Genova Luglio 2001

Articolo pubblicato il: 4 Luglio, 2021


La copertina animata

Il nuovo numero e la nuova copertina de L’Espresso celebrano il triste anniversario del ventennale del G8 di Genova 2001. Una tragica pagina nella storia repubblicana italiana. A luglio 2001 si consumò una vicenda gravissima in cui le forze dell’ordine non tutelarono i diritti dei cittadini, ma ne calpestarono la libertà e la dignità. Simone Pieranni rievoca i fatti di Piazza Alimonda, dove il giovane Carlo Giuliani trovò la morte a seguito delle cariche dei carabinieri al corteo No Global. L’inizio di una guerra che stroncò sul nascere i movimenti democratici.

La copertina è stata disegnata da Zerocalcare, l’animazione è opera di Alessio Melandri.

Le illustrazioni di questo numero

Nel numero 28 de L’Espresso le illustrazioni partono dalla copertina firmata da Zerocalcare, che abbiamo riutilizzato anche per le pagine interne dedicate al G8 di Genova del 2001. Poi un’illustrazione di Alessio Melandri, un piccolo cameo di Valentina Vinci e l’apertura delle Idee questa volta affidata alle sapienti matite (digitali, si intende) di Ivan Canu. Andiamo a vedere nel dettaglio.


L'Espresso 28 Zerocalcare
L’illustrazione di Zerocalcare dedicata al ventennale del G8 di Genova 2001

A partire da questo numero de L’Espresso (e per i prossimi due) Simone Pieranni ci racconta cosa avvenne a Genova nel 2001 durante il G8, quando si incontrarono i potenti della Terra mentre tutto attorno, nella città ligure, sfilava il cosiddetto Popolo di Seattle. Dopo un primo giorno di festa, la situazione degenerò e le Forze dell’ordine iniziarono a caricare i cittadini fino alla tragica morte di Carlo Giuliani. La copertina era d’obbligo assegnarla a Zerocalcare.

I ricordi (indelebili) di Zerocalcare

Il celebre fumettista, da sempre impegnato in battaglie sociali, era presente a Genova in quei giorni e spesso ha ricordato e testimoniato la sua esperienza. Per lui, come per migliaia di cittadini, quella vicenda ha rappresentato uno spartiacque nelle loro esistenze. Per Michele Rech (questo il nome di Zerocalcare) da allora si è incrinato in modo irreversibile il suo rapporto con le istituzioni. E questa affermazione è evidente nell’illustrazione creata per la copertina de L’Espresso: carabinieri in divisa antisommossa, simili a belve feroci, nell’atto di picchiare selvaggiamente qualcuno che non è inquadrato nel disegno. Un’immagine fortissima che sicuramente farà discutere e che prende spunto dall’articolo di Simone Pieranni che – basandosi sulle carte processuali – svela come in quella tragica occasione i carabinieri utilizzarono anche armi improprie (bastoni e pietre) per caricare i manifestanti.

Mi è stato chiesto se questa illustrazione non sia troppo violenta. Oltre al fatto che – come detto – si basa sulla cronaca giudiziaria – non posso non aggiungere che Zerocalcare è un artista e come tale non deve ricevere censure. Tanto più che la censura non è nel DNA de L’Espresso che da sempre si batte contro la limitazione della libertà di espressione.


L'Espresso 28 illustrazioni
Alessio Melandri reinterpreta Massimo D’Alema in versione Mao

Cambiamo tono. L’articolo di Carlo Tecce è sicuramente più leggero del precedente. Si parla di un ipotetico Pcd’I, il Partito Cinese d’Italia, composto da tutti i politici che mantengono ottime relazioni con la Cina. Tra questi Massimo D’Alema è considerato il principale amico del Paese orientale e quindi – per illustrare le pagine in questione – Alessio Melandri si è divertito a inserirlo come un novello Mao all’interno di una classica iconografia del Partito Comunista Cinese di Mao Tse-tung.

Riferimenti visivi

Per realizzare un’immagine di questo genere, è necessario che il graphic designer/illustratore abbia una grande cultura visiva per trovare immediatamente riferimenti storici e grafici e quindi risolvere al meglio la visualizzazione degli articoli. Alessio Melandri oltre a essere una colonna portante dell’ufficio grafico de L’Espresso, quando capita l’occasione non disdegna di realizzare illustrazioni digitali. Si diverte a farlo e il risultato è sempre di alta qualità.


L'Espresso 28
Valentina Vinci illustra il testo scritto da Lara Cardella

La scrittrice e insegnante Lara Cardella scrive un bel commento in cui spiega come è cambiato il rapporto tra genitori e figli, anche a causa dell’avvento dei social nelle nostre vite. Un testo interessante e corposo che ha lasciato poco spazio per l’immagine. Ma come insegnano illustri magazine – il New Yorker su tutti – anche in un ingombro di dimensioni ridotte si può inserire un’illustrazione. In questi casi è fondamentale che l’immagine abbia un peso cromatico importante, altrimenti rischierebbe di “sparire”, nascosta dal tanto testo che la circonda.

Genitori, figli e social

Il tema da illustrare era molto generico: rapporto tra genitori e figli, social, dialogo, amore. Mi sono ricordato di aver visto un’immagine che conteneva tutte queste suggestioni nell’archivio Instagram di Valentina Vinci, illustratrice che collabora spesso con L’Espresso. Le ho chiesto il permesso di pubblicare il lavoro e non ho avuto alcun problema, trattandosi di un disegno inedito. Ecco quindi che un’immagine d’archivio è stata pubblicata in un contesto diverso da quello per cui era stata pensata e creata.

L’ho già scritto ma preferisco ripeterlo. È molto importante che chi fa il mio lavoro segua costantemente gli illustratori in modo da poter essere sempre aggiornato sulla loro evoluzione artistica. Allo stesso modo è necessario che gli illustratori utilizzino al meglio gli strumenti che hanno (social, sito web, mail) per aggiornare i professionisti del settore su ciò che stanno facendo, quale stile stanno abbracciando, che tipo di committenze hanno.


Ivan Canu Illustrazione
Indiana Jones finisce in una pittura funeraria dell’Antico Egitto, per mano di Ivan Canu

L’ultima illustrazione in ordine di apparizione nel numero 28 de L’Espresso è dedicata all’apertura della sezione Idee. Questa volta è un testo scritto dal direttore del Museo egizio di Torino Christian Greco, una delle figure più influenti nel mondo museale nazionale e internazionale. Greco, in occasione dei quarant’anni dell’uscita nelle sale cinematografiche de “I predatori dell’Arca perduta”, che vide l’esordio del personaggio di Indiana Jones, l’archeologo avventuriero, scrive come l’archeologia stia vivendo un periodo d’oro. Saggi, romanzi, film: il fascino degli scavi resta immutato nel tempo.

Indiana Jones nell’Antico Egitto

Ho chiesto a Ivan Canu di immaginare un’illustrazione che potesse trasferire l’idea di fondo dell’articolo: l’archeologia piace a tutti ed è sempre più pop. Il maestro Canu ha subito colto il sapore dell’argomento e – come spesso accade – lo ha reinterpretato in modo ancora più preciso. Ne è uscita un’immagine divertente: Indiana Jones bidimensionale in stile egizio, in quella che stilisticamente è una pittura funeraria dell’Antico Egitto. Ecco che torna il bagaglio visivo/culturale a cui attingere per risolvere le sfide professionali.

L’illustrazione è un vero spasso: l’archeologo star è realizzato perfettamente, estremamente riconoscibile con il suo cappello e l’immancabile frusta. La chicca poi è la figura all’estrema destra dell’elaborato – lo schiavo – che impugna un selfie stick, a sottolineare in modo divertente e puntuale come l’archeologia adesso, rispetto al passato, si avvale anche delle nuove tecnologie.



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