grasse subiscono continuamente. Ad esempio quando si sentono dire che hanno un viso così carino, intendendo con questo che il resto del corpo ha qualcosa che non va. Le illustrazioni di Chiara Meloni a corredo del colloquio sono un’allegra esplosione di colori e fantasia.


Cotton Canfy
Un’opera di Marta Viola in “Cotton Candy”, edizioni Yogurt
Cotton Candy

Marta Viola presenta il suo libro fotografico “Cotton Candy”. È – questo – un progetto che ben conosco e apprezzo. Il volume, edito da Yogurt, è il percorso prima personale e poi condiviso con altre donne della consapevolezza del proprio corpo. Un traguardo che solo le donne possono raggiungere smarcandosi dal filtro dello sguardo maschile e del conseguente pensiero culturale di cui la nostra società è impregnata.

Le Polaroid di Marta Viola sono solo l’inizio del lavoro: su queste l’artista ha poi lavorato concettualmente, manualmente e in digitale creando opere d’arte che in successione realizzano un universo femminile vario e perturbante.


Ma “Dàme” non finisce qui: ancora molti argomenti completano questo primo numero di un magazine che si pone subito come necessario. E che – come dichiara Anna Frabotta di Frab’s – vuole essere “fonte di informazione, incarnazione di bellezza e motore di un senso di appartenenza”.


Veronica Yoko Plebani ha vinto il Bronzo nel Triathlon alle Paralimpiadi di Tokyo 2020

Karoline Vitto, designer brasiliana che vive e lavora a Londra

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