La violenza non è un luogo comune

Articolo pubblicato il: 20 Novembre, 2022


Cover Esp 46
La copertina de L’Espresso dedicata alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

“La violenza non è un luogo comune” è il titolo di copertina de L’Espresso numero 46 ed è anche lo slogan di una campagna di sensibilizzazione per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’iniziativa è dell’associazione “Crisi come opportunità” in collaborazione con L’Espresso.


La copertina

Molto spesso la violenza sulle donne parte dai luoghi comuni, che evidenziano le mancanze culturali della nostra società. Frasi come “Auguri e figli maschi”, “La donna è l’angelo del focolare”, “L’uomo è cacciatore” sono il termometro di una visione antiquata ma ancora troppo presente sulla figura della donna. Proprio da questo assunto nasce la campagna “La violenza non è un luogo comune”. Che è anche il titolo della copertina de L’Espresso numero 46.

Alessio Melandri, graphic designer del giornale, ha pensato di realizzare la cover creando una composizione con molte di queste frasi inadeguate, presentate graficamente come se fossero titoli di giornale. Anche l’aspetto cromatico riflette l’argomento: il colore di fondo infatti è quello ufficiale delle manifestazioni contro la violenza sulle donne. Il risultato è una copertina di forte impatto, come l’argomento che affronta.

Il grande flop dei Bitcoin

Proseguendo nello sfoglio del giornale, si arriva alla sezione economica. Vittorio Malagutti scrive del flop dei Bitcoin. Nelle ultime settimane le criptovalute hanno avuto un tracollo economico nelle Borse di tutto il mondo: milioni di investitori hanno visto bruciare i propri risparmi. Sembra proprio si trattasse di una bolla economica destinata a sgonfiarsi.

Per illustrare queste pagine abbiamo chiesto aiuto a Giovanni Gastaldi, illustratore torinese che riesce a visualizzare argomenti complessi con una grande semplicità di idee e di segno, rendendoli facilmente comprensibili. Il risultato è eccellente:


L'Espresso numero 46
L’impaginato definitivo

Ma quello che vorrei sottolineare è come – per raggiungere l’illustrazione definitiva – ci sia un grande lavoro dietro. A cominciare dai colori: Giovanni Gastaldi ha presentato due soluzioni cromatiche, entrambe valide, dandoci quindi una ulteriore possibilità di scelta.


Illustrazioni L'Espresso
Bitcoin in caduta libera. Il definitivo di Giovanni Gastaldi con colori con predominanza di ciano

Illustrazioni L'Espresso 46
La variante cromatica scelta per illustrare l’articolo

Altro aspetto importante nel lavoro di Giovanni Gastaldi è quello creativo, ovvero la proposta delle sue idee in versione bozzetto. L’autore piemontese è un vulcano di fantasia e per ogni commissione che riceve presenta molte proposte. Questo è un valore aggiunto per l’Art director che sicuramente preferisce avere più soluzioni da scegliere piuttosto che una sola. Nel caso in esame, ci siamo orientati sull’immagine più diretta e comprensibile a prima vista:


L'Espresso 46
La proposta scelta

L'Espresso 46
Il primo bozzetto di Giovanni Gastaldi: il flop dei Bitcoin e gli investitori che hanno perso i loro soldi

L'Espresso
Un altro bozzetto di Giovanni Gastaldi

Espresso
L’ultima proposta di Giovanni Gastaldi: la bolla dei Bitcoin si sgonfia

Affrontare la paura

Eccoci alla sezione Idee, l’approfondimento culturale a cura di Sabina Minardi. Questa parte del settimanale si apre con un’intervista di Wlodek Goldkorn alla grande filosofa americana Martha Nussbaum. Il dialogo si concentra sulle nostre emozioni e in particolare sulla paura che – a causa dei tempi che stiamo vivendo, tra guerre e pandemia – ha assunto un ruolo centrale nella nostra vita.


Illustrazioni Ivan Canu
Ivan Canu ha realizzato l’immagine che illustra l’intervista a Martha Nussbaum

Abbiamo affidato la realizzazione dell’immagine di apertura di queste pagine a Ivan Canu, il più iconico dei nostri collaboratori illustratori. Ivan è anche maestro nell’arte delle citazioni: ecco perciò che il suo disegno richiama la locandina di “Poltergeist”, film cult horror del 1982, con la bimba protagonista che interagisce con un video. In questo caso una donna (a rappresentare la filosofa Nussbaum) si trova davanti a un muro di schermi che proiettano immagini ansiogene di guerre ed esplosioni e restituiscono i tempi bui in cui viviamo. I colori sono decisi e potenti, a sottolineare questa sensazione.

Frammenti filosofici

La sezione delle Idee continua con un testo di Donatella Di Cesare che tratta del libro “Quel che ho visto, udito, appreso…” (Einaudi) del filosofo Giorgio Agamben. Un volume composto da pensieri, ricordi, frammenti filosofici del grande accademico romano.

Illustrare un articolo di questo tipo non è semplice: si parla di filosofia nel senso più ampio del termine e quindi difficilmente visualizzabile.


Illustrazioni 46
Andrea Calisi illustra le pagine dedicate al filosofo Agamben

Proprio per questo motivo abbiamo selezionato un’immagine trovata nell’archivio di Andrea Calisi, autore che ci piace molto ed è una firma storica de L’Espresso. Il disegno è suggestione pura: due uomini che si fronteggiano su piani diversi e in un paesaggio surreale. L’opera di Calisi non ha confine tra illustrazione e arte.

Sensitive reader

Infine, sempre nella sezione delle Idee, ecco un articolo di Alessandro Leone che svela una nuova figura editoriale: il “Sensitive reader”. Conosciuto anche come “expert reader”, ha il compito di rileggere testi che stanno per essere pubblicati alla ricerca di stereotipi e inesattezze da correggere. Sono figure che dunque lavorano sul linguaggio.


Illustrazioni L'Espresso 46
L’illustrazione di Carla Indipendente per l’articolo sui “sensitive reader”

Carla Indipendente è l’autrice dell’illustrazione utilizzata per visualizzare questo articolo. L’immagine è perfetta: alcuni visi, in primissimo piano e ravvicinati tra loro, e dalle bocche escono balloon. Ma al posto delle parole nei balloon ci sono texture colorate. Il linguaggio quindi viene reinterpretato a seconda delle revisioni dei “sensitive reader”. Pugliese, classe 1983, Carla Indipendente lavora costantemente per l’editoria. La sua ricerca artistica si basa su un tratto netto e deciso a cui è associata una palette cromatica potente. Benvenuta su L’Espresso.


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