Crossroad Comics, il fumetto interattivo
Articolo pubblicato il: 30 Agosto, 2023
Esce per Oblomov un volume illustrato originale e sorprendente firmato da Sergio Algozzino
È appena uscito – pubblicato dalla casa editrice Oblomov – garanzia di qualità nel mondo dei fumetti – “Crossroad Comics”, ultima fatica in ordine di tempo di Sergio Algozzino.
Algozzino è un artista poliedrico che attraversa indistintamente tutti i campi della comunicazione visiva e non solo, dall’illustrazione al fumetto, dalla sceneggiatura alla produzione musicale.
Alla base del suo lavoro c’è una conoscenza illimitata della cultura delle immagini che riesce sempre a trasmettere ai fruitori delle sue opere.
Un libro interattivo
“Crossroad Comics” nasce dall’omonima rubrica mensile che Sergio Algozzino disegna su Linus, storico magazine della citaliano. Raccoglie le pagine realizzate finora ma – sottolinea l’autore – rivedute e corrette, a volte ampliate, e soprattutto ne presenta di nuove, realizzate ad hoc per questo volume.
Adoro Linus: a mio avviso il direttore Igort, Maestro riconosciuto del fumetto internazionale, sta realizzando un gioiello editoriale, avendo trovato il giusto mix tra grandi fumetti e alta letteratura. E adoro “Crossroad Comics”, la rubrica di Sergio Algozzino.
Proprio per questo, libro alla mano, l’ho raggiunto per chiedere direttamente a lui alcune curiosità che riguardano questo lavoro e – più in generale – il suo percorso professionale. Ne è uscito un dialogo sincero, in cui emergono senza filtri la grande competenza culturale e la grande umanità di Sergio Algozzino.
ARTISTA UNIVERSALE
Hai sempre alternato vari ruoli professionali all’interno del tuo vasto percorso artistico. Disegnatore, colorista, autore e sceneggiatore, docente e addirittura produttore musicale. Da cosa nasce questa capacità di cambiare funzione?
Direi anzitutto passione e curiosità, perché amo il fumetto in tutte le sue forme e non riesco ad accontentarmi di un unico modo di fare. Sono i due elementi per me immancabili se si vuole davvero fare questo mestiere, che non si limita per me alla sola capacità tecnica/estetica.
O meglio, forse potrebbe anche limitarsi ad essa, ma, non essendo bravo come vorrei, mi piace affrontare e conoscere più aspetti della mia professione e farne parte nella sua totalità. Non sarò mai dunque fra i migliori disegnatori ma riesco almeno ad essere molto competente.
Passione e curiosità mi portano dunque anche alle altre attività che hai nominato, che siano musicali o didattiche. Amo profondamente tutto quello che faccio, e se nel tempo mi è capitato di fare qualcosa “meno importante”, e crederci un po’ meno, ho capito di aver sbagliato. Sono diventato sempre più intransigente con questo mio aspetto.
PARTIAMO DALL’INIZIO
Sei culturalmente onnivoro: dalle tue opere si evince specificatamente una passione sfrenata per i fumetti, la musica, il cinema, la letteratura. Che formazione hai avuto e come hai iniziato a disegnare questi mondi?
Mi sono reso conto, da grande, di avere affrontato questa mia passione fin da subito come una scelta naturale di vita. Sono sempre stato uno schiacciasassi, che pur di arrivare a un obiettivo ignora ostacoli e incidenti di percorso.
Non avevo un ambiente familiare marcatamente artistico, eppure sono sempre stato convinto che avrei fatto fumetti. Chiaro che ho causato anche svariate preoccupazioni al riguardo, ma la mia convinzione è sempre stata così forte da riuscire a renderla credibile a tutti.
Non ho neanche potuto fare una Scuola d’indirizzo, non erano così diffuse all’epoca, se non in altre città, ma la mia curiosità mi ha portato a studiare “naturalmente” tantissimo. Quindi anche a leggere e appassionarmi a tutto quello che fosse a fumetti.
Per me non è mai esistita una distinzione fra fumetti italiani, francesi, americani o giapponesi, ho sempre e solo diviso fra fumetti buoni e fumetti meno buoni.
La mia formazione è stata quindi anzitutto molto istintiva, approfondendo in maniera vorace ogni aspetto (non solo i disegni, ma anche la foliazione, la grafica, mi affascinava tutto!). Poi ho cercato di supplire alla mia impossibilità di iscrivermi a una Scuola di Fumetto rompendo le scatole a chi invece potevano frequentarla. Facevo domande per qualsiasi cosa, dal disegno alla scrittura.
La musica è da sempre la mia grande amante, ho iniziato ad approfondire istintivamente anche quella fin dalla mia infanzia, e forse leggo più di musica che di fumetto. Non passo giorno senza leggere una nuova biografia di qualche gruppo o musicista. Amo mettere insieme tutti questi pezzi, e lo stesso faccio col cinema (o la televisione) e la letteratura, che cerco di frequentare e approfondire il più possibile.
Non aver però fatto degli studi “ordinati” mi fa capire continuamente i miei limiti, non scrivo come vorrei, non dipingo come vorrei, non disegno come vorrei. Gli aspetti in cui mi sento più sicuro sono una visione “grafica” delle immagini, un certo istinto “musicale” (che vale anche per il disegno) e una grande conoscenza tecnica degli strumenti digitali e del colore.
CROSSROAD COMICS
Parliamo di “Crossroads Comics”, pubblicato da Oblomov. Il volume nasce dalla fortunata rubrica che disegni ogni mese sulle storiche pagine di Linus. A mio avviso, da quando il magazine è diretto da Igort, è diventato tra le più interessati realtà editoriali del panorama italiano. Mi racconti in cosa consiste la rubrica “Crossroads Comics”?
In fondo, è un po’ la summa della filosofia che ho cercato di esprimere prima: adoro conoscere piccole e grandi storie di personaggi (anche loro grandi e piccoli). Mi piace tantissimo evidenziarne le connessioni, non c’è niente di più entusiasmante che scoprire quando parli di una cosa che è legata ad un’altra che poi ti porta a una terza e così via.
Mi sono reso conto – parlando con disegnatori ma soprattutto in questo caso con musicisti – che era una capacità che avevo approfondito nel tempo un po’ oltre il normale. Dal punto di vista grafico, essendo tavole con temi sempre diversi, e nate su rivista, sono anche la scusa per sperimentare tecniche e composizioni nuovi, senza fermarmi ad un’unica formula.
Nel libro poi ho estremizzato il concetto dei collegamenti, perché se le pagine sarebbero leggibili a sé, ho fatto in modo che siano tutte connesse in sequenza, realizzandone quasi una cinquantina ad hoc e tornando sulle precedenti per uniformare meglio il tutto.
Non volevo, insomma, che fosse “una raccolta di pagine a caso su argomenti a caso”. Nonostante tutto, è possibile leggerlo anche in quel modo, aprendo in qualsiasi punto senza farsi troppi problemi.
PARLIAMO DI IGORT
Com’è nata la collaborazione con Igort, all’anagrafe Igor Tuveri, direttore di Linus?
Poteva nascere già prima, direi anche più di dieci anni fa. Ma la sua reputazione mi ha sempre spaventato.
Mi spiego. Ho iniziato a fargli vedere dei miei disegni fin dalla nascita della Coconino (casa editrice fondata da Igort nel 2000 e poi abbandonata nell 2017, ndr).
Fra tutti è sempre stato, per via del suo non essere “solo” un autore”, un punto di riferimento assoluto. Lavorare con lui è sempre stato un sogno, eppure mi spaventava, perché Igort è molto esigente e io sono uno che invece entra in crisi molto facilmente.
Dopo l’uscita di “Nellie Bly”, per Tunuè, ho capito di aver trovato una strada più convincente, e più o meno dopo un anno dall’inizio della sua direzione di Linus, che avevo seguito fin da subito con grande interesse, mi sono detto: adesso posso.
Così gli scrissi in maniera molto sfrontata, mi assegnarono pochi giorni dopo le prime illustrazioni (quelle su Stephen King, conquistandomi a primo numero la mia prima copertina, incredibile) e grazie a questa “paura” ho innalzato moltissimo la mia asticella.
Da quel momento, a parte due numeri iniziali, sono presente ogni mese sulla rivista, ed ogni mese è una battaglia, non è facile, ma è una importantissima palestra.
IL NUOVO MATERIALE DI CROSSROAD COMICS
Oltre alle rubriche di “Crossroads comics” uscite su Linus e ristampate, ne hai create molte altre appositamente per questo nuovo volume. Cosa hai approfondito in questa nuova serie?
Le nuove pagine sono state pensate anzitutto per agganciarle tutte insieme, era impensabile, nella mia idea che dovessero essere tutte collegate, che lo fossero perfettamente quelle già fatte.
Inoltre, era anche importante creare del materiale per rendere il volume un’opera inedita e ne ho approfittato per dedicare alcune pagine a temi a me molto cari che difficilmente potrebbero trovare spazio su Linus. È il caso delle pagine sulle sigle dei Cartoni Animati, o di quelle a catena sui Queen o anche quella dedicata ad “Ai confini della realtà”.
LIBRO INTERATTIVO
La lettura del libro è particolarmente intrigante, con un escamotage interattivo che collega ogni scheda a quella successiva o a quella precedente, ma che crea anche link storico-culturali tra i moltissimi personaggi dell’opera. Com’è nata questa idea?
Mi rendo conto che se la connessione fra pagina precedente e pagina seguente sarà apprezzata dai lettori, i collegamenti ipertestuali (non cliccabili, purtroppo), che portano a pagine sparse nel libro, sono frutto della mia ossessione compulsiva. E sono ovviamente quelli che mi hanno fatto perdere più tempo in assoluto.
Comunque, fin dalla proposta per le pagine di Linus, ho sempre immaginato questa come forma definitiva per il progetto.
L’ULTIMA DOMANDA, DA 100.000 DOLLARI
Come vedi il presente e – soprattutto – il futuro del fumetto italiano?
Sono sempre curioso. Il fumetto, non solo italiano, è fatto di corsi e ricorsi.
Sorrido molto spesso quando nella mia bolla ci si sorprende per qualcosa che in realtà era già successa venti anni prima, ma in forma diversa, che potrebbe essere un genere di tendenza o uno in caduta libera. Studiando bene la storia del fumetto sono molto evidenti queste oscillazioni.
In questo momento storico – parlando puramente di fumetto italiano – trovo entusiasmante che un autore giovane possa proporre un qualsiasi tipo di progetto disegnato in qualsiasi modo, basta che sia comunque fatto bene.
Di contro, c’è tantissima gente, troppa, convinta che sia un mestiere facile o che basti soltanto assecondare una certa predisposizione al disegno. In questo scenario è inevitabile che poi, attraverso i social, decine di persone, se non centinaia, si lamentino deluse dal sistema.
Ma una buona fetta non ha realmente capito quanto ci si debba impegnare e quanto il livello si alzi quotidianamente, e che bisogna conoscere il mestiere non solo dal punto di vista grafico.
Ringrazio Sergio Algozzino per la sua disponibiltà e per le sue risposte, sincere e mai banali.
Il viaggio di “Crossroad Comics” è appena iniziato e lo vedremo girare nei prossimi mesi nei più importanti appuntamenti dell’editoria a fumetti, dal Gamics Marche al Treviso Comic Book Fest, da Romics a Lucca Comics.
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