SPiD DEMOCRACY

Articolo pubblicato il: 26 Settembre, 2021


Spid Democracy è il titolo della nuova copertina de L’Espresso.

Un titolo particolare che vuole riassumere l’attuale momento della politica italiana.

Il boom inaspettato delle firme digitali con spid per i referendum, hanno svelato un nuovo tipo di democrazia, diretta e veloce. Esprime certamente un desiderio di partecipazione dei cittadini ma allo steso tempo rischia di essere il colpo finale per un Parlamento svuotato di senso.

Un concetto difficile da visualizzare. Eppure…

Andiamo a vedere come abbiamo affrontato graficamente questa copertina e l’illustrazione interna al giornale.

(La cover animata è stata realizzata da Alessio Melandri)


Un unico illustratore per tutto il numero

La prima cosa che devo segnalare è un’anomalia, che nel mondo editoriale si cerca di evitare: utilizzare un illustratore più di una volta all’interno dello stesso giornale su argomenti diversi (ovviamente la stessa mano può realizzare più disegni nello stesso articolo, laddove ce ne sia bisogno).

In questo numero de L’Espresso abbiamo contravvenuto alla regola e vado a spiegare il motivo, partendo – questa volta – dalla sezione delle Idee che apre la seconda parte del magazine.

La sezione Idee ha come apertura un colloquio di Wlodek Goldkorn con Saul Friedländer, storico dell’Olocausto e Premio Pulitzer. Il testo è tutto centrato sul negazionismo: il grande intellettuale israeliano si interroga sul perché neghiamo. Lui da bambino ha perso la sua famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz. Questa esperienza lo ha segnato per tutta la vita futura, mettendo la memoria al centro della sua esistenza.

Un testo forte, importante, che abbiamo deciso di far illustrare a Ivan Canu, professionista dalla grande cultura che lo aiuta spesso a risolvere visivamente argomenti impegnati.


Idee apertura
L’apertura delle Idee realizzata da Ivan Canu

Quando la cultura risolve le illustrazioni

Ivan Canu ha presentato una prima proposta che ci ha subito convinti: il ritratto di Saul Friedländer ambientato in un monumento di grande impatto, il Museo Ebraico di Berlino progettato dall’archistar Daniel Libeskind e inaugurato nel 2001. Un’opera commovente, che fa interagire il visitatore con una struttura spesso priva di luce che gli comunica sensazioni di paura, proprio per avvicinarlo alla drammatica esperienza dei campi di concentramento nazisti.

Ecco, già la citazione grafica di questo monumento rende l’illustrazione riuscita nel suo significato. Poi, Canu aggiunge il ritratto dello storico che contempla un bambino, probabilmente lui stesso da piccolo, quando perse la famiglia. Il bambino rappresenta anche il futuro dell’umanità che – si spera – non perda la memoria della Storia.


Idee L'Espresso 40
Il capolettera è rinforzato dal bambino dell’illustrazione di apertura

Da un punto di vista grafico, gli elementi utilizzati nell’illustrazione (soltanto tre: scrittore, bambino, museo, e quindi molto diretti) sono estremamente riconoscibili e si prestano a vivere singolarmente all’interno dell’impaginato. Ecco, ad esempio, il bambino posizionato accanto al “capolettera” nell’incipit dell’articolo.

Ricorrere al proprio bagaglio culturale è importantissimo per chi lavora nella comunicazione visiva. Maggiore è la conoscenza che si ha in tutti i campi, dalla cultura, all’arte, alla letteratura – più numerose saranno le soluzioni a disposizione per risolvere problemi professionali. Queste conoscenze non sono un sapere innato: vanno coltivate, fatte crescere e aggiornate di continuo, grazie alla curiosità e alla passione verso il proprio lavoro. La cultura deve diventare il valore aggiunto della propria opera.


Illustrazioni che escono, illustrazioni che entrano

In realtà, oltre all’illustrazione dell’apertura delle Idee, avevamo in pagina un’altra immagine di un illustratore differente da Canu. Come a volte accade nei giornali, all’ultimo momento è arrivato un articolo che dovevamo inserire per forza nel numero in chiusura. I motivi possono essere molti: una notizia bomba, una notizia di stretta attualità, un articolo che ha una scadenza. Questo ha fatto sì che abbiamo dovuto recuperare alcune pagine e si è scelto di slittare alla settimana successiva l’articolo con l’illustrazione, di cui vi parlerò quindi tra sette giorni.

La cover dell’ultimo minuto

E veniamo adesso a Spid Democracy, la copertina del nuovo numero de L’Espresso.

Il giorno prima della chiusura e quindi un po’ in ritardo rispetto alla produzione del giornale – abbiamo deciso di creare la copertina “SPiD DEMOCRACY”. Una cover difficilissima da presentare graficamente, ancora più difficile avendo a disposizione praticamente solo una notte di lavoro. Non esiste una fotografia che possa visualizzare questo concetto e perciò la scelta dell’illustrazione è stata immediata.

In situazioni come questa è fondamentale rivolgersi a un illustratore che sappia lavorare bene con argomenti concettuali, che sia velocissimo e con il quale ci sia un affiatamento particolare. Nel mio caso: Ivan Canu.

E quindi, a dispetto di avere un doppio Canu nello stesso numero de L’Espresso, lo abbiamo chiamato e – una volta verificata la sua disponibilità a lavorare con questi ritmi – abbiamo fatto un brainstorming per capire cosa disegnare.


L'Espresso 40 cover
La copertina del numero 40 de L’Espresso disegnata da Ivan Canu

Abbiamo immaginato un attacco a un Parlamento vuoto, senza politici, da parte di frecce del computer, a indicare la democrazia digitale. La Spid, l’identità digitale, ci permette di votare i referendum da casa, ma depotenzia l’istituzione politica.

La sensazione che volevamo trasmettere era quasi quella di assedio da parte della tecnologia. Un Parlamento vuoto, attaccato da frecce digitali su uno sfondo blu telematico: una cover distopica, non c’è che dire.


Lavorare a stretto contatto tra redazione e illustratore

Con pochissimo tempo a disposizione, e dovendo inserire nella copertina anche la testata, il titolo e il sommario, abbiamo chiesto a Ivan Canu di inviarci il file definitivo con tutti gli elementi separati su livelli diversi di Photoshop.


Copertina L'Espresso 40
Work in progress/1: le frecce su un livello separato e sul fondo colorato

Lavorazione copertina
Work in progress/2: il Parlamento su un livello a parte, così come le frecce

Questo in modo che io, Alessio Melandri e Emiliano Rapiti dell’ufficio grafico, potessimo impaginare al meglio la cover, facendo interagire i vari elementi tra di loro. Ad esempio, abbiamo giocato con le frecce che vanno sopra la testata, per sottolineare l’idea del soffocamento delle istituzioni.

Avere questi segni grafici non bloccati ci ha permesso di gestirli senza dover chiedere l’ulteriore intervento di Ivan.

Nei momenti concitati della chiusura, riuscire ad avere la situazione sotto controllo diretto è fondamentale.


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