Sergio perdona, Mattarella no
Articolo pubblicato il: 6 Febbraio, 2022
“Sergio Perdona, Mattarella no” è il titolo della copertina del nuovo numero de L’Espresso.
Un titolo che parafrasa il celebre film “Dio perdona… io no!”, cult del genere spaghetti-western che lanciò per la prima volta sugli schermi la coppia Bud Spencer e Terence Hill.
In questo caso però il protagonista è Sergio Mattarella, disegnato da Marco Dambrosio in arte Makkox.
La cover animata è realizzata da Alessio Melandri.
Una copertina tutta da ridere
Abbiamo chiesto a Makkox di realizzare una copertina su Mattarella, che è stato appena rieletto Presidente della Repubblica. Il politico ha dovuto accettare nuovamente questo compito pur avendolo sempre esorcizzato per motivi personali e costituzionali, ma la gravità della situazione del paese lo ha costretto a tornare sulle proprie decisioni. Questa volta però non si scherza più: i partiti politici dovranno mettere da parte i loro disaccordi per remare insieme in un’unica direzione. Questo è quello che Mattarella chiede e farà rispettare a costo di utilizzare dura fermezza. Un secondo mandato presidenziale completamente diverso dal primo, quindi.
Ed è proprio per questo che Makkox ha illustrato la cover con due diversi Mattarella: Il primo si specchia ed è il Presidente del primo mandato, tranquillo e benevolo. Il secondo – riflesso nello specchio – è invece indemoniato, con tanto di forcone e occhi rossi, proprio a testimoniare il cambio di strategia politica dei prossimi anni.
Dopo averlo disegnato come un super eroe (Mattarellaman) e come un cavaliere bianco, Makkox completa il trittico delle copertine presidenziali con un diavolo.
Una storia di ‘ndrangheta
Per quanto riguarda l’apertura della sezione Idee, in questo numero presentiamo l’intervista di Chiara Valerio a Enza Rando. Avvocato, attivista, vicepresidente di Libera, la principale rete associativa contro le mafie in Italia. E con lei si parla di ‘ndrangheta, prendendo spunto dal film “Una femmina” dell’esordiente Francesco Costabile che sarà presentato a Berlino la prossima settimana. La pellicola è tratta dal libro “Fimmine ribelli” di Lirio Abbate e raccoglie storie di donne che si sono ribellate al regime mafioso.
Per illustrare questo articolo abbiamo pensato di richiamare le atmosfere del film stesso ma non abbiamo utilizzato foto di scena perché sarebbe stato fuorviante per i lettori. Avremmo comunicato visivamente che parlavamo della pellicola mentre l’intervista parte da quella ma poi sviluppa il tema sociale e criminale della situazione calabrese.
Una giapponese londinese in Calabria
Lavorando con l’agenzia internazionale di illustratori Artistique, abbiamo iniziato a chiamare anche professionisti di altri paesi, ampliando la nostra agenda e proponendo quindi ai lettori disegnatori mai pubblicati in Italia. Confrontandoci con Chris Modafferi, agente di Artistique efficiente e propositiva, analizziamo di volta in volta quale illustratore può essere più adatto per i nostri argomenti. In questo caso, essendo un argomento molto forte, cercavamo un segno delicato e abbiamo pensato di chiedere la collaborazione di Natsko Seki, artista giapponese che vive a Londra.
Abbiamo fornito a Natsko Seki tutti i materiali per documentarsi sul paesaggio calabrese e anche il trailer del film “Una femmina”, in modo da metterla nella migliore condizione possibile per entrare nel mood della storia. Eravamo molto curiosi di vedere come una giapponese di base in Inghilterra avrebbe interpretato un racconto così italiano. Il risultato – pienamente soddisfacente – è quello che vedete qui sopra.
Montecarlo, il Principato paradiso fiscale
Arriviamo alla sezione Storie, in cui articoli di lungo respiro trattano approfonditamente argomenti diversi. In una delle tre storie, Paolo Biondani e Leo Sisti rivelano che nelle società offshore di Montecarlo, boss mafiosi e fidanzate di Putin possono trovarsi fianco a fianco a loro insaputa. Infatti proprio nel Principato la compagnia fiduciaria Moores Rowland offre tesorerie anonime in multiproprietà. Tra i clienti il capoclan della guerra di mafia di Gomorra, l’ex amante del presidente russo, uomini d’affari, piloti, calciatori. Per evitare di illustrare questo articolo con una semplice fotografia del Principato di Montecarlo, che sarebbe stata una soluzione banale, abbiamo chiesto a Stefano D’Oriano di disegnare un’apertura che potesse restituire visivamente la vicenda. Il layout preparato da Alessio Melandri contemplava un formato orizzontale.
Stefano D’Oriano, che ha già collaborato con L’Espresso, è un illustratore di Napoli che si è formato studiando Belle Arti e poi specializzandosi alla Scuola italiana di Comix. Le sue due proposte mostrano gli elementi fondamentali per capire di cosa tratta il testo: due uomini che si stanno scambiando una misteriosa valigetta, un’imbarcazione di lusso con la bandiera russa e la cornice del Principato di Monaco. Una bozza è ambientata di giorni, un’altra di notte, con composizioni differenti.
Abbiamo scelto l’immagine notturna perché l’oscurità restituisce ancora più inquietante questa storia di soldi nascosti, mafiosi e personaggi torbidi. L’inquadratura della barca, che quasi esce dal disegno, rende poi il tutto dinamico e di forte impatto.
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