La sconfitta

Articolo pubblicato il: 5 Settembre, 2021


Il nuovo numero de L’Espresso ha come tema principale, per la terza settimana consecutiva, la crisi mondiale partita dall’Afghanistan.

Dopo aver affrontato la cronaca, poi la crisi umanitaria, poi la situazione delle donne nel paese dei talebani, stavolta si parla di terrorismo internazionale.

Ma vediamo nel dettaglio la genesi dell’immagine di copertina.


Tutto cominciò nel 2001

In questo nuovo numero de L’Espresso si celebra il triste anniversario dei vent’anni dall’attentato alle Torri gemelle di New York. Si parte proprio da lì per spiegare ciò che sta accadendo in Afghanistan e nel resto del mondo. La fuga dall’Afghanistan da parte delle forze occidentali è solo l’ultimo di una serie di fallimenti iniziati proprio nel 2001. Al Qaeda non fu fermata prima dell’attentato e le previsioni sbagliate della Cia regalarono un enorme vantaggio a Bin Laden. Questo e molto altro viene svelato da Leo Sisti grazie a un’indagine che si avvale di documenti della Cia rimasti segreti fino ad oggi.

Costruire una copertina

Per spiegare e mostrare ai lettori questo argomento, si è deciso di creare un’immagine ad hoc, che potesse raccontare la cronaca di oggi, ovvero la fuga dei soldati americani (e non solo) dall’Afghanistan, ma anche il richiamo all’11 settembre 2001. Il primo concetto lo si racconta attraverso una foto che ha fatto il giro del mondo in questi giorni. Si tratta dello scatto notturno, con raggi infrarossi, dell’ultimo militare americano che ha abbandonato Kabul, il generale Chris Donahue. Si tratta dell’immagine simbolo della disfatta occidentale: adesso il paese è totalmente in mano ai talebani. Ed è quindi un importante documento di cronaca.


Espresso Afghanistan
Il generale maggiore Chris Donahue è stato l’ultimo militare americano a lasciare l’Afghanistan

Come detto, questa immagine racconta ciò che sta accadendo adesso, ma nel numero de L’Espresso grande spazio è dedicato alle radici di questo conflitto, iniziato nel 2001. Come far convivere visivamewnte i due periodi storici?

La soluzione è quella di inserire in secondo piano un ritratto di Osama Bin Laden, il capo di Al Qaeda che pensò e organizzò l’attentato alle Twin Towers. Il terrorista è un volto noto e riconoscibile da chiunque e permette quindi di capire immediatamente il messaggio della copertina.

L’artwork è opera di Alessio Melandri, così come la cover animata. Alessio riesce ad amalgamare graficamente e cromaticamente le due immagini, molto diverse tra loro, creando una copertina compatta, riconoscibile e potente.

Foto per la cronaca, illustrazioni per la cultura

Poiché questo numero de L’Espresso è ampiamente dedicato alla guerra in Afghanistan, è normale che ci sia una preponderanza di fotografie rispetto alle illustrazioni. Quando si raccontano fatti di cronaca, infatti, le fotografie hanno valore di testimonianze storiche. All’interno della redazione è perciò molto importante il lavoro della Photo editor Tiziana Faraoni e del suo team: Giorgia Coccia, Mauro Pelella e Elena Turrini.


L'Espresso Illustrazione
Donne e denaro nell’illustrazione di Irene Rinaldi

Per quanto riguarda la sezione delle Idee, a cura di Sabina Minardi, torniamo a utilizzare le illustrazioni. Questo tipo di comunicazione visiva è infatti perfetto quando si affrontano temi freddi, culturali e concettuali, non legati alla stretta attualità.

Le donne e il potere

L’apertura delle Idee è firmata da Michela Murgia. Prendendo spunto dal nuovo libro della stessa Murgia e di Chiara Tagliaferri “Morgana. L’uomo ricco sono io” (Mondadori), la scrittrice sarda racconta le donne che sono riuscite a scalare un sistema di potere da sempre appannaggio degli uomini. Questo potere si basa anche sul fattore economico. Le donne che sono riuscite a raggiungere una posizione importante e ottenere vantaggi economici sono le uniche che possono competere con gli uomini, poiché questi valori sono percepiti prettamente come maschili.

Commissionare un lavoro

Ogni volta che commissioniamo un’illustrazione, cerchiamo di capire qual è il professionista più adatto al tema da disegnare. Non è mai un ragionamento al buio. Infatti, in questo caso, l’illustrazione è stata chiesta a Irene Rinaldi, collaboratrice de L’Espresso e professionista impegnata in lotte politiche e femministe.

Irene lavora per i più importanti magazine italiani e internazionali. Le tecniche tipografiche di stampa sono la sua passione, e il suo lavoro è legato allo studio dell’incisione e della stampa artigianale. Irene è illustratrice esperta che non smette mai la ricerca. È possibile riconoscerla dai colori accesi che riproducono la trama delle stampe artigianali.

La donna ritratta su un trono, una sorta di Morgana in carriera, con tante braccia per quanti simboli del potere detiene, e il pavone che la guarda, sono un bellissimo riassunto dell’articolo firmato da Michela Murgia.


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