Disinformatja

Articolo pubblicato il: 10 Aprile, 2022


Disinformatja è il titolo di copertina de L’Espresso numero 14. L’argomento è chiaro: la disinformazione che il regime putiniano somministra alla popolazione russa e al mondo intero circa la guerra in corso con l’Ucraina.

La strage di Bucha? Provocazione. Il conflitto? Una missione di difesa. La giornalista Svetlana Ivanova ha compilato per L’Espresso una guida in dieci punti alle Fake news della tv russa.

La cover animata è opera di Alessio Melandri.


Come nasce una copertina

Ma come nasce una copertina? Come si visualizza un argomento astratto come le Fake news della tv russa pilotate da Vladimir Putin? È evidente che un tema di questo genere non può essere risolto con una foto unica. Mostrando infatti una scena di guerra o il ritratto di Putin, si comunicherebbe ai lettori solo una parte del messaggio, eliminando totalmente l’aspetto dei media che invece è fondamentale.

Va quindi pensato un modo grafico per inserire i vari elementi di cui tratterà la cover story, e cioè Putin, la guerra e la televisione russa. Con Alessio Melandri e Emiliano Rapiti dell’ufficio grafico de L’Espresso, abbiamo iniziato a percorrere varie strade creative. Alcune le abbiamo abbandonate in corso d’opera, altre che invece ci convincevano maggiormente le abbiamo portate fino in fondo e mostrate al direttore Lirio Abbate per la scelta finale. Ecco quali.


Cover L'Espresso
Proposte alternative per la copertina sulla disinformazione russa

Le regole della cover

Abbiamo iniziato a lavorare su una prima proposta distopica, unendo attraverso il fotoritocco due immagini molto in contrasto tra loro. Vladimir Putin ospite di una trasmissione televisiva russa, intervistato da una anchorwoman di spalle, ostenta tranquillità seduto a un tavolo. Abbiamo inserito questa immagine in uno scenario di guerra, di devastazione totale. L’effetto è straniante quanto interessante. Una sorta di Truman Show bellico. Il punto debole di questa proposta è che ha bisogno di un livello di lettura approfondito per poter separare le due immagini e interpretarle. Una delle regole principali quando si progetta la copertina di un magazine è l’immediatezza del messaggio: il tempo di lettura di una cover da parte del pubblico è sempre molto breve.

Estetica e funzionalità

La seconda proposta è più estetica della prima. Abbiamo lavorato su un’immagine di Vladimir Putin di spalle e sul corpo dell’oligarca abbiamo posizionato un’immagine della guerra, a creare una texture fotografica dell’abito. Il risultato è molto convincente dal punto di vista grafico ma presenta difficoltà per decodificare il concetto. Bisogna infatti prima riconoscere Putin, che però è di spalle e quindi non si vede il volto, e poi comprendere il significato della fotografia. Anche in questo caso la lettura non è immediata.


L'Espresso 14
La cover costruttivista de L’Espresso 14
Utilizzare codici visivi conosciuti

La terza e ultima proposta che abbiamo preparato si basa su un codice visivo-culturale conosciuto e che quindi può avvantaggiare il lettore nella decodifica del messaggio. Abbiamo utilizzato infatti la struttura e il codice cromatico del Costruttivismo russo, richiamando l’immagine del giornale sovietico “Pravda”. In questo modo, il pubblico si ritrova già in un contesto definito che lo aiuta a comprendere l’argomento della copertina. Gli elementi inseriti sono Putin, le televisioni e uno scenario di guerra: tutti uniformati cromaticamente in bianco e nero, con la scritta su rosso composta in un font che ricorda l’alfabeto cirillico. Il direttore ha scelto questo layout per la sua immediatezza e per la sua potenza grafica.


Le illustrazioni de L’Espresso

Analizziamo ora le illustrazioni di questo numero del settimanale. Partendo con l’apertura della sezione Idee, la parte del giornale dedicata all’approfondimento culturale e curata da da Sabina Minardi. L’articolo principale è un’interessante intervista di Giuliano Battiston all’antropologo olandese Frank Westerman. Denti, crani, mandibole: i resti degli antenati servono a chiederci chi siamo e a farci capire cosa ci distingue dagli altri mammiferi. Un tema affascinante ma non semplice da illustrare.


L'Espresso Illustrazioni
Ominide/Amleto pensato e illustrato da Andrea Calisi

Per temi così profondi, in cui c’è da ragionare parecchio prima di realizzare il disegno, spesso ci affidiamo a Andrea Calisi, colonna portante degli illustratori de L’Espresso. Andrea trova soluzioni mai banali e le esegue con una qualità altissima. Quando riceviamo le sue illustrazioni – sempre semidefinitivi e mai semplici bozzetti – siamo sempre curiosi di vederle e di rimanerne stupiti. In questo caso, ha raffigurato un ominide in mezzo alla foresta che – come un novello Amleto – con un teschio in mano si domanda: “Essere o non essere?”. Splendido.

I baby pusher di Palermo

Infine, nella sezione Storie, Sabrina Pisu ci racconta come a Palermo la droga scorre a fiumi nei quartieri periferici, alimentando l’economia di famiglie senza altri redditi. Con il drammatico fenomeno dei ragazzini reclutati come spacciatori e vedette.


Illustrazione L'Espresso numero 14
Stefano D’Oriano ha illustrato la storia sui baby pusher di Palermo

Un tema di cronaca che abbiamo illustrato grazie a Stefano D’Oriano, anche lui collaboratore fisso de L’Espresso, abile nel ricreare questa situazione. Il suo stile è fresco e diretto, a metà tra “visual journalism” e fumetto.


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