Perché loro

Articolo pubblicato il: 15 Maggio, 2022


Perché loro è il titolo del numero 19 de L’Espresso. Un numero speciale perché dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a trent’anni dalle stragi di mafia in cui persero la vita.

In copertina una foto storica di Giovanni Matta che ritrae i due magistrati mentre camminano insieme, con un taglio di luce che li illumina. L’immagine è molto potente: mostra la loro amicizia e in qualche modo sembra anche suggerire il destino a cui sono andati incontro.

La cover animata è realizzata da Alessio Melandri.


1992 L’estate che cambiò la storia

Falcone e Borsellino sono celebrati con 32 pagine all’interno del settimanale. Una grafica progettata e realizzata ad hoc da Alessio Melandri per uno Speciale pieno di documenti fotografici e che si avvale di firme importanti per articoli e testimonianze. Tra questi Sergio Mattarella, Lirio Abbate, Enrico Bellavia, Franco La Licata, Rosario Fiorello, Jovanotti, Pif.


Falcone Borsellino
La cover dello speciale per i trent’anni delle stragi di mafia

Il progetto grafico dell’allegato si ispira ai tabloid di cronaca degli anni ’70, con i colori giallo e nero che lo rendono di forte impatto. Le fotografie dell’epoca restituiscono il momento storico e politico in cui si svolsero i fatti.


Le illustrazioni del numero 19

Passiamo ad analizzare le illustrazioni presenti sul numero 19 de L’Espresso. La prima – come accade spesso – è dedicata all’apertura della sezione Idee, la parte del giornale che si occupa di approfondimento culturale ed è a cura di Sabina Minardi.

L’articolo da illustrare è firmato da Wlodek Goldkorn e riguarda l’Occidente. È un articolo che mischia filosofia, geopolitica e cultura. Come è cambiata l’idea di Occidente in un mondo che sta cambiando sempre di più e sempre più velocemente? Goldkorn cerca di dare una risposta al quesito interpellando alcuni personaggi importanti, a cominciare dallo storico Dan Diner.

Andrea Calisi, il talento che risolve i problemi

È evidente che si tratta di un argomento molto difficile da illustrare. In casi come questo ci rivolgiamo a illustratori che – oltre ad avere qualità artistiche – abbiano anche una preparazione culturale tale da permettergli di evadere la nostra richiesta nel migliore dei modi. Andrea Calisi è senz’altro uno di questi.


L'Espresso
Un ispiratissimo Andrea Calisi per l’apertura sull’Occidente

Ed è lui stesso a spiegarci il significato della sua bellissima illustrazione: «La premessa è che ho azzardato un’illustrazione piena su tutte le due pagine proprio per non perdere la prospettiva. Ho ipotizzato che inseriate l’ingombro della titolazione a destra e infatti in quella zona l’immagine è volutamente più scura per evitare che non si legga il testo. Venendo invece ai contenuti dell’illustrazione, ho seguito le parole di Dan Diner laddove sostiene che l’occidente parte dalla scalinata Potemkin di Odessa, che qui ho voluto rappresentare nella sua “centralità”. Un uomo con una valigia sale la scalinata verso il monumento (realmente esistente ad Odessa). Chiaramente l’illustrazione ha una dimensione surreale con la torre Eiffel arrampicata in alto e a destra la torre della televisione di Berlino che compare tra la vegetazione. Poi, una citazione cinematografica banale ma è venuta naturale, un omaggio alla corazzata Potemkin di Ėjzenštejn, (la donna con carrozzina)».

Ecco cosa c’è dietro un’illustrazione: talento, passione, cultura.

Sara Rambaldi, direttamente dal Cose Belle Festival

Nell’estate del 2021 sono stato contattato da Deborah De Rose, appassionata fondatrice e creative director del Cose Belle Festival. Si tratta di un progetto che celebra creatività, illustrazione e design e si esprime in un Concorso per illustratori, un Festival e una Residenza d’Artista.
È nato nel 20I7 in Calabria, a Cosenza, e Deborah gli dedica tutto il suo tempo, convinta che l’arte sia un motore potente e indistruttibile per migliorare la società in cui viviamo.

Con questi argomenti e con la sua simpatia, Deborah De Rose mi ha convinto (in pochi minuti, devo dire) a far parte della giuria del Concorso per illustratori e a istituire anche il Premio L’Espresso. Consiste nell’individuare un illustratore tra i partecipanti al contest e commissionargli un lavoro da realizzare appositamente per il settimanale.

La scelta non è stata facile perché il Contest Cose Belle raduna ogni anno centinaia di artisti – molti già professionisti – e la qualità media dei lavori è alta. Dopo una selezione molto accurata ho deciso di assegnare il premio a Sara Rambaldi, illustratrice milanese che mi ha conquistato grazie a uno stile fresco, ben definito e allo stesso tempo poliedrico.

Dal Contest al giornale

Ho deciso di commissionare subito a Sara Rambaldi l’illustrazione “vera”. Sono convinto che il “tuffo in piscina” sia il modo migliore per imparare a nuotare! E quindi insieme a Emiliano Rapiti dell’ufficio grafico de L’Espresso ho telefonato a Sara e le abbiamo comunicato il brief per il lavoro da realizzare.

Si trattava di illustrare un articolo scritto per L’Espresso dallo scrittore americano Joe R. Lansdale in cui l’autore racconta i segreti della sua scrittura.


L'Espresso 19
Joe R. Lansdale immaginato e disegnato da Sara Rambaldi

Abbiamo chiesto a Sara Rambaldi di non realizzare semplicemente un ritratto di Lansdale, ma di aiutarci a progettare una pagina speciale, che desse importanza all’articolo di una firma così importante.

Sara ha quindi studiato il personaggio, i suoi libri e il suo mondo per poi creare un’immagine piena di riferimenti artistici e letterari. Un bellissimo lavoro su cui poi abbiamo inserito il testo facendo convivere grafica e illustrazione .


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