Siamo al verde

Articolo pubblicato il: 19 Settembre, 2021


Siamo al verde. Il titolo della copertina del numero 39 de L’Espresso si riferisce evidentemente alla transizione ecologica, tema caldo del momento. Le emissioni, Il nucleare, il prezzo del gas triplicato, i fondi europei. La transizione ecologica è una battaglia economica e politica.

«Serve un patto sociale», dichiara Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica del Governo Draghi, intervistato all’interno del giornale.

Per illustrare una cover di questo genere, abbiamo pensato di non utilizzare fotografie perché sarebbero state troppo generiche e di debole impatto visivo. Così come ricorrere a un’illustrazione sarebbe stato troppo “leggero” per una situazione di grande attualità. Abbiamo perciò optato per una soluzione grafica, in cui il colore suggerisce il tema (l’ambiente) e una tipografia molto potente (caratteri bastoni) sottolinea l’urgenza dell’argomento.

All’interno delle lettere che compongono il titolo abbiamo inserito pittogrammi che rappresentano elementi legati al mondo dell’ambiente: pale eoliche, ciminiere, centrali nucleari. Questo per rafforzare e rendere ancora più diretto il messaggio della cover.


Le illustrazioni di questo numero

Questo numero 39 de L’Espresso è ricco di illustrazioni. La prima è stata commissionata per aprire la sezione Idee. L’articolo principale di questa sezione è un dialogo tra Sabina Minardi e la filologa e scrittrice Irene Vallejo, autrice del libro “Papyrus. L’infinito in un giunco”. In questo testo Vallejo racconta la storia dei libri, partendo dall’antichità e dai canneti di papiro lungo il Nilo che hanno dato vita alla carta.


Andrea Calisi L'Espresso
Andrea Calisi illustra in maniera poetica il dialogo tra Sabina Minardi e Irene Vallejo

Abbiamo chiesto a Andrea Calisi di creare un’immagine che trasferisse ai lettori questo racconto. L’illustrazione consegnata da Andrea è come sempre di grande forza. L’elemento protagonista è il papiro, le cui piante riempiono totalmente la pagina di sinistra. La pagina di destra, invece, è costruita in modo da accogliere tutto l’ingombro testo (titolo, sommario e firme) e presenta al centro due figure dell’antichità, due scribi, intenti a lavorare su pergamene ricavate proprio dai papiri. Bellissimo anche l’utilizzo dei colori.

A volte ritornano (le illustrazioni)

Proseguendo nello sfoglio del giornale, è la volta di un articolo di Donatella Di Cesare che tratta di filosofia, campo di studi che ultimamente sembra aver perso importanza, troppo presente nel dibattito pubblico e oscillante tra elitismo e demagogia. Illustrare un testo come questo è estremamente difficile poiché si tratta di un “pensum” senza appigli visivi a situazioni, cose o personaggi.

Il titolo però ci ha dato una mano: “Meglio pop che populista”. Leggendolo, mi sono subito ricordato di un’illustrazione che Emiliano Ponzi realizzò molti anni fa per il quotidiano La Repubblica.


Emiliano Ponzi L'Espresso
L’illustrazione di Emiliano Ponzi per l’articolo di Donatella Di Cesare

Il disegno mostra un uomo con un megafono da solo in un parco. Ricordo che originariamente l’immagine citava lo “Speaker’s corner” di Hyde Park, l’area del parco londinese deputata a discorsi pubblici e dibattiti, specialmente la domenica mattina. Il messaggio, un oratore che parla rivolto al vuoto, mi è sembrato perfetto per l’articolo di Donatella Di Cesare: le parole della filosofia che – sfociando nel populismo – cadono nel nulla.

Ho chiesto a Emiliano Ponzi la disponibilità a ripubblicare l’immagine, cosa che mi ha dato senza problemi. Anzi, sia io che lui, così come altri illustratori, siamo contenti di riuscire a dare una seconda vita a illustrazioni realizzate anni prima ma ancora molto valide sia come qualità estetica che come contenuto.

Illustrare i concetti

Entrando nell’ultima sezione del giornale, quella delle Storie, troviamo un articolo di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni dagli Stati Uniti. La Virginia cancella la pena di morte. Fino a ieri roccaforte delle esecuzioni capitali, lo Stato del sud volta pagina, grazie alle proteste di Black Lives Matter e all’impegno degli attivisti.

Per questo argomento abbiamo pensato a un segno netto e riconoscibile. Abbiamo quindi chiesto a Simone Rotella, il cui tratto è decisamente così, di visualizzare il concetto della sospensione della pena di morte.


Illustrazione L'Espresso
Simone Rotella disegna la fine simbolica della pena di morte in Virginia

Il disegno realizzato da Simone è immediato. Alcuni cittadini tirano giù la statua di una sedia elettrica, strumento e simbolo della pena di morte. Il valore aggiunto dell’immagine è l’aspetto cromatico, tutto virato sui toni caldi dell’arancio, che dona forza e drammaticità a tutto l’artwork.


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