Addio Boni, maestro di grafica e di vita

Articolo pubblicato il: 2 Marzo, 2022


Si è spento Bonifacio Pontonio. Graphic designer, artista e professore, ha formato intere generazioni di comunicatori visivi

Bonifacio Pontonio
In posa davanti a suoi ritratti realizzati da Carla Cacianti, “Identità mutevoli”, 2019

Bonifacio Pontonio, creativo e graphic designer dai mille talenti, è morto all’ospedale di Perugia nella notte tra sabato 26 e domenica 27 febbraio 2022.

Nato nel 1948 in provincia di Foggia, Bonifacio Pontonio“Boni” per tutti – lasciò presto la Puglia assecondando uno spirito curioso che non lo abbandonerà mai e che riuscirà a trasmettere a intere generazioni di grafici che ha formato attraverso le sue lezioni. Insegnamenti professionali ma anche – soprattutto, per molti di noi – di vita. L’amore per la grafica, per l’arte e per la sperimentazione era alla base del suo lavoro e della sua esplosiva personalità.


Bonifacio Pontonio
Un’esposizione delle opere di Bonifacio Pontonio

Dai fumetti al brand design

Esordì nel mondo dei fumetti – con “Supergulp” – alla fine degli anni ‘60. Poi spostò la sua attenzione sulla grafica pura e sull’identità visiva delle aziende. Divenne un grande esperto in questo campo della comunicazione e a lui si affidarono multinazionali come il Gruppo Engineering o come l’agenzia di stampa Ansa, di cui creò e curò l’immagine per tre decenni. E ancora Eni, Confindustria, Alitalia, Rai. Nel 1979 progettò il primo quotidiano a colori in Italia, “Il Giornale del Sud”, diretto da Giuseppe Fava.


Bonifacio Pontonio
Tre manifesti realizzati per “Le vie del cinema”, Festival cinematografico di Narni. Edizioni 2014, 2016 e 2017

Tradizione e innovazione

Visse l’avvento dei computer Apple nel mondo della grafica con enorme entusiasmo e seppe da subito trarne i vantaggi e le nuove, infinite possibilità di applicazione e sperimentazione creativa. Di natura dolcissima, sul lavoro era decisionista e chirurgico, pronto a difendere fino allo stremo le sue scelte grafiche senza mai scendere a facili compromessi.

L’accostamento di colori forti e la convivenza di caratteri graziati e bastoni – ricordo che per alcuni anni il Bodoni insieme all’Helvetica Black divennero la sua inequivocabile firma – hanno reso il lavoro di Bonifacio Pontonio potente e riconoscibile.


Pontonio
Immagini tratte da due calendari realizzati da Bonifacio Pontonio

Bonifacio Pontonio
Tutta la potenza della grafica di Boni in questa pagina di calendario

Maestro di vita

Alla fine degli anni ‘80, quando cominciai a studiare grafica, Boni fu mio professore e il rapporto proseguì anche dopo gli anni di formazione, quando sulla carta eravamo colleghi ma dentro di me lui era sempre il maestro e io il suo eterno studente.

Le lezioni di Bonifacio non finivano allo scadere dell’orario scolastico. Subito dopo ci si spostava nel mitico studio di via Farini a Roma dove era capace di tirare fuori dai suoi archivi – mentali e reali – ricordi, disegni, progetti stampati o mai realizzati che ti facevano credere che avesse il doppio dell’età, per quanti erano. Le giornate terminavano alla Trattoria “Nuova Stella”, sotto lo studio, dove tutti lo conoscevano e dove si lasciava andare alle memorie più intime e giovanili. I viaggi a Londra negli anni ‘70, il festival della poesia di Castel Porziano, i primi film del suo amico e conterraneo Fernando Di Leo, regista di “Milano Calibro 9” e di tanti “poliziotteschi”.


Bonifacio Pontonio
Un’opera digitale di Bonifacio Pontonio

Rigore e serietà

Amava i suoi studenti tutti, quasi fossero un’entità unica che aumentava di anno in anno, di decennio in decennio, e a loro si dava senza riserve. Insegnava il rigore e la serietà professionale. Tutto andava progettato al meglio, che si trattasse di un calendario (quanti ne ha creati, l’ultimo per il 2021), di un logomarchio o di un magazine. E insegnava soprattutto l’entusiasmo per una professione in cui si era imbattutto quasi per caso e che poi era divenuta parte fondamentale e imprescindibile della sua natura.


Bonifacio Opere
Altre opere digitali di Bonifacio Pontonio

Negli ultimi anni, oltre all’immancabile insegnamento, Bonifacio si è dedicato alla fotografia e all’arte. Ha creato opere digitali dai colori forti – ispirate all’amato artista Derek Jarman – a chiudere un percorso che ha contemplato tutti i mezzi della comunicazione visiva e che ha vissuto con anarchia e poesia.

Testimonianze

In questi giorni di grande dolore, ho sentito e mi hanno contattato tantissimi ex studenti di Bonifacio. In tutti noi la stessa sensazione, quella cioè di aver vissuto troppo poco il rapporto con lui. Eppure di aver ricevuto tantissimo. La consapevolezza che quello che in noi Boni ha seminato, in questi anni trascorsi dall’ultima lezione (per alcuni pochi, per altri di più) è fiorito e ci ha segnati in maniera indelebile.


Un ringraziamento particolare a Paola Staffa e Carla Cacianti che sono state vicino a Boni fino all’ultimo.


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