Addio Sempé
Articolo pubblicato il: 17 Agosto, 2022
Si è spento a novant’anni il grande illustratore francese amato in tutto il mondo
Jean-Jacques Sempé, artista francese noto in tutto il mondo per le sue illustrazioni di libri per bambini e per le copertine dei maggiori magazine internazionali, è morto l’11 agosto all’età di 89 anni. Tutti noi – magari senza conoscere il nome dell’autore – abbiamo ammirato le sue creazioni, fatte di piccoli personaggi dai nasi grandi, di bambini e ballerine, e di architetture e monumenti giganteschi che spesso li sovrastavano.
Una generazione di grandi artisti
Dal suo studio parigino Sempé ha disegnato per più di sessant’anni il mondo intero, riveduto e reinventato attraverso la sua arte. La sua eredità grafica è un segno leggero, elegante, senza tempo né parole. Discendente direttamente dall’opera del grande Saul Steinberg e coetaneo di grandi professionisti dell’illustrazione. Penso al belga Jean-Michel Folon o allo statunitense R.O. Blechman che – coetaneo di Sempé – ancora oggi continua a disegnare vignette settimanali per i grandi giornali americani. Una generazione di artisti che ha raggiunto la fama internazionale raccontando la vita quotidiana attraverso un segno semplice e di sintesi.
Le copertine per The New Yorker
Popolare in Francia e in Europa, amatissimo in America, Sempé ha realizzato più di cento copertine per il prestigioso The New Yorker, una fortunatissima collaborazione nata nel 1978.
Il piccolo Nicolas
Nel 1959, insieme allo scrittore René Goscinny – autore del personaggio Asterix – ha creato la serie di libri per bambini che vede come protagonista “Il piccolo Nicolas”. Il successo è stato immediato, anche grazie al sapore retrò delle storie ambientate nell’affascinante Francia del dopoguerra. Da questa opera sono state tratte edizioni tradotte e vendute in tutto il mondo e ha ispirato film e serie tv, diventando un classico internazionale.
Da Parigi alla conquista del mondo
Le illustrazioni di Sempé erano estremamente francesi; la sua Parigi è una città che forse non esiste più, amata e rimpianta dagli stessi parigini. Cieli stellati, tetti a mansarda, architetture decò: Sempé giocava con la nostra nostalgia estetica e i suoi disegni in questo modo hanno conquistato il mondo intero, uscendo dai confini nazionali e divenendo universali.
Come un moderno Gustave Eiffel – l’architetto che, dopo aver progettato la Torre Eiffel, attraversò l’Oceano per progettare la Statua della Libertà – anche Sempé arrivò in America. Qui il suo tratto elegante e preciso fu subito apprezzato e adottato dai più importanti giornali. I suoi omini rispecchiavano la società americana nella sua totalità: impiegati, casalinghe, scolaretti, intellettuali, musicisti, pattinatori. Ogni tipologia umana è stata rappresentata dalla felice matita di Sempé, efficace allo stesso modo sia nella versione a colori che in quella in bianco e nero.
Un mondo che non c’è più
Ogni tanto qualche tocco di modernità si affacciava timidamente nelle sue composizioni – un computer, un telefono cellulare – ma erano sempre elementi non centrali per il significato dell’immagine. Era la condizione umana, quello che interessava narrare a Sempé e proprio per questo i suoi personaggi erano senza tempo, calati in atmosfere di altre epoche ma non per questo meno contemporanei.
Nel 2006 in un’intervista al quotidiano britannico “The Independent” affermò: «Adoro disegnare scene di strada, e questo significa che devi disegnare macchine, ma odio disegnare macchine moderne. Sono molto veloci ed efficienti, ma non hanno fascino. Per me, il mondo moderno manca di fascino. Non sto dicendo che le cose andassero sempre meglio in passato. Non lo erano. Ma a me le cose sembravano migliori, o almeno più interessanti».
Forse è proprio questo il segreto per cui, quando vedevamo i buffi omini di Sempé su una copertina del New Yorker, li riconoscevamo subito. Esistenti da sempre ma mai anacronistici, rappresentano il nostro personale e allo stesso tempo universale antidoto contro il logorio della vita moderna.
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