Afghanistan emergenza fame
Articolo pubblicato il: 14 Novembre, 2021
“Afghanistan emergenza fame” è il titolo del nuovo numero de L’Espresso.
A tre mesi dalla conquista di Kabul da parte dei Talebani, il paese è allo stremo, tra violenze, siccità e carestia. E la comunità occidentale sembra indifferente.
Le analisi e gli articoli di Francesca Mannocchi, Filippo Rossi, Sabrina Pisu e Gastone Breccia.
E con le fotografie di Alessio Romenzi.
La cover animata è di Alessio Melandri.
Non solo illustrazioni
Nei miei articoli domenicali in cui analizzo le immagini de L’Espresso, scrivo quasi sempre di illustrazioni. Questo perché – oltre ad essere una mia grande passione – le illustrazioni vengono seguite direttamente dall’ufficio grafico del giornale. Dall’inizio della lavorazione (la scelta dell’illustratore) alla fine della produzione (il controllo stampa). Quindi io scrivo sempre di illustrazioni perché conosco esattamente come nascono e come prendono vita.
Le fotografie vengono invece cercate e selezionate dall’ufficio grafico de L’Espresso, guidato dalla Photo editor Tiziana Faraoni che poi le propone per la copertina o per i vari articoli del settimanale.
E questa volta le foto che ho avuto la fortuna di impaginare sono talmente belle che voglio mostrarne alcune. Si tratta del servizio di copertina che – come scritto poc’anzi – documenta l’emergenza dell’Afghanistan, Paese in mano ai Talebani e abbandonato dagli occidentali.
Fotografie che documentano la Storia
Alessio Romenzi è l’autore del reportage fotografico presentato in copertina e all’interno del magazine. Fotografo pluripremiato, ha immortalato momenti storici importantissimi per diversi Paesi del Medio Oriente e del Nord dell’Africa. La Primavera Araba, la crisi siriana o la fuga delle forze straniere da Kabul – dove era testimone unico, insieme a Francesca Mannocchi, per la stampa italiana – sono alcuni esempi.
Gli scatti di Alessio Romenzi che Tiziana Faraoni mi ha mostrato e che poi abbiamo pubblicato sono potentissimi: trasmettono tutta la tragedia afghana attraverso gli occhi di bambini denutriti o attraverso gli sguardi di tossicodipendenti rinchiusi in carcere.
La fotografia non solo come arte, ma come documentazione giornalistica e storica. Un lavoro importante, necessario per chi vive in un’altra parte del mondo ma non vuole chiudere gli occhi su ciò che sta accadendo.
Illustrazioni “sociali”
Ma anche le illustrazioni spesso hanno valore sociale, e non solo estetico.
È il caso dell’immagine che apre la sezione delle Idee e che questa volta presenta un’intervista di Gigi Riva a David Remnick, direttore del New Yorker. Prendendo spunto dall’uscita di un libro che raccoglie trent’anni di reportage sul cambiamento climatico apparsi proprio sul New Yorker, si fa il punto sul destino del nostro pianeta.
Inondazioni, desertificazioni, sbalzi improvvisi di temperatura. Sono alcuni degli effetti di una condotta errata da parte dell’umanità che potrebbe portarci a eventi sempre più catastrofici.
Abbiamo chiesto a Andrea Calisi, illustratore dal talento sorprendente e spesso presente sulle nostre pagine, di creare un’immagine per visualizzare questa situazione.
Dietro l’illustrazione
Utilizzo le parole di Andrea Calisi per descrivere il disegno da lui stesso realizzato: «il contesto è facilmente intuibile: un’ambientazione naturale stravolta proprio dal cambiamento climatico. Una terra spaccata, un ragazzo, in tenuta estiva, che vi cammina sopra. Dietro sulla sinistra, una ragazza con uno slittino in tenuta invernale. Il ragazzo che tende una mano verso un fiocco di neve. La ragazza invece, con in mano un fiore come in un periodo primaverile. Il sole (che si scioglie) allunga un suo raggio a sovrapporsi con la “parte invernale” del contesto ambientale. Mi piaceva questo stravolgimento delle situazioni, drammaticamente ribaltate dalla condizione climatica».
Ecco – quindi – cosa c’è dietro una “semplice” illustrazione.
Illustrare la cronaca
Infine, nella sezione delle Storie de L’Espresso, in questo numero Paolo Biondani svela una vicenda di malagiustizia.
Un incidente stradale in provincia di Treviso, tre ragazzi morti. Ma nell’automobile che ha provocato lo scontro viaggia la figlia di un magistrato. E le prove di quella notte spariscono: esame del Dna e fotografie non si trovano più. Impossibile stabilire chi guidava il veicolo.
Un fatto di cronaca che non si può illustrare se non ricorrendo a un disegno. E ci vuole un tratto descrittivo, quasi da fumetto.
Abbiamo perciò chiamato Antonio Fuso, grafico, illustratore e soprattutto fumettista per i grandi dei comics americani e non: nel suo portfolio ha lavori per Marvel, DC comics, Image comics, Hasbro, Sergio Bonelli Editore. Grazie al suo segno deciso e immediato, Antonio è riuscito a restituire in pieno la drammaticità della situazione, con una composizione dinamica e cromaticamente impattante.
Scopri le altre sezioni del mio sito:
Qui trovi gli ultimi articoli nella sezione “Dialoghi”
Qui trovi le ultime interviste nella sezione “Racconti”
Potrebbe Interessarti
amici