I nazisti tra noi
Articolo pubblicato il: 7 Novembre, 2021
I nazisti tra noi è il drammatico titolo del numero 46 de L’Espresso.
L’inchiesta di Lirio Abbate racconta una realtà preoccupante. Gruppi di giovani addestrati all’uso delle armi e sette di fanatici che si infiltrano sui social.
E attraverso la rete reclutano adepti tra i negazionisti: sono i suprematisti bianchi italiani.
La copertina animata è di Alessio Melandri.
Pensare (e illustrare) la copertina
È evidente che realizzare una copertina su questo argomento non è semplice.
Innanzitutto, il problema principale è la mancanza di materiale illustrato da utilizzare. Trattandosi di gruppi neonazisti che si muovono in clandestinità, le uniche foto a disposizione sono quelle della Procura di Napoli, che guida l’inchiesta e li segue da tre anni. Sono immagini prese dai loro telefonini e quindi di qualità scadente.
Tuttavia queste foto hanno un grande valore documentale e perciò, in qualche modo, vanno mostrate al lettore.
Fortunatamente, in questo caso abbiamo avuto una decina di giorni per progettare la copertina.
Abbiamo pensato immediatamente di chiamare Ivan Canu, illustratore che ha già eseguito molte cover de L’Espresso e il cui stile è diventato il marchio di fabbrica del settimanale. Con lui il processo creativo è ben rodato e ha sempre portato ottimi risultati.

Confronti e tentativi
Avere tempo a disposizione è sempre vantaggioso: ci si può confrontare a lungo e di conseguenza si possono valutare più proposte creative.
La copertina deve comunicare immediatamente il tema dell’inchiesta, quindi Ivan Canu si è subito concentrato sul suprematismo bianco. Il collegamento al Ku Klux Klan e ai suoi capuccci è stato naturale e infatti le prime prove sono state queste:

Abbiamo esaminato queste immagini con Lirio Abbate, vicedirettore de L’Espresso e autore dell’inchiesta, e con il direttore Marco Damilano. Non funzionava il saluto romano (che richiama troppo i partiti politici di destra, mentre qui si parla di organizzazioni clandestine) e inoltre mancava l’elemento bellico: i soggetti in questione sono militarizzati.
Da questo confronto sono nate altre due proposte:

Anche queste ulteriori prove di copertina però non ci convincevano, pur essendo molto belle da un punto di vista grafico. Concettualmente però la divisa militare era troppo istituzionale. Qui non si parla di un esercito, ma di “cani sciolti” paramilitari, fissati di arti marziali e di armi.
Raggiungere l’obiettivo
Infine abbiamo capito che la visualizzazione di questi soggetti doveva essere più immediata. Un uomo vestito in divisa mimetica che imbraccia un fucile. Semplice e diretto.
E, per rendere l’immagine credibile, abbiamo deciso di inserire le foto reali dell’inchiesta, documenti di grande valore giornalistico.

L’ultimo problema da affrontare, era l’esigenza di non sporcare troppo l’illustrazione con le foto di cronaca.
Alessio Melandri ha trovato una buona soluzione: attraverso una sorta di “strappo” grafico ha creato due livelli di lettura visiva. Nel primo è evidente la figura dell’uomo disegnato da Canu. Nel secondo livello di lettura, in verticale, sono invece inserite le foto dell’inchiesta.
In questo modo tutti gli elementi della copertina sono leggibili e non si intralciano l’uno con l’altro.
Il ritorno del Vintage
Continuando la lettura del giornale, arriviamo poi alle Idee, la sezione de L’Espresso curata da Sabina Minardi e che si occupa di approfondimento culturale.
Il tema centrale di questo numero è il ritorno del Vintage. Remake, sequel, déja-vu. Dal cinema alla moda, dalla musica al design, cresce la nostalgia. Sabina Minardi, che ha appena pubblicato un libro su questo argomento (“Il grande libro del vintage”, Il Saggiatore), firma l’articolo.
Per illustrare queste pagine abbiamo pensato a Resli Tale, illustratrice campana che ha (anche) uno stile retrò che si sposa perfettamente con l’argomento.

Resli ha creato un carosello colorato in cui si scorgono i numeri dei decenni dello scorso secolo, ognuno con il suo stile grafico ben definito. In questa festa cromatica, tra note musicali e coriandoli, ci sono uomini e donne vestiti anch’essi secondo la moda del periodo.
Un’illustrazione immediata, allegra ed esaustiva.
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