Addio Elena, artista ironica e colorata
Articolo pubblicato il: 29 Novembre, 2022
Ci ha lasciato l’illustratrice Elena Xausa. Il suo inconfondibile universo artistico ha conquistato la stampa internazionale
Domenica scorsa, dopo una feroce battaglia contro la malattia, è scomparsa Elena Xausa, talento originale dell’illustrazione italiana.
È stata tra i capofila della generazione di giovani illustratori italiani che ha iniziato a pubblicare a livello internazionale. I suoi lavori, coloratissimi e riconoscibili, hanno riempito le pagine dei magazine più prestigiosi del mondo.
Per renderle omaggio, e anche per sentirla un po’ vicina in questo doloroso momento, pubblico nuovamente una chiacchierata che ci facemmo in occasione della sua mostra personale del 2021. Il titolo della mostra era “Coming Home” e si è tenuta presso i Musei Civici di Bassano del Grappa, a cura di Melania Gazzotti.
Giugno 2021
“Chi è Elena Xausa? Da dove arrivano queste illustrazioni?”. Me lo chiedevo a cavallo tra il 2018 e il 2019, sfogliando le pagine del New Yorker o dei supplementi domenicali del New York Times e ammirando le immagini – sempre più numerose – realizzate proprio da Elena Xausa.
Le pubblicazioni internazionali, quelle citate ma anche Monocle, Washington Post, Die Zeit – insomma il Gotha dell’editoria mondiale – erano invasi da questi personaggi disegnati in digitale con l’outline puntuta e morbida allo stesso tempo, e dai colori accesi. Una sorta di “Radiant Boys” di Keith Haring ma in salsa magazine. Un segno fresco, a metà tra Street art e illustrazione editoriale, fortemente riconoscibile. Ricordo che, incuriosito, andai a cercare nel web e scoprii che l’autrice di questi lavori era una professionista italiana – veneta di Marostica – da tempo residente all’estero.
Trovai anche molti suoi lavori realizzati negli anni precedenti e che già mostravano la forte personalità dello stile che sarebbe esploso con grande consapevolezza di lì a poco. Da allora ho seguito a distanza il lavoro di Elena Xausa. Il suo percorso artistico è continuato in modo costante e coerente, fino ad arrivare alla mostra “Coming Home”, ai Musei Civici di Bassano del Grappa.
Un’occasione per ammirare la carriera dell’artista e per comprendere come l’illustrazione sia una forma d’arte contemporanea diretta e comunicativa.
“Coming Home” celebra la produzione di Elena Xausa, ma anche il suo ritorno in Italia.
«Sono tornata per motivi personali – mi racconta infatti Elena – ma anche per la pandemia. Sono molto legata alla mia famiglia, però cerco di vivere il mio domicilio in maniera fluida… Come fanno i buddisti, ora sto nel presente, ora sono a Marostica».
Un passo indietro
Chiedo a Elena Xausa di fare un passo indietro e ripercorrere gli anni in cui ha vissuto fuori dall’Italia. «Mi sono trasferita a Berlino nel 2012 un po’ per caso, per starci giusto un paio di mesi. Doveva essere una piccola esperienza all’estero da nomade digitale. Lavorando già come freelance mi sentivo abbastanza libera di muovermi e un caro amico mi ha proposto il suo appartamento. Poi la città in sé mi ha fregata, molto accogliente (sebbene climaticamente non lo sia affatto), molto giovane e spontanea. All’epoca esistevano ancora parecchi spazi autogestiti / occupati, gli affitti erano convenienti e in generale si respirava un’aria di grande libertà e non conformità. Ovviamente essendo una città così democratica, la proposta culturale è estremamente ricca e diversificata, chiunque può fare una mostra, avere un bellissimo atelier, condividere studi molto grandi e cheap. A volte però la qualità di quello che viene mostrato è un po’ altalenante… ma a me piaceva anche così».
L’arrivo a New York
«Mi sono trasferita a Nyc nel 2018, all’inizio in maniera non continuativa. Sono inciampata in Ny per amore e lì ho trovato la realizzazione di una lunga storia a distanza. Ho trovato anche molti amici e un mercato professionale estremamente meritocratico e inclusivo. Devo dire che questa disponibilità in Italia facevo fatica a trovarla, forse perché quando ero qui la mia produzione era ancora acerba e non consolidata come ora… o forse perché l’offerta lavorativa è più ridotta, quindi contano molto i contatti».
La generazione di illustratori italiani di Elena, di Olimpia Zagnoli, di Emiliano Ponzi, lavora moltissimo con il mercato americano. Le chiedo se e come si percepisce questa tendenza vivendo a New York. «Gli illustratori italiani sono molto amati negli Stati Uniti, viene stimata la loro ironia, intelligenza e leggerezza. Il fatto che molti dei miei bravissimi colleghi lavorino anche per il mercato americano dall’Italia mi ha fatto sentire sempre fiera di essere e sentirmi italiana»
Infine, chiedo a Elena alcuni nomi di artisti che l’hanno ispirata. «Bob Gill e Adam Fletcher, Saul Steinberg e poi gli illustratori di Push Pin Studios (Chwast, Alcorn, Glaser)».
Ciao Elena, grazie di averci donato il tuo universo creativo, così unico e colorato.
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