Made in Japan

Articolo pubblicato il: 20 Ottobre, 2021


L’arte del manifesto giapponese in un volume imperdibile per gli amanti del design orientale
Arte Giappone
La copertina del libro di Gian Carlo Calza presenta un manifesto di Nagai Kazumasa (1929)

Il manifesto giapponese tra arte e design.

Per chi come me ha iniziato a occuparsi di grafica nell’ultimo decennio del secolo scorso, una pubblicazione sui manifesti giapponesi ha un significato molto particolare. È un ritorno al primo amore. Come quando senti di nuovo dopo tanto tempo il nome della tua prima cotta – a lei non pensavi da anni – e ti torna in mente un lungo periodo della tua vita completamente dimenticato. Ti ricordi quello che avete vissuto insieme, i momenti belli e intensi e – a distanza di anni – ti sembra ancora più evidente che quello che sei oggi lo devi a quel primo giovanile incontro.

Ecco, questa premessa romantica – quasi una dichiarazione d’amore fuori tempo massimo – è il sentimento che ho provato sfogliando “L’arte del manifesto giapponese”, libro curato da Gian Carlo Calza e edito da Skira.


Il manifesto tra arte e mercato

Il manifesto è un elemento fondamentale per la grafica moderna e contemporanea. Ha vissuto una crisi dovuta all’avvento delle tecniche digitali ma non ha mai perso il suo ruolo originale di mezzo di comunicazione immediato e di forte impatto sociale.

Sempre a cavallo tra arte e mercato, è stato terreno di sperimentazione per artisti di tutte le epoche e di tutto il mondo. 

A differenza di forme artistiche come dipinti o illustrazioni, il manifesto ha regole ben precise. Le più importanti sono il formato – quasi sempre rettangolare, molto spesso verticale – e la committenza. Diversamente dall’arte pura, la grafica ha un cliente definito e ha uno scopo preciso, quello di veicolare visivamente il messaggio dello stesso cliente.

Un medium globale

Questo non ha mai impedito – anzi forse l’ha resa ancora più evidente – la creazione di vere e proprie opere d’arte.

Penso ai manifesti di Toulouse-Lautrec nella Parigi a cavallo tra 1800 e 1900, ai poster italiani di Marcello Dudovich e Fortunato Depero (cantori grafici della Belle Epoque prima e dell’uscita dalle guerre poi), ai manifesti rivoluzionari del cubano Felix Beltrán.


L'Arte del Manifesto Giapponese
“La grande onda di Kanagawa” del maestro Hokusai fu realizzata tra il 1830 e il 1831

E ovviamente penso all’arte del manifesto giapponese, caposaldo di ogni formazione grafica che si rispetti. Una tradizione antica, che affonda le radici nel 1600 e nel teatro kabuki. Da lì poi fu abbracciata da altri settori della società e della cultura giapponese.

Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 sbarcò in Europa dove la curiosità verso il Paese del Sol levante divenne un vero e proprio fenomeno, denominato appunto “giapponismo”.

“La grande onda di Kanagawa”, xilografia del maestro Hokusai, così come le opere di Hiroshige e Utamaro divennero – e sono ancora oggi – immagini molto conosciute. Hanno avuto l’importante compito di diffondere l’arte e la grafica giapponese in tutto il mondo.

Design di qualità

La grafica giapponese è considerata universalmente una scuola di altissimo livello e questa considerazione è stata confermata dalla produzione dei manifesti.


L'Arte del Manifesto Giapponese
Olimpiadi di Tokyo 1964, i manifesti di Kamekura Yūsaku (1915-1997)

Nel 1964, in occasione delle Olimpiadi di Tokyo, Kamekura Yūsaku (1915-1997) creò l’immagine coordinata dell’evento. Un lavoro passato alla storia e che contribuì in maniera decisiva alla diffusione dell’arte grafica giapponese oltre i confini nazionali. Kamekura Yūsaku intensificò l’utilizzo della fotografia nei manifesti, bilanciandola perfettamente con pulizia e sintesi stilistiche. Premiato a livello internazionale, è stato il fondatore e direttore del Nippon Design Center (del quale divenne direttore), pensato per poter sostenere i giovani designer. È considerato a tutt’oggi uno degli Art director più importanti e influenti del paese asiatico. 


Poster Giapponesi
Opere di Fujishiro Norio (1945), designer pluripremiato

Gian Carlo Calza, professore di Storia dell’Arte dell’Asia, autore del volume e grande esperto del settore, riporta alla luce i capolavori dei grandi maestri e contemporaneamente fa una selezione del lavoro dei nuovi grafici, realizzando anche un’istantanea completa dello stato dell’arte della grafica giapponese. Ogni designer è presentato con una scheda biografica ma soprattutto attraverso i suoi manifesti.

I grandi maestri

Tra gli autori classici troviamo Fujishiro Norio (1945), anch’egli pluripremiato e membro del New York Art Directors Club (ADC). La tradizione giapponese è sempre presente nelle sue opere.


L'Arte del Manifesto Giapponese
Due manifesti molto “europei” di Fukuda Shigeo (1932-2009)

Altro grande professionista fu Fukuda Shigeo (1932-2009). Nel 1960 conobbe Bruno Munari e questo incontro influenzò la sua carriera. Nei suoi manifesti infatti troviamo echi di grafica occidentale, da quella italiana a quella dell’Est europeo.

E poi Nagai Kazumasa (1929), autore del manifesto che è anche la copertina del libro di Calza, e che basò gran parte della sua produzione su motivi vegetali e animali, sottolineando l’importanza delle questioni ambientali.


Poster Giapponesi
Due opere di Tanaami Keiichi (1936)

Poster Giapponesi
Altri due manifesti di Tanaami Keiichi, grande estimatore di Saul Bass

Tanaami Keiichi (1936), folgorato da Saul Bass, sviluppa uno stile moderno e versatile che unisce grafica, videoarte e design, influenzando i colleghi di tutto il mondo. I suoi manifesti sono psichedelici e sorprendenti.


Manifesti Giapponesi
Nei lavori di Asaba Katsumi (1940) è molto presente la fotografia

Arte Poster Giappone
Il cerchio è presente in questi due lavori di Matsunaga Shin (1940)

Le nuove generazioni

Scopriamo che anche le ultime generazioni di designer sono molto interessanti: riprendono l’eredità dei loro padri reinventandola con elementi digitali. Satō Kashiwa (1965), Yagi Hideto (1975), Shimizu Ayaka (1988), Inoue Yū (1992) sono solo alcuni dei nomi che Gian Carlo Calza segnala e che si rivelano assolutamente da tenere d’occhio nei prossimi anni.


L'Arte del Manifesto Giapponese
Inoue Yū (1992), rappresentante delle nuove generazioni di designer giapponesi

“L’arte del manifesto giapponese” oltre ad essere una pubblicazione di alta qualità è uno strumento fondamentale per chi vuole capire il passato, il presente e il futuro della grafica mondiale, che ha un grande debito di riconoscenza verso la tradizione visiva del Sol levante.


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