Caccia alla volpe cinese

Articolo pubblicato il: 4 Dicembre, 2022


L'Espresso
La copertina de L’Espresso numero 48

“Caccia alla volpe cinese” è il titolo della copertina de L’Espresso numero 48.

Si tratta di un titolo strano, che prende spunto dall’inchiesta esclusiva di Gabriele Cruciata e che svela una spy-story italo-cinese.

In Italia uffici di polizia si nascondono dietro fantomatici centri servizi. Così, nel nostro Paese, spie cinesi hanno stanato e rimpatriato i dissidenti.


La copertina

Nell’inchiesta condotta da L’Espresso, CNN e Le Monde si scopre che, per riportare i fuggitivi in Cina, nel 2014 Pechino ha lanciato l’operazione “Fox Hunt”: da qui il titolo della cover di questo numero. Dal 2014 a oggi le forze di polizia cinesi hanno condotto 11.000 operazioni riguardanti singoli individui e anche interi gruppi familiari.

Per visualizzare l’immagine di copertina, abbiamo deciso di puntare decisamente a una fotografia. In questo modo è immediato l’aggancio alla cronaca e all’attualità. Ovviamente non avevamo a disposizioni foto “reali” della vicenda poiché – trattandosi di spionaggio – non esistono.

Abbiamo quindi optato per uno scatto che presenta gli elementi dell’inchiesta: un poliziotto cinese che si guarda intorno come se cercasse qualcuno e – sullo sfondo – poliziotti italiani, in modo che sia chiaro che siamo nel nostro Paese. L’autrice della foto è Cecilia Fabiano dell’agenzia LaPresse.

Falsi pentimenti

Nella “Prima Pagina”, la sezione del giornale che si occupa di attualità, troviamo un articolo di Rosaria Capacchione che racconta una storia criminale. Siamo a Napoli. Il clan camorristico dei Casalesi rialza la testa. E i Boss si riparano dietro a falsi pentimenti, mentre riorganizzano affari e alleanze. La Giustizia, in affanno tra ritardi processuali, fatica a contrastarli.


Espresso 48
Stefano D’Oriano illustra una storia di cronaca

Abbiamo affidato questa illustrazione a Stefano D’Oriano. Con uno stile a metà tra “visual journalism” e fumetto, Stefano ha realizzato un’immagine inquietante e che visualizza perfettamente l’argomento. Un pentito, il cui volto non si riconosce, parla davanti a un microfono. Alle sue spalle il Tribunale di Napoli nord e una pila di documenti e cartelle, a suggerire il rallentamento burocratico dei processi.

La particolarità è che questo articolo – come a volte capita nei giornali – è arrivato all’ultimo momento. Di conseguenza Stefano D’Oriano ha avuto solo 24 ore per realizzare l’illustrazione, dall’idea al definitivo. La sua velocità e il talento di riassumere visivamente anche argomenti ostici sono stati fondamentali per l’ottima riuscita del lavoro.

La libertà delle donne

L’apertura delle Idee, la sezione del giornale che tratta di approfondimento culturale ed è curata da Sabina Minardi, è un’intervista di Wlodek Goldkorn a Agnieszka Graff, pioniera del pensiero femminista in Polonia.

Il dialogo verte sui motivi per cui oggi la libertà delle donne è diventata in tutto il mondo così centrale. E sul perché questo non piace alle destre populiste.


L'Espresso 48
Il pensiero femminista polacco interpretato da Ambra Garlaschelli

Su L’Espresso abbiamo spesso scritto delle rivolte delle donne iraniane e della ripercussione di questi fatti nell’opinione pubblica internazionale. Con questa intervista facciamo un focus sull’attuale situazione del movimento femminista in Polonia e nei Paesi dell’Est. Proprio per questo, per illustrare queste pagine, abbiamo cercato un segno che potesse in qualche modo ricordare la grafica di questi Paesi.

La scelta è caduta su Ambra Garlaschelli, illustratrice milanese dallo stile inconfondibile e dark. La palette cromatica che utilizza è fondamentalmente formata da nero e rosso. Con questi due colori l’artista ha creato un suo universo artistico estremamente riconoscibile.

Ambra Garlaschelli è docente alla Scuola Internazionale di Comics di Milano e ha un’ottima padronanza di tecniche manuali e digitali. L’illustrazione che ha realizzato è perfetta: si basa su una composizione che ricorda i manifesti della famosa scuola grafica dell’Est europeo, ma con una modernità di segno che la rende diretta e incisiva.


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