Follia in cella
Articolo pubblicato il: 1 Maggio, 2022
Follia in cella è il titolo della nuova, potentissima copertina de L’Espresso.
Il settimanale torna a occuparsi di malattia mentale, un tema serio che ha sempre seguito e indagato. Andiamo a vedere in che modo.
La cover animata è opera di Alessio Melandri.
Inchieste sociali
Già nel 1988 L’Espresso denunciava con un’inchiesta di Gad Lerner le condizioni disumane in cui vivevano i pazienti nell’ospedale psichiatrico di Agrigento. Con le foto di Franco Zecchin.
Oggi, dopo quasi 35 anni, il fotoreporter Valerio Bispuri ha compiuto un viaggio nella malattia mentale. Un lavoro durato più di cinque anni, partito dall’Africa per arrivare poi nel nostro Paese, documentando una situazione ancora molto drammatica.
In carcere, a San Vittore o Regina Coeli. Nelle Rems, legati ai letti. Spesso abbandonati. Molti pazienti psichiatrici si trovano dove non dovrebbero. Le fotografie pubblicate su L’Espresso e il testo di Bispuri che le accompagna sono un pugno nello stomaco, un lavoro di fotogiornalismo di grande impatto sociale.
In mostra a Perpignan
Il Festival Visa pour l’image 2022 si terrà a Perpignan dal 27 agosto all’11 settembre. Il lavoro fotografico “Nelle stanze della mente” di Valerio Bispuri sarà protagonista al festival diviso in due parti. La parte dedicata alla malattia mentale in Africa sarà esposta in una delle mostre. Dagli ospedali psichiatrici ai centri di recupero in Benin, Zambia, Togo e Kenia.
La parte dedicata al disagio psichico in Italia sarà invece proiettata durante una delle serate. Per la quarta volta un lavoro di Bispuri va in mostra a Perpignan: nel 2011 “Encerrados”, viaggio nelle carceri sudamericane. Poi “Paco” nel 2016, lavoro sulla droga nelle favelas argentine. Nel 2019 fu la volta di “Prigionieri”, progetto fotografico sul mondo della detenzione in Italia. Tutti e tre i lavori sono stati pubblicati in volume dalla casa editrice Contrasto.
La guerra continua
Intanto continua il conflitto tra Russia e Ucraina e L’Espresso – in esclusiva per l’Italia – continua a pubblicare la graphic novel “Diaries of War” di Nora Krug.
Si tratta di una sorta di diario di guerra illustrato. Nora Krug è in contatto da alcune settimane con due amici, un artista russo e una giornalista ucraina, che sta intervistando per poi riportare e illustrare le loro risposte. Il progetto sta uscendo contemporaneamente su diversi giornali negli Stati Uniti e in Europa (LA Times, El País, De Volkskrant, die Süddeutsche Zeitung ). Grazie allo Studio Raum Italic – che lavora a stretto contatto con l’artista tedesco-americana , traducendo e impaginando nella nostra lingua le tavole illustrate – L’Espresso sta pubblicando il lavoro per l’Italia. La scorsa settimana e questa settimana abbiamo proposto le prime otto settimane del diario – quattro per volta – e ci siamo portati in pari con il lavoro di Nora Krug. Dal prossimo numero continueremo a pubblicare la graphic novel in contemporanea con l’illustratrice.
Le altre illustrazioni della settimana
Vediamo adesso le altre illustrazioni del numero 17 de L’Espresso. Iniziando dall’apertura delle Idee, la sezione del giornale che si occupa di approfondimento culturale ed è curata da Sabina Minardi.
Si parla di Queer. Simone Alliva spiega come questa parola è amata dagli adolescenti, risuona in canzoni e serie tv e orienta la moda. Definisce relazioni nuove e indica una generazione fluida, che sfugge alle etichette. Come illustrarla?
Come spesso facciamo per visualizzare argomenti legati a tematiche gender o femministe o ancora all’impegno politico e sociale, abbiamo chiamato Irene Rinaldi, fuoriclasse dell’illustrazione. E come sempre, Irene ha illustrato benissimo la nostra richiesta. I suoi punti forti sono evidenti in questa illustrazione: composizione perfetta e palette cromatica originale e riconoscibile.
Una vicenda italiana
Infine, nella sezione delle Storie, la parte finale del giornale, Andrea Barchiesi racconta una vicenda tutta italiana. Si tratta di un imprenditore che ha vinto appalti in tutte le regioni nel settore dei trasporti scolastici. Ma quando il Gip – in seguito a comportamenti illeciti – ha bloccato l’attività per un anno, migliaia di studenti sono rimasti a piedi.
Per illustrare questa storia abbiamo chiamato Stefano D’Oriano. Anche lui – come Irene Rinaldi – è collaboratore fisso de L’Espresso. Grazie al suo stile fresco e diretto, a metà tra “visual journalism” e fumetto, è il professionista perfetto per visualizzare vicende di cronaca. Il suo disegno è puntuale nel mostrare l’accaduto: gli studenti guardano interdetti gli scuolabus fermi nel parcheggio.
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